Luciano Parmiggiani
Le tecniche militari e gli episodi bellici protagonisti dei cambiamento urbano
Mille Annni - Lo sviluppo urbanistico a Correggio dalle origini agli inizi del XX secolo

Dopo la morte di Nicolò II, Veronica Gambara, sposando nel 1508 Giberto X, entrò nella contea correggese. Giberto, occupato nella carriera militare, lasciò nelle sue mani il governo della città. In questo momento politico molto delicato, caratterizzato dalle guerre d'Italia, in cui le monarchie europee si contesero la supremazia nella nostra penisola, emerse tutta l'abilità e la capacità politica della Gambara: Correggio diventò uno dei punti di riferimento maggiori per la politica ispano-imperiale in Italia. Il 23 marzo 1530 il re di Spagna Carlo V fu ospite della Gambara, probabilmente in occasione del Congresso di Bologna e della sua incoronazione imperiale da parte di papa Clemente VII. In occasione di questa visita si aprì un'ampia strada (23) dalla città ai sobborghi lunga due miglia .
L'interesse strategico di Correggio e il suo ruolo nello scacchiere degli Stati padani dovette essere ben chiaro a Carlo V; a soli due anni dalla prima visita, l'Imperatore fece ritorno a Correggio (dicembre 1532). Non c'è dubbio che in un momento politico così delicato le visite di Carlo V avessero una prevalente finalità politico-militare. Siamo in un periodo di grossi cambiamenti, in generale, nelle fortificazioni. Le alte mura medioevali, con le torri sporgenti, si rivelavano oramai inutili nel contrastare la nuova potente artiglieria mobile, comparsa in Italia per la prima volta nel 1494, con la spedizione militare francese di Carlo VIII. Dopo una prima sperimentazione nelle rocche, il baluardo entrò a far parte delle nuove cinte murarie.


Piazza Castello. Sullo sfondo sì nota ancora la Rocca trecentesca che delimitava il lato sud della Piazza. Foto Bassi, 1879-80.

Certamente il problema di un rinnovo delle fortificazioni correggesi fu all'attenzione degli ingegneri imperiali. Nel 1546 iniziò la costruzione dei baluardo di S. Rocco (quello a Nord-Ovest), nel 1550 quello di S. Martino, detto anche di Carlo V (a Nord-Est, dove ora è situato il "Torrione" (24) vedi carta n° 3 sezione ricostruttiva). Inoltre Rinaldo Corso, nel suo "Ordine sopra l'ufficio dell'edilità di Correggio", ci parla della strada che va "dall'una all'altra porta", mentre abbiamo visto che nella metà del '400 le porte sembra fossero quattro.
Cos'era successo? Probabilmente due di quelle porte (quella di S. Maria a nord e quella della Montagna a sud) vennero chiuse. Senz'altro ciò avvenne proprio alla metà dei XVI sec., in occasione di questo progetto di revisione delle fortificazioni correggesi, approntato dagli ingegneri imperiali, al fine di attivare più efficaci tecniche difensive in vista delle guerre contro la Francia e gli Estensi. La chiusura delle due porte menzionate avvenne sicuramente in ragione delle nuove tecniche di difesa, le quali richiedevano veloci spostamenti di uomini e artiglierie sempre più ingombranti a protezione delle porte stesse.
Pertanto le strade cittadine che conducevano alle porte dovevano essere larghe e il più possibile diritte; questi requisiti non permettevano certo una difesa rapida ed efficace delle porte di S. Maria e della Montagna: la soluzione di chiusura divenne allora inevitabile. Una scelta militare in questo caso determinò profondamente le linee del successivo sviluppo del centro urbano: l'accesso alla città attraverso le uniche due porte rimaste aperte (dette di Modena e di Reggio) modificò il valore della "Strada Maestra" (l'odierno Corso Mazzini). Da semplice cerniera di collegamento fra i vari borghi essa assunse poco a poco la funzione di maggiore asse di sviluppo commerciale. e residenziale di Correggio. Al contrario, gli edifici dirimpetto alle porte ora chiuse perdettero progressivamente di valore e di importanza.
Da quel momento tali abitazioni accolsero sempre di più i ceti più umili e le botteghe più povere; si crearono così i presupposti per un loro degrado edilizio. La conferma dell'intervento diretto, finanziario e progettuale, dell'Impero nella ristrutturazione delle fortificazioni, l'abbiamo da una lettera di Fabrizio da Correggio a Sua Maestà il re di Spagna (25) ; Fabrizio, nel chiedere che il Re istituisca un presidio spagnolo a Correggio (siamo attorno al 1570-75), ricorda la profonda collaborazione e devozione che i da Correggio ebbero verso la Spagna e l'Impero durante la guerra coi francesi (si riferiva al periodo delle guerre d'Italia della prima metà del XVI secolo), quando l'Imperatore "giudicò bene che si riducesse la terra a perfetta fortezza, et benignamente fece grazia di 5500 scudi per darle principio" -Correggio fu qualificata come fortezza di IIIa classe. Nel 1557 una lettera spedita al Duca di Mantova da Gian Maria Luzzara descrive così le mura correggesi: "E' Correggio di forma quadra, et alquanto più larga che longa. Ha nei quattro cantoni quattro grossi bastioni di pietra. I due verso Carpi si sono ora congiunti di terrapieno, et due di terra fatti nuovamente. Le mura verso S. Rocco sono compiute, quelle verso S. Martino stanno compiendosi e le altre sono fortificate da vari baluardi. Intorno vi è una via alla scarpa della fossa per la quale potranno uscire ed entrare soldati all'opera - ., (26)
Le tecniche militari rimodellarono però non solo l'interno dell'abitato. Nel 1557 la guerra della lega Sacra (Stato Pontificio, Francia, Estensi) contro Spagna, Impero e Farnese, impose a Girolamo da Correggio un'imponente "tagliata" tutt'intorno alla città; case, chiese, conventi situati nelle aree a ridosso delle mura vennero completamente distrutte per garantire una maggior visibilità dell'eventuale nemico.


Bastione di Carlo V. Il baluardo detto di Carlo V o di San Martino costruito nel 1550. Sopra il bastione fu edificato nel 1909 il cosiddetto "Torrione". Foto Bassi, 1879-80.


Un atto del genere, seppur necessario, causò nella 22 metà del XVI sec. una ulteriore crescita (non sempre ordinata), dei centro urbano, con l'accoglimento di parecchie Confraternite e Conventi che prima si trovavano nel suburbio. Dopo la pace fra francesi e Impero, Girolamo da Correggio raccoglie i frutti della fedeltà alla lega Ispano-Imperiale. Li 17 maggio 1557 Correggio è elevata al rango di città, con diritto di battere moneta. Anche per Correggio iniziò pertanto un periodo di ricostruzione. Nacque il quartiere di Piazza Padella e iniziò la costruzione dei convento domenicano (l'attuale sede del Convitto Nazionale), in un'area ancora per gran parte destinata ad orti. In pratica Correggio si riempì in ogni angolo. Le nuove unità abitative di Piazza Padella risultarono molto piccole e modeste, a dimostrazione di una forte domanda di gente umile. Con la formazione di questo quartiere e con le case attorno alle nuove vie (oggi Munari e Marconi), tutta l'area all'interno della città venne riempita, completando così la conformazione urbana di Correggio. Il 3 marzo 1580 l'Imperatore investì Alessandro, Camillo e Fabrizio da Correggio "'de feudis, castris, villis, locis". Ma nello stesso tempo Camillo, col placet di Fabrizio, ottenne un risultato i cui effetti segnarono per molti decenni la vita cittadina. Egli, dopo molte inutili richieste di Fabrizio, riuscì a stipulare con la Spagna un accordo in base al quale venne affidata ad una loro guarnigione la difesa di Correggio. Avrebbe dovuto essere, nelle intenzioni di Camillo, un aiuto temporaneo, in attesa di una risoluzione a lui favorevole della successione alla contea. Per il re di Spagna, invece, era chiaramente un modo per seguire da vicino le mosse degli Estensi, o più concretamente per intimorirli. Così gli Spagnoli restarono a Correggio per più di 70 anni.
Nel 1585 il Presidio Spagnolo contava 399 soldati di cui 32 a Fabbrico (27). Molti di loro alloggiarono nella Rocchetta, mentre i comandanti in case private. Li fieno e i cavalli furono collocati nel "portico longo" (l'attuale via Borgovecchio).


(23) v. Rime e Lettere di Veronica Gambara, a cura di felice Rizzardi, Brescia, 1759, p. LXV
(24) v. Giannotti-Colleoni, op. cit.
(25) Archivo General de Simancas (Spagna), Secion Secretaria de Estado, Legayo, 1484, 119.
(26) v. Archivio di Stato di Mantova, b. 1321, 1557, 21 maggio (cit. da 0. Rombaldi, op. cit., p. 126).
(27) Archivio Memoria Patria. Cart. 15, Presidio Spagnolo.