Riccardo Finzi
Samuele Jesi
Correggio nella storia e nei suoi figli, Arca Libreria Editrice, 1984

In una casa di Correggio prospiciente sul Corso Mazzini e censita al n. 10, il 4 settembre 1788, nacque Samuele Jesi, da Isaia ed Allegra Norsa.
Sino dall'infanzia il nostro manifestò indubbi segni di grande disposizione all'arte dei disegno schizzando, a matita e carboncino, vedute e visi singolari.
Inviato giovanissimo a Bologna presso la scuola del Rosaspina, fece rapidi progressi, divenendo un ottimo incisore. Il nostro si trasferì poi a Milano. alla scuola di Giuseppe Longhi.
Ormai espertissimo nell'arte del bulino, si accinse ad un grande lavoro: l'incisione del Ripudio di Agar, dal dipinto del Guercino; lavoro che fu premiato all'Accademia di Milano e che fece considerare il nostro, uno dei migliori incisori italiani.
A Milano, Jesi conobbe vari illustri e strinse amicizie con Vincenzo Monti e Pietro Giordani.
Nel 1825 Jesi si stabilì a Firenze, ospite del marchese Torrigiani. Ivi incise vari rami, fra cui ritratti e Madonne, ed il Leone X - di grandi dimensioni - ritenuto il suo capolavoro.
Attratto dal fulgore artistico della capitale francese, fu a Parigi, ove pubblicò il " Leone X " che gli valse la nomina a Membro dell'Istituto di Francia e le insegne della Legion d'Onore.
Disegnatore valentissimo, fece ivi molti ritratti in bianco e nero, soprattutto di artisti, e si legò d'amicizia coi celebri pittori Vernet, Labouchère e Delaroche.
Tornato a Firenze nel 1847, si accinse a riprodurre il dipinto del Cenacolo di S. Onofrio - scoperto in quei giorni - in una incisione di eccezionali dimensioni. Lavorò venti mesi per preparare il disegno; passò poi ad incidere il rame e quanto questo fu pressochè ultimato, si spense il 17 gennaio 1853, all'età di 64 anni.
La sua morte sollevò grande cordoglio e Firenze gli tributò solenni funerali.
Jesi fu tenuto in gran conto dagli artisti Sabatelli, Benvenuti, Bezzuoli, Bartolini, AnderIoni, Toschi ed altri ed ebbe carteggio con Niccolini, Rosmini, Carrer, Cicognara, Grossi, R. D'Azeglio, Guizot e Thiers. Giuseppe Giusti gli fu arnicissimo. Fu socio corrispondente e membro delle Accademie di S. Petersburg, di Francia, Milano, Bologna, Genova, Pistoia e Ravenna e professore onorario dell'Accademia Fiorentina di Belle Arti. Venezia lo invitò ad occupare la cattedra d'incisione di quella accademia, dimostrandogli una stima grandissima; ma il nostro, oberato di lavoro, non potè trasferirsi nella città lagunare.
Il re di Prussia lo insignì della Croce di Cavaliere dell'Aquila Rossa ed altri sovrani gli inviarono omaggi.
Nella sua vita il nostro incise 22 rami, comprendenti, oltre i lavori nominati, i ritratti di Cellini, Fracastoro, S. Tommaso d'Aquino, Aristotile, Raffaello, Giuseppe Longhi, Cosimo Ridolfi. Fra i lavori vari sono notevoli la Madonna della cattedrale di Lucca, dipinta da Fra Bartolomeo; la Madonna col Bambino di Casa Tempi, da un dipinto di Raffaello; Apollo e Dafne, da un dipinto dell'Appiani.
I suoi disegni a matita, carboncino e sanguigna, assai numerosi, sono sparsi un po' ovunque anche a Correggio.
Oggi, che con mezzi meccanici si possono riprodurre perfettamente ed in pochissimo tempo i capolavori dell'arte, si riesce difficilmente a comprendere il pregio di una incisione in rame. Invero l'incisione rappresentava a quei tempi il miglior modo di riprodurre in bianco e nero le immagini. Cessata la voga delle grossolane incisioni in legno, non ancora in uso la litografia, l'incisore doveva possedere varie eccellenti doti, fra cui, quella d'una certosina pazienza.
Jesi seppe maestrevolmente rappresentare le carni, i particolari del viso, ed i panneggiamenti, con un chiaroscuro delicatissimo, così che osservando i suoi lavori, vien fatto di immaginare il colorito dei volti e delle cose.
Il Nostre ebbe poi il merito di lavorare con rami anche di grandi dimensioni: il che lo costrinse ad impiegare un tempo relativamente assai lungo.
L'animo di Samuele Jesi fu caratterizzato da mitezza e cortesia. Correggio gli dedicava una strada.