Riccardo Finzi
Girolamo I
Correggio nella storia e nei suoi figli, Arca Libreria Editrice, 1984

Vedi anche "Gerolamo da Correggio" di O. Rombaldi
Vedi anche il ritratto conservato nel Museo di Correggio

Da Giberto X, Conte di Correggio e Veronica Gambara, nasce Girolamo a Correggio nel 1511. Educato da prima in patria da Ippolito Merli, passa a Bologna, diciassettenne, per completare gli studi sotto la protezione di alcuni illustri - fra cui il Bembo - e di Umberto Gambara, suo zio, ch'era in quel tempo governatore di quella dotta città.
Nel 1532 si reca a Mantova presso l'Imperatore Carlo V, al seguito del Duca Alessandro de' Medici, e ritorna lo stesso anno nella natia città, insieme al Duca.
In patria s'innamora dì Paola Piloja, figlia del guardiano della Rocca di Correggio e ne ha un figlio, Alessandro, che molto più tardi fa legittimare.
Nel 1538 entra nella carriera ecclesiastica, e quattro anni dopo, acquistatosi a seguito di vari negozii diplomatici, la fiducia del Pontefice Paolo III, si reca dal Re di Francia, quale Nunzio Pontificio, per procurare la concordia del Re coll'Imperatore Carlo V. La missione ottiene buon risultato, perchè viene stipulata fra i due monarchi la pace di Valois. Più tardi Ippolito si reca dall'Imperatore per conto del Card. Farnese, onde appianare le discordie insorte fra i Legati del Papa ed il Cardinale di Trento e per altre difficoltà. Ritorna una seconda volta da Carlo V Imperatore per far riprendere il Concilio di Trento, iniziatosi nel 1545 e che era stato sospeso per volontà del monarca.
Nel 1556 viene inviato in Spagna presso Filippo 11, quale Nunzio Pontificio, coll'incarico riuscito appieno, di procurare al Duca Ottavio Farnese la restituzione di Piacenza, occupata dagli spagnoli.
Ritornato nel gennaio dell'anno appresso a Correggio, apprende che i cugini Giberto, Camillo e Fabrizio sono entrati nella " Lega Sacra " conclusa fra il Papa, il Re di Francia ed il Duca di Ferrara, contro la Spagna e l'Impero. Protesta contro i cugini, che avevano così deciso per timore
di peggio, e volendo tener fede all'Imperatore (di cui i da Correggio erano vassalli) o più facilmente per accodarsi ai presunti più forti, entra nella città con un forte esercito di italiani, tedeschi e spagnoli, la fortifica e, si può dire, rende imprendibile. Indi spinge Ottavio Farnese contro Ferrara, il cui duca Ercole, accampato a S. Martino in Rio, minacciava Correggio.
L'attività militare - diplomatica di Girolamo sconvolge i piani della Lega in Emilia. Correggio subisce in quel frattempo fortissimi danni, a motivo della distruzione dei sobborghi, dei vasti incendi provocati alle rustiche fattorie, nonchè per la perdita di quasi tutti i raccolti. Ma fatta la pace, vittoriosa per gli spagnoli, Girolamo si reca da Re Filippo e da lui ottiene la restituzione ai da Correggio dei feudi perduti ed una pensione a favore dei cugini. Dal canto suo l'Imperatore, per premiare i conti fedeli, accorda il 16 maggio 1559 una nuova investitura alla famiglia, eleva Correggio al rango di città e concede a quei Signori il privilegio di una propria zecca.
Due anni dopo, il 26 febbraio 1561, il Pontefice Pio IV crea Girolamo Cardinale, coi titoli di S. Martino in Monte. Lo stesso anno, il .28 aprile, seguito da un carteggio di notabili correggesi - fra cui il letterato Rinaldo Corso - entra in Roma ricevuto dal Card. Farnese con la sua Corte.
Nel 1566 partecipa al Conclave per l'elezione di Pio V e riceve dal nuovo Pontefice il governo di Ancona.
Temendo uno sbarco dei turchi in quella città, la fortifica ed in breve tempo la pone in perfetto stato di difesa, sicchè il Pontefice, soddisfatto, affida a Girolamo il comando militare delle Marche.
Nel 1569, per influenza del Re di Spagna Filippo II, ottiene dal Papa l'Arcivescovado di Taranto. Tre anni dopo partecipa al conclave in cui fu eletto Papa Gregorio XIII. Per poco, dicono le cronache, egli stesso non fu nominato Pontefice.
Muore nello stesso anno, 1572, il giorno 9 di ottobre.
Girolamo fu una bella figura di prelato-guerriero, ma come appare dalle sue lettere, assai più guerriero che prelato e fu giudicato " fiero sino alla violenza e severo sino alla durezza ". Se i tempi lo avessero consentito, avrebbe forse rinverdite le glorie militari del suo avo Giberto V.
Malgrado la sua durezza fu tenerissimo verso la madre, affezionato alla sorella Costanza ed amantissimo del figlio, che viziò idolatrandolo.
In Correggio Girolamo protesse le lettere, le scienze e le arti e promosse civili istituzioni. Eresse il Monte di Pietà, istituì il Collegio dei Notai e raccolse gli Statuti cittadini.
Fu benvoluto dai monarchi Carlo V, Filippo II, Ferdinando I, Massimiliano II e da vari Pontefici.
Gli furono larghi d'encomio il Guidiccioni, Mons. della Casa, Annibal Caro, Paolo Giovio e molti illustri. Ortensio Landi, nell'opera " Oracoli dei moderni ingegni " riporta vari suoi motti.
L'importanza della sua opera nella vita civile del suo tempo è notevole. Ancora più grande è l'influsso che egli ebbe sui membri della sua famiglia ed il prestigio che loro procurò.
Disgraziatamente il figlio Alessandro, alla morte del padre, si pose in lite cogli altri da Correggio, dando inizio a discordie ferocissime e a cause civili agitatesi persino innanzi al Tribunale Cesareo, provocando un grande indebolimento della Casa di Correggio.
Di Girolamo si conoscono alcuni ritratti, di cui uno, di pregio, conservato nel locale museo.