Riccardo Finzi
Il periodo napoleonico
Correggio nella storia e nei suoi figli, Arca Libreria Editrice, 1984

Mentre nella Città di Reggio, fra il 25 ed il 26 agosto 1796 si piantava in piazza l'Albero della Libertà, a Correggio il 2 Settembre successivo si cantava in S. Quirino un solenne Te Deum di ringraziamento per la generosità di Ercole III che si era impegnato di pagare del proprio ai Francesi le contribuzioni armistiziali imposte da Napoleone al Ducato di Modena.
Allorchè i Francesi combattevano sotto la Città di Mantova, Correggio allargava le fosse e faceva buona guardia alle mura per timore che i Reggiani ivi giungessero ad imporre l'albero della Libertà. Correggesi accolsero anzi con cordiale ospitalità un gruppo di tedeschi in fuga, sortiti da Mantova. Ed è solo quando le truppe Francesi giungono a Correggio, che alcuni popolani l'8 ottobre, in piazza sotto l'orologio, piantano l'albero della Libertà.
Napoleone Bonaparte giunge in Città nella mattina del 15 ottobre e ripassa nel pomeriggio,
reduce da Guastalla e Novellara, ossequiato al suo arrivo dalle autorità ex-Ducali.
Il giorno dopo, per ordine di Napoleone, venne bruciato in piazza il Libro d'oro dei Nobili Correggesi.
Una Municipalità provvisoria composta in gran parte di aderenti al vecchio regime veniva presieduta dal Canonico Arciprete Quirino Forti (18).
Le elezioni regolari vennero tenute un anno dopo, come appare dal processo verbale del 19 marzo 1797.
Correggio costituì il 2" distretto del Dipartimento del Crostolo, arricchito da alcuni villaggi come Cognento e S. Michele della Fossa, nonchè dalle due ville di Prato e Lemizzone.
L'Amministrazione Comunale venne composta da 30 Consiglieri, nel cui seno venivano eletti Assessori e Sindaco. Primo Sindaco della Correggio Repubblicana fu il Dott. Luigi Fabbriani.
Già con decreto del 21 Messidoro (10 luglio 1796) del Direttorio Esecutivo, furono soppressi gli ordini religiosi, le Confraternite, i Capitoli e le Collegiate e parte dei redditi degli Enti soppressi ebbero poi ad arricchire le locali Opere Pie.
Viene armato un battaglione di Guardia Nazionale, costituito un Circolo Repubblicano e compiuto con scritti e discorsi l'indottrinamento dei popolo.
Nel 1799, in occasione dell'ingresso in Città degli Austro-Russi, si dà la caccia ai Liberali, che vengono incarcerati, e si canta in S. Quirino un Te Deum di ringraziamento per il ritorno al vecchio ordine di cose. Si raccolgono frettolosamente le armi per consegnarle alle truppe occupanti e si scrivono di nascosto satire e poesie per l'una e per l'altra fazione. Ma l'interregno è breve. Nel giugno del 1800 altro Te Deum viene cantato per la scarcerazione dei Liberali ed il ripristino dell'ordinamento Repubblicano.
A seguito di varie leggi del 1798-1802-1803, si diversificava la ripartizione territoriale. Colla legge del Rep. Cisalpina del 28 vendemmiale - anno X, Correggio diviene Capoluogo del 11 Circondario - di 33.182 anime - composto dei seguenti Comuni e luoghi: Argine; Bagnolo con Pieve Rossa; Boretto; Brescello; Cognento; Canolo; Cogruzzo e Canetole; Cà del Bosco di sopra; Cà del Bosco di sotto; Campagnola; Fosdondo; Fabbrico; Gualtieri colla Pieve - Lentigione; Meletole; Mandrio; Mandriolo; Novellara e annessi; Rolo; Seta; S. Michele; S. Tommaso; S. Maria; S. Vittoria; S. Giovanni della Fossa; S. Prospero; S. Savino; S. Giorgio del Rio.
Per ultimo, Correggio diviene Il Cantone del Il Distretto del Dipartimento del Crostolo, nonchè Comune di Il Classe. Ad esso sono sottoposti i Comuni di 111 Classe: S. Tommaso della Fossa (con S. Giovanni, S. Maria e S. Michele); Campagnola; Fabbrico; Prato (con Lemizzone); Budrio (con S. Prospero); Canolo (con Fosdondo); Rio Saliceto.
A capo del Comune di Correggio viene posto il Podestà Pietro Saccozzi, che ne resse l'Amministrazione sino al 1814.
Durante il periodo Repubblicano e quello del Regno Italico vennero compiute notevoli riforme nell'amministrazione, istruzione, milizia e sanità. Ma nonostante che le menti dei migliori cittadini fossero orientate verso l'ordine nuovo, nessun Correggese ebbe a distinguersi nel campo politico. Tanto che nel complesso la città rimase fondamentalmente ligia al Duca.
Così che quando il Podestà Pietro Saccozzi consegnò a Francesco IV le chiavi della città, il 12 ottobre 1814, potè pronunciare lealmente le seguenti parole: " 1 vostri sudditi di Correggio nei tempi scorsi, hanno saputo adattarsi alle circostanze ed ubbidire alla forza, ma non hanno mai creduto di dover presentare le chiavi della lor città che al legittimo lor sovrano ... " (19).