Riccardo Finzi | |
La Contea | |
Correggio nella storia e nei suoi figli, Arca Libreria Editrice, 1984 |
Prima di Guido il Castello di Correggio era cinto da un terrapieno interrotto e difeso da alcune torri e circondato da una larga e profonda fossa. Vi dava accesso una sola porta a settentrione.
Il Borgo si stendeva di fronte a detta porta e sembra fosse difeso solo da una fossa.
Cinto il castello ed indi il borgo di mura merlate, vi si aprirono due porte, una ad est ed una ad ovest e l'abitato assunse così, per molto tempo, un assetto statico, senza possibilità di sviluppo.
Fino al Sec. XV Correggio, come borgo, ebbe un'importanza minima nella Storia d'Italia
e non conobbe lo splendore dell'epoca dei Comuni, adagiato come rimase nell'inerzia politica di centro rurale.
1 suoi Signori invece tendevano ad ingrandire il feudo con acquisti e bellicose imprese e a far si ch'esso non dovesse frazionarsi a seguito di naturale successione dei membri della famiglia.
Solamente il 25 maggio 1452 i da Correggio ottennero dall'Imperatore Federico III, con l'investitura del feudo, l'elevazione dei Castello di Correggio a Contea Nobile, con 59 luoghi di cui, in parte, i Correggesi avevano da tempo perduto il dominio. D'allora, per concessione di Federico, l'arme dei da Correggio si arricchisce di un'aquila nera in campo giallo, con a lato due leoni rampanti, con gigli sulla testa, in campo turchino.
Già nell'anno 1449 quei Signori avevano giurata una " Transazione per la conservazioni dello Stato ", arbitrata dal Duca Borso d'Este, secondo la quale il feudo diveniva indivisibile ed in perpetuo governato dal più vecchio della Casata.
Questa transazione viene poi confermata dall'Imperatore Federico 111.
Di un certo rilievo è la figura del Conte Manfredo, figlio di Gherardo, che prese le redini del piccolo stato di Correggio nel 1455. La sua amicizia con Borso d'Este, il gran pacificatore, doveva fruttificare pace e un decisivo accordo pro confini fra lo stato di Modena e quello di Correggio: accordo stipulato il 14 luglio 1456 (6). Tre anni dopo, il 5 marzo 1459, con Rogito Balbi viene appaltata dagli Anziani, a tal Guardabasso, la costruzione di nuove mura cittadine, ampliando la cerchia delle vecchie mura.
E' poi a Manfredo ed alla moglie Agnese Pio che si deve la fondazione della nuova Chiesa di S. Francesco (l'attuale) che dovette apparire grandiosa nei confronti dell'altra chiesa costruita circa cinquant'anni prima e demolita per far posto alla nuova.