| Riccardo Finzi |
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| Il Teatro | |
| Correggio nella storia e nei suoi figli, Arca Libreria Editrice, 1984 |
Sino al sec. XVII a Correggio non furono rappresentati pubblici spettacoli. Trattenimenti e feste si svolgevano invece nei palazzi di Corte o nelle grandi Ville di campagna, ove i Signori di Correggio ospitavano gli Illustri personaggi di passaggio, i nobili al loro od all'altrui servizio ed i Dinasti delle piccole Corti vicine.
Così che al tempo del principato, e precisamente nell'anno 1621, volendo il Principe Siro rappresentare a Correggio, con grande sfarzo, la tragicommedia "Il Pastor Fido" di G. B. Guarini - con intermezzi inventati per l'occasione dal Poeta Correggese Nicolò Bonasio - non trovò di meglio che allestire lo spettacolo nel cortile giardino del Palazzo dei Principi.
Per trovare poi le traccie di un piccolo teatro - anche se assai modesto - dobbiamo attendere l'anno 1660, in pieno dominio Estense, allorchè alcuni dilettanti - qualificatisi per studenti - chiesero ed ottennero dal Duca di usufruire del piano terreno di un palazzo di pertinenza della Camera Ducale, Palazzo che fu già fastosa dimora dell'illustre umanista Niccolò, detto il Postumo, Conte di Correggio (1450-1508). E l'anno appresso, il 9 maggio 1661 venna a Correggio il Serenissimo D. Alfonso di Modena con tutta la Corte per pigliare il giuramento di fedeltà da quel popolo havendo havuto la investitura di quel Stato dal Imperatore; e con questa occasione quei Signori di Correggio li recitorono due Comedie per darli trattenimento. (A.M.P. - Corr. -Cart. 5 5).
Il palazzo di Niccolò confinava a Nord con un Oratorio dedicato a S. Luigi ed a sud con altro grande fabbricato che fu dei Signori di Correggio.
I suoi antichi giardini erano posti ad Est. Per riferirsi ai tempi attuali, diremo che il palazzo era posto fra il Palazzo Principi ed il Palazzo Cagarelli, con fronte sul Corso Cavour.
La parte di costruzione concessa ai dilettanti era costituita da una larga sala ed altri ambienti più piccoli.
La soluzione, pure se provvisoria, si dimostrò sufficiente per le esigenze d'allora. Ma pochi anni dopo, visto il successo del rudimentale teatro, il palazzo venne parzialmente demolito per erigere, nello stesso luogo, un più ampio teatro costruito in legno. Parteciparono alla spesa dei lavori sia la Comunità che le principali famiglie Correggesi. Nel 1666 figuravano nel Teatro 56 palchi su 4 ordini oltre le loggie. Seguirono ampliamenti e restauri, di cui i più importanti ebbero luogo nel periodo Napoleonico.
Per molto tempo il teatro di legno accolse spettacoli comici e lirici ed in esso, verso la fine del '700, si rappresentarono i primi lavori teatrali in musica di Bonifazio Asioli, con la partecipazione dei suoi familiari e di altri musicisti locali.
Dal 1819 al 1835 le opere di Rossini furono le grandi trionfatrici delle scene correggesi, alternate dalle opere di Mercadante, Pacini e Bellini. Il teatro godette di sempre miglior fama e vide accorrere in quel ristretto spazio sempre più numerosi gli spettatori. Ma verso la metà del sec. XIX il Teatro non dovette essere più in grado di assolvere alle funzioni di tempio dell'arte.
Infatti ristretta era la platea, quanto il palcoscenico, come appare da una pianta del 1846. Molto sviluppato era invece l'apparato dei palchi, in quanto questi apparivano nel numero di ben 91, su cinque ordini. I nomi dei proprietari segnati nella pianta citata rivelano chiaramente come il ceto nobile ed il ceto medio della buona borghesia costituissero a quel tempo il fulcro della cittadinanza Correggese (A.M.P. - Corr. - Cart. 55).
Certo è che l'Amministrazione Comunale di Correggio, presieduta dal Dott. Pietro Ruffini, nell'anno 1849 deliberò di acquistare da Alessandro Cottafavi - ch'era proprietario del contiguo palazzo che fu dei Signori di Correggio (ora Cagarelli) - l'area posta ad est della vecchia costruzione lignea. Ciò per permettere che un'ampia area risultasse sufficiente alla costruzione di un nuovo, moderno e funzionante teatro.
Il progetto dell'importante costruzione venne commesso all'Architetto Comunale Francesco Forti, che approntò l'opera ideando un teatro giudicato a quei tempi confortevole e completo.
Il teatro appariva costituito come l'attuale per ciò che riguarda il suo interno - con una sala a ferro di cavallo, vasto palcoscenico, tre ordini di palchi e camerini di servizio, palco reale, loggione. Nella parte anteriore del Teatro prendevano posto altre sale al pianterreno, un ridotto al I' piano, nonchè l'abitazione del custode.
Il preventivo presentato riportava una spesa presunta di L. 32.021,45, di cui L. 834,25 dovevano servire per le opere di demolizione dei vecchi fabbricati esistenti. Somma notevole, quando si pensi che le entrate effettive iscritte nel Bilancio Comunale del 1849 furono di L. 41.221,55.
All'erezione del teatro dovevano partecipare, pro quota, i 60 palchettisti, in base alle spese da sostenersi per la costruzione dei palchi e dei relativi camerini.
Nell'anno 1850 venivano appaltati i lavori, vinti da una Ditta, costituita per l'occasione, da Amedeo Diacci (detto Flicori) e Geminiano Marchi, ambedue Capomastri, a cui si unirono per le necessarie garanzie, il Dott. Orazio Guzzoni ed il Signor Felice Aimi.
Nel settembre dello stesso anno iniziò la demolizione dei vecchi fabbricati e la costruzione fu rapidissima per ciò che concerneva il nuovo Teatro, tanto che nel mese di ottobre dell'anno 1852, in occasione della Fiera di S. Luca, esso venne aperto per la sua prima rappresentazione, con la opera di Gaetano Donizzetti " Lucrezia Borgia ", il cui nome, a motivo politico-religioso, era stato sostituito con l'altro più innocuo nome di " Eustorgia da Romano ".
Poco prima dell'apertura il teatro venne denominato dall'Amministrazione: " Nuovo Teatro Comunale Antonio Allegri ".
La sua decorazione venne compiuta dal pittore Correggese Andrea Capretti, che curò la volta della sala, e dal pittore Tosi. Ciò mentre il pittore Manzini di Modena approntava gli scenari.
Alla prima rappresentazione dell'opera nel nuovo teatro ebbe a partecipare di persona il Duca Francesco V, contornato dal suo stato maggiore. Il teatro piacque al Duca, che volle congratularsi con l'Arch.Torti, ideatore e progettista della notevole costruzione.
Il collaudo della costruzione, a tutti gli effetti legali, venne compiuto nell'anno 1854.
La facciata del grande fabbricato non era però ancora compiuta. E ciò sia perchè non piacque interamente il progetto presentato, sia per la spesa, che il Comune non poteva a quel tempo sostenere.
C'era poi da liberare interamente il doppio fianco del Teatro e da approntarne le vie laterali.
Altre complicazioni sorsero poi per il fatto che il Comune acquistò, o dovette acquistare le colonne marmoree che dovevano ornare l'ex-Palazzo Ducale di Modena. Nel 1868 le colonne vennero trasportate a Correggio ed il nuovo progettista della facciata, l'ing. Tegani di Reggio, dovette tenerne conto per il nuovo progetto eseguito nel 1872-1873.
Nella facciata vennero collocati quattro medaglioni effigianti gli illustri Correggesi Bonifazio Asioli, Claudio Merulo, Niccolò da Correggio, detto il Postumo, e Samuele Jesi. 1 medaglioni vennero scolpiti nel marmo dallo scultore Correggese Eusebio Casalgrandi.
Dall'anno 1852, in ogni stagione autunnale si dettero nel Teatro eccellenti rappresentazioni. Al " Nabucco " di Verdi, rappresentato nel 1854, seguì l'opera lirica " Lea " del Correggese Ferdinando Asioli, su libretto dell'altro Correggese G. Battista Fantuzzi, rappresentata nel 1856. Poi fu la volta di Bellini, con " Beatrice di Tenda ", nel 1857, seguito da Donizzetti col " Don Pasquale " nel 1858 e da Verdi col " Trovatore ", nello stesso anno.
Nè venne dimenticata la prosa, da rappresentarsi durante l'inverno e la primavera, così che
felicemente il teatro ebbe a soddisfare ogni gusto artistico dei Correggesi. E poichè la dedicazione del Teatro ad Antonio Allegri, la cui gloria nulla aveva a che vedere con le Muse Euterpe e Talia, sembrava disadatta, il Consiglio Comunale di Correggio, accogliendo una proposta dei Consigliere Vittorio Segrè, il 14 agosto 1880 votava che il Teatro venisse di poi dedicato al musicista Correggese Bonifazio Asioli (1769-1832) maggior gloria musicale della Città.
Si susseguirono sino al 1874 le opere dei musicisti più in voga: " Lucia di Lammerrnoor " e " Poliuto "di Donizzetti, nel 1862 e 1863. Verdi trionfò coll'" Ernani " nel '64; poi fu la volta di Ricci, con " Crispino e la comare " nel '65; ancora Verdi con la " Traviata " nel '66. Le opere di Bellini con la " Sonnambula ", Buzzi con "L'indovina ", Apolloni con " L'Ebrea ", Ponchielli coi " Promessi Sposi " e Lauro Rossi con la " Contessa di Mons " vennero rappresentate successivamente sino al 1874.
L'anno 1880 fu assai felice per l'opera lirica a Correggio, poichè con inizio dal 3 ottobre venne rappresentata nel Teatro, in maniera spettacolare, l' "Aida" di Verdi, rappresentazione che ebbe immenso successo, la cui eco durò, incredibilmente, per quasi mezzo secolo.
Seguirono altre rappresentazioni sino all'anno 1888. Ma il 22 settembre 18891 alle ore 4 e un quarto del mattino venne dato l'allarme per un grave incendio che, coi deficienti mezzi d'allora, non fu possibile domare. I danni furono tanto gravi da venire giudicati a prima vista, assommanti a più di diecimila lire.
Subito l'Amministrazione provvide ad incaricare l'ing. comunale Giuseppe Aimi, di redigere il progetto di ricostruzione dell'edificio. E l'ing. Aimi, visti i difetti del precedente Teatro, provvide a progettarne la ricostruzione, ma con le opportune modifiche. Egli infatti progettò di rialzare il tetto del palcoscenico per dar modo di alzare le tele senza arrotolarle, previde il miglioramento dei servizi igienici ed apportò modifiche pure nel prospetto del Teatro, disegnandone il frontone ed ideando l'ingresso al fabbricato, a mezzo di tre porte principali.
L'ing. Aimi presentò il progetto in data 29 giugno 1890: progetto che venne approvato dalla Amministrazione, in allora presieduta dal Sindaco Cattania. 1 lavori vennero posti all'asta e vinti dal Capomastro Marchi Pio, di Villa S. Martino di Correggio.
Il preventivo delle opere appaltate risultava di L. 17.723,94, con esclusione degli accessori (sipario, scene, macchine teatrali, ecc.) ma comprendente anche la sistemazione delle due vie laterali Contarelli e Giardino.
I lavori ebbero inizio il 21 settembre 1890, ma per deficienza di fondi, imputabile sia all'Impresa che al Comune, andarono a rilento e durarono ben nove anni, terminando nel 1898.
Le decorazioni furono compiute sotto la direzione del pittore reggiano Giulio Ferrari, che nel 1897-98 curò la volta del Teatro, e dal pittore G. Ponga.
Ma ancora il teatro non era apribile, data la deficienza di vari accessori indispensabili. E nello stesso anno 1898 e precisamente il V settembre, su proposta dell'Avv. Arnaldo Ghidoni, venne iniziata una raccolta di fondi - per pubblica sottoscrizione - onde provvedere a quanto mancante. La somma generosamente offerta fu di L. 1300. Ed essa dovè bastare. Il solo sipario di velluto rosso, splendidamente ricamato, affidato all'opera della Ditta Gedeone Levi di Correggio, venne a costare ben 800 lire.
Seguì la fastosa apertura ed in seguito furono rappresentate felicemente opere liriche, quanto opere drammatiche in prosa e commedie, il tutto seguito di volta in volta dal maggior interesse cittadino. Senonchè la sera del 17 gennaio 1909, a seguito di una proiezione cinematografica (la prima del suo genere in quel teatro) prodotta dalla Ditta Pettine, la pellicola si incendiò nel palco reale, con pochi danni alle cose e molto panico fra gli spettatori, forse memori del grande incendio dei 1888. Nel fuggì fuggi generale, si ebbero a lamentare un morto e vari feriti.
Restaurati i piccoli danni, le rappresentazioni ripresero nello stesso anno.
Nell'anno 1924-1925, al tempo del Commissario Battelli, furono compiuti alcuni lavori di miglioramento dei servizi, come ad esempio provvedendo all'impianto di riscaldamento con termosifone ad acqua calda, e riformando i servizi igienici.
Per cìò che riguarda le opere liriche, dalla fine della I' guerra mondiale sino all'anno 1943, rimasero famose la " Wally " di Catalani, " Otello " di Verdi ed il " Lohengrin " di Wagner.
E si può dire con certezza che nella storia dì quel Teatro furono rappresentate le opere liriche dei più famosi musicisti, quali ad esempio, oltre a quelli nominati, Bizet, Cilea, Mascagni, Puccini, Zandonai ed altri.
Anche la prosa non va dimenticata, perchè calcarono le scene del Teatro di Correggio tutte le principali compagnie italiane.
Nell'anno 1943, sotto l'amministrazione podestarile Barbanti-Sìlva, il Teatro venne affittato ad uso cinematografico, salvo alcune annue rappresentazioni teatrali che vennero eseguite con mezzi assai modesti.
Nell'anno 1960 il teatro, danneggiato negli impianti, nei servizi e nelle decorazioni, venne restituito dai suoi gestori al Comune di Correggio.
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