Riccardo Finzi
Gli Estensi
Correggio nella storia e nei suoi figli, Arca Libreria Editrice, 1984

Colla caduta dei da Correggio e la loro fine in linea maschile, andarono perduti e dispersi i tesori d'arte già raccolti nel Palazzo dei Principi e nella villa di campagna di Mandriolo.
Dall'anno 1635 il Principato rimase feudo degli Estensi sino all'unità d'Italia e seguì le sorti, in quanto a linea politica, del Ducato di Modena.
Il Duca lasciò per molto tempo una certa autonomia al Principato, facendolo reggere da un Governatore e volle che gli Statuti raccolti dal Card. Girolamo continuassero a venire osservati.
Il feudo di cui il Duca si era insignorito, comprendeva oltre Correggio, i territorio degli attuali comuni 'di Rio Saliceto, Campagnola e Fabbrico. li feudo originario comprendeva anche Rossena, Rossenella e Gombio, ma quei territori vennero perduti dai Correggesi nel 1613.
La Casa da Correggio, nella sua lunga e non inonorata storia, s'era impadronita, o ne fu investita, oltre ai feudi originari citati, di vari luoghi, quali: Bagnolo (in Piano), Bazzano, Berceto, Brescello, Casalpò, Castellazzo (nell'Alessandrino), Castelnuovo Sotto, Colorno, Gualtieri, Guastalla, Medesano, Montechiarugolo, Novellara, Parma, Poviglio e Val di Campegine, per tacere di luoghi di minore importanza.
Sotto il governo Estense, Correggio godette di una relativa tranquillità. Ma i suoi guai, seppure in misura minore, ebbero a ricominciare circa trent'anni dopo la caduta del principato.
Dopo la pace di Vestfalia (1648) che chiudeva vittoriosamente per la Francia la guerra dei trent'anni tra Francia e Impero, la Spagna era rimasta sola a combattere contro l'Impero.
Il Duca Francesco 1, per poter eliminare la potenza Spagnola, che minacciava il Ducato e presidiava Correggio, s'era pericolosamente accostato alla Francia. Di qui la lotta degli Spagnoli, che occupavano il Ducato di Milano, contro il territorio Estense.
Alle prime avvisaglie di guerra il Duca aveva approfittato della situazione per prendere prigioniero, e senza combattere, l'esiguo presidio Spagnolo di Correggio. 1 militi arresisi nel 1655 al Conte Baiardo, ch'era piombato su Correggio a capo di 800 Cavalieri, furono in tutto 127 compresi gli Ufficiali.
Ma l'anno appresso sembrò che le sorti favorissero i nemici dell'Estense, che in continue scorrerie rapinavano e distruggevano il territorio correggese. In quell'occasione furono abbattuti vari ponti sia in confine col Carpigiano che col Reggiano e, fra gli altri, il ponte sul Naviglio di Via Carletti, ponte non ancor oggi ricostruito.
Sembrò anzi che Correggio dovesse venire smantellata, tanto che nell'ottobre dei 1658 il Duca ordinò alla popolazione di sgombrare la Città e di portarsi con ogni masserizia fuori delle sue mura.
I cittadini ricorsero allora al patrocinio della SS.ma Vergine della Rosa e del Martire S. Quirino, facendo un voto che, per lungo tempo, Correggio onorò con processioni, in occasione della seconda domenica di Pasqua d'ogni anno.
Per fortuna la Pace dei Pirenei, stipulata nel 16591 fu favorevole alla Francia e così svanì ogni minaccia per Correggio.
E' interessante il conoscere che, in occasione di quella guerra, nell'anno 1658 Correggio riebbe il suo piccolo esercito, composto di gente locale, agli ordini di un capo di nomina Ducale. Questo esercito si occupò dell'incolumità delle persone e dei loro averi, spesso combattendo le bande nemiche che infestavano le campagne uccidendo e devastando.
Un lungo periodo di pace dette a Correggio un relativo benessere.
Circa nel 1676 si costituivano a Correggio le due Accademie letterarie degli Incogniti e degli Indifferenti.
Correggio era stata ornata di Accademie anche tanto tempo addietro. La prima di esse venne fondata dalla Gambara nel 1520, seguita dalla Accademia dei Filogariti, fondata prima del 1554 da Rinaldo Corso (14).
Verso la fine dei sec. XVI venivano poi fondate le altre due Accademie dei Trasformati e degli Scioperati. Forse quest'ultima Accademia era tutt'una con quella degli " Spensierati ", fondata dal Conte Camillo col suo chirografo del 12 aprile 1593.
Anche le prime modestissime industrie si avvantaggiarono del lungo periodo di pace.
Nell'anno 1670 veniva curato il riesame degli Statuta Civitatis Corrigia a quel tempo ancora vigenti a ricordo del Principato, Statuti la cui validità ebbe a durare ancora per un secolo e cioè sino alla pubblicazione del Codice Estense, che nel 1773 abrogava gli antichi Statuti locali del Ducato.
Gli Statuti di Correggio si compongono di due parti distinte. La prima, in lingua latina, che costituisce gli statuti veri e propri. La seconda in lingua italiana, avente per titolo: Costituzioni ovvero gride della Città di Correggio et sue pertinenze.
La prima parte è divisa in tre libri e la seconda in quattro. Gli Statuti si occupano di un po' di tutto, anche di regolamentazioni che starebbero bene considerate a parte in leggi speciali, e ciò senza distinguere nettamente la materia civile da quella penale e commerciale e comprendendo pure la procedura.
Il secondo ed il terzo libro della prima parte si occupano diffusamente anche di agricoltura, dettando precise norme allo scopo di incrementare la produzione e precisando, ad esempio, come si debba arare e zappare la terra.
Questa prima parte degli Statuti venne già raccolta dal Card. Girolamo da Correggio e contiene aggiunte posteriori. Infatti al Cap. 45 dei terzo libro, che si occupa dei danni recati dalle galline a vigneti ed orti altrui, segue un bando relativo alle cause d'Appello, datato 10 febbraio 1576, seguito ancora da altri capitoli in date diverse, sino all'anno 1652.
Indubbiamente questi Statuti nascono da gride precedentemente emesse in varie occasioni e particolarmente più a difesa dei Dinasti, dei, Nobili e dei proprietari terrieri che del popolo, o comunque dei semplici cittadini.
La seconda parte degli Statuti, ossia le Costituzioni scritte in Italiano trattano indifferentemente di ogni materia e, grosso modo, secondo la seguente suddivisione: il primo libro tratta del culto e delle persone; il secondo di finanza; il terzo di sicurezza pubblica ed il quarto di caccia e campagna.
Le Costituzioni sono datate il 23 aprile 1625. La pubblicazione degli Statuta Civitatis Corrigia venne curata dai giureconsulti jacopo Bezzecchi ed Agostino Zuccardi, sotto gli auspici della Duchessa Laura e stampata a Modena nel 1675 pei tipi dei Soliani.
Un'opera di molta importanza veniva attuata nel 1683: un Ospedale per gli infermi, eretto a cura e spese della Confraternita di S. Sebastiano, su area donata dal Duca purchè il pio luogo conservasse carattere laicale. Già Correggio possedeva Ospizi, un Monte Pegni eretto nel 1544 ed altre pie Istituzioni.
A Correggio la tranquillità doveva durare pochi anni ancora perchè in occasione della guerra per la successione di Spagna - che nelle sue tre fasi ebbe a durare dal 1700 al 1712 e si chiuse l'anno appresso coi trattato di Utrecht e nel 1714 col trattato di Rastadt - il suo territorio venne invaso dalle soldatesche di vari eserciti che vi si fermarono per anni, gravando sui correggesi per requisizioni e contributi forzati, nonchè uccidendo e devastando.
Il periodo di maggior difficoltà per il territorio Correggese apparve nel 1703, allorchè lo stesso subì quasi tutto il peso dell'esercito francese di Vendóme, forte di circa 15.000 uomini. Un secondo periodo di gravi difficoltà sopraggiunse poi dall'agosto 1706 al maggio 1707, allorchè i tedeschi del Principe Eugenio si sostituirono ai francesi. In tale occasione il saccheggio e la distruzione di fieno e granaglie fu tale che nel febbraio dei 1707 convenne uccidere il poco bestiame rimasto, affinchè non morisse di fame, e con la carne supplire alla mancanza di granaglie.
Correggio si era arricchita di una nuova Accademia, quella dei Teopneusti che, sorta nel 1703, veniva aggregata, nel 1724, all'Arcadia di Roma col titolo di Colonia Estense. L'Accademia doveva aver vita per circa un secolo.
Erano stati, intanto, chiamati a Correggio i Padri delle Scuole Pie, nell'anno 1722, ed ebbe inizio il Collegio Calasanziano.
Ma altre nubi di guerra si profilavano allo orizzonte a seguito della guerra di successione al trono di Polonia (1733-1738). Nel territorio piombarono prima gli Alemanni e quindi i FrancoSardi. Di conseguenza si ebbero le solite requisizioni, i contributi forzati, le rapine. Tornata la pace e così liberato il territorio da ogni influenza straniera, per l'attività del Duca Francesco III, dall'anno 1740 e durante lo spazio di un trentennio, vennero soppressi, ed aggregati ad altri Enti, coi loro beni, vari Istituti religiosi e pii, limitata la manomorta e sottoposte all'imposta le terre del clero.
L'opera di soppressione di Confraternite, Chiese e Conventi ebbe a continuare col governo del Duca Ercole III: sovrano che era maturo per una profonda riforma del suo stato, sotto l'aspetto economico, mentre esaltava il principio autoritario della nobiltà.
Lo stesso Duca, a norma degli Editti del 1765, nell'anno 1789 sanzionava l'iscrizione nel
Libro d'oro dei cittadini nobili Correggesi. Questi vennero divisi in due classi, di cui la prima comprendeva le famiglie comitali e le famiglie nobili per concessione dei da Correggio. La seconda classe comprendeva le famiglie divenuti nobili per diritto statutario di Correggio, avendo uno o più dei loro membri coperte le cariche di Anziano, Priore o Provvisore del Pubblico (15).
Negli stessi anni, con inizio dal 1786, d'ordine dei Duca Ercole viene compiuta la nuova numerazione dell'abitato di Correggio.
La città è divisa in 6 rioni o quartieri e cioè: Quartiere di S. Quirino, con case numerate da 1 a 73, lettera A; quartiere del Portico lungo (o di Via Borgovecchio) coi numeri da 74 a 152, lettera B; quartiere del Filatoio, dal numero 153 al 197, lettera C; quartiere di S. Domenico, dal n. 198 al 249 e la lettera D; quartiere di S. Francesco, n. 250 a 303 e la lettera E; quartiere di Piazza Padella, dal n. 304 al 362 e la lettera F.
Sono in tutto 362 case, comprendenti ogni edificio pubblico e privato, con circa 2000 abitanti entro le mura (16).
L'anno 1789 portava a Correggio altre novità, poichè Ercole, con Editto del 2 settembre diede una nuova costituzione all'Amministrazione Comunale della Città uniformandola a quella dello Stato. Per la nuova legge vennero preposti alla Amministrazione di Correggio un Priore e due Provvisori assistiti da un Consiglio di nove cittadini, denominati Conservatori (17). L'anno appresso venne curata l'apertura di un nuovo cimitero cattolico, già da vari anni deliberata, intorno alla chiesa denominata " Madonna della Rosa ": cimitero che venne poi ampliato e cintato da muro nel 1822.
Già prima dell'avvento della Rivoluzione, Correggio aveva progredito in ogni campo e le sue istituzioni si erano mostrate all'altezza dei tempi.
I Cittadini erano devoti alla Casa Estense che aveva dominato l'ex Principato con patriarcale paternalismo. Scarsa fu quindi, da principio, la adesione alla causa rivoluzionaria.