Luciano Parmiggiani
Correggio nel Rinascimento
Mille Annni - Lo sviluppo urbanistico a Correggio dalle origini agli inizi del XX secolo

Con l'edificazione della nuova cinta muraria, si crearono le condizioni e la sicurezza necessarie per ripensare la città in termini urbanistici. Di fronte agli uomini del Rinascimento correggese il problema urbanistico principale fu la creazione di una fisionomia unitaria della città, che al suo interno manteneva ancora i fossati di separazione fra i vari borghi. Nel 1450 si operò un ulteriore intervento difensivo: il baluardo di fronte alla vecchia porta del nucleo originario (Castelvecchio) venne elevato (l'attuale campanile di S. Quirino), evidentemente per controllare ora un'area più vasta (17) Alla fine del XV secolo, secondo il manoscritto di Giannotti-Colleoni "Notizie storiche e statistiche della città di Correggio", a Correggio c'erano 401 case (nel '600 saranno 390) (18). Nel 1479 Nicolò da Correggio detto il Postumo, figlio di Nicolò III e Beatrice d'Este, lasciò mille ducati per la fabbrica della Chiesa di S. Francesco. Finalmente verso il 1480, dopo più di 35 anni dall'inizio dei lavori, la chiesa fu ultimata. Quest'opera fortemente voluta dai signori correggeschi - tanto che Nicolò III nel suo testamento scrisse di voler essere lì sepolto - situato in Borgonuovo, avviò sicuramente una delle prime iniziative di raccordo fra i diversi borghi cittadini: si apri la Via Cairoli, la cosiddetta "Strada longa". La strada che collega direttamente il complesso di S. Francesco con Piazza Castello (oggi C.so Cavour). La "strada longa" è una delle più lunghe e diritte vie dei centro storico: collegamento fra il centro politico e il nuovo centro religioso, fungeva così da richiamo visivo fra il vecchio palazzo comitale di Piazza Castello (l'attuale Palazzo Cagarelli) e il complesso di S. Francesco, accorciandone la reale distanza. La rilevanza del collegamento era evidenziata anche da due scarpe angolari poste all'inizio della "Contrada longa" dalla parte di C.so Cavour (tutt'ora presenti).


Madonna col bambino e i SS Francesco e Quirino. Affresco attribuito ad Antonio Allegri, con Santi che tengono in mano la città di Correggio (Galleria Estense Modena).


Ma l'intervento sicuramente più rilevante fu la nascita di Piazza Castello. La parte orientale del vecchio nucleo cittadino, di proprietà signorile, era completamente libera, se si eccettuano i resti del vecchio palazzo comitale dei 1140 (vedi la carta n° 2 - sezione ricostruttiva). C'era la possibilità di attuare un progetto unico applicando criteri e ideali completamente nuovi. Nel 1475, in un atto si citano i palazzi dei Signori e si obbligarono i proprietari delle case di fronte a chiudere i loro portici (19). Non conosciamo le ragioni di tale chiusura. I portici erano principalmente luogo di mercato e di attività artigianali: forse si voleva proprio evitare che tali mestieri si svolgessero all'aperto e a ridosso dei palazzi signorili, essendo piazza Castello non molto larga (a differenza della vicina Carpi dove nello stesso periodo addirittura le case di fronte al palazzo dei Pio vennero uniformate attraverso la regolarità dei portici). Nel 1496 terminò la costruzione dei palazzo di Nicolò II (dove ora sorgono Teatro e Via del Giardino) (20) . Nicolò II continuò nel proprio intento di emulare le più importanti corti padane costruendo, fuori città, tra la fine del XV e l'inizio dei XVI secolo, il famoso "Casino delle delizie", residenza estiva del Signore. Il Casino fu distrutto nel 1584. Si è parlato di stanze affrescate dall'Allegri, anche se non se ne ha la certezza (Veronica Gambara, moglie di Giberto X Da Correggio, vera governatrice della città, accolse Carlo V nel 1530 proprio nel "Casino"). Tornando dentro la città: alla fine del '400 iniziò la costruzione del Palazzo dei Principi; le sue caratteristiche architettoniche ci fanno respirare un'aria fortemente sprovincializzata e nuova. Nicolò II da Correggio, figlio di Beatrice d'Este, fu allevato ed educato nella stupenda corte ferrarese. Esistono inoltre documenti che testimoniano contatti e rapporti con Biagio Rossetti, uno fra i più famosi architetti e urbanisti dei Rinascimento, al servizio degli Este di Ferrara. Da questa amicizia e da una serie di affinità architettoniche con gli edifici progettati dal Rossetti a Ferrara, potremmo supporre che il famoso urbanista non fosse estraneo al disegno del Palazzo dei Principi. L'armonia, la compostezza del palazzo, così in sintonia con ciò che sta intorno, questo inserimento nella piazza rispettandone le linee, le caratteristiche d'insieme, rileva una concezione che tiene in grande considerazione gli aspetti urbanistici dell'intervento. Forse in ciò sta l'elemento più rossettiano dei Palazzo. Anche il rapporto spazio/altezza degli edifici di Piazza Castello è visto con quest'ottica: gli edifici di fronte ai palazzi dei Signori erano più bassi, onde permettere a quest'ultimi un'illuminazione prolungata con la luce del tramonto. Una lapide nel palazzo probabilmente indica la data di ultimazione: 1507. Nel 1516 la cortina monumentale di Piazza Castello si fa compiuta: sempre nell'area di proprietà signorile detta "Ortazzo" si avviò la costruzione dell'imponente Cattedrale di S. Quirino (21). Con quest'ultima opera, il cervello politico e religioso di Correggio si spostò verso il centro della città. Piazza Castello nacque in pratica con un'impostazione tutta scenica e simbolica; un impianto volutamente finalizzato all'accorciamento della distanza fra i due nuclei più antichi di Correggio - Castello e Borgovecchio - rilevatore di una spiccata concezione unitaria della città (vedi carta no 4, sezione ricostruttiva). I primi portici di Correggio - data la loro iniziale funzione prevalentemente artigianale -, si può supporre che fossero ubicati in gran parte nelle attuali Vie S. Maria e Borgovecchio, cioè quelle contrade con maggior insediamento di piccole botteghe. Nel 1533 a Manfredo da Correggio venne concessa la facoltà di nominare notai e legittimare figli naturali.
Via Cairoli, storicamente denominata "Strada longa", collegamento tra la chiesa di San Francesco e i palazzi Signorili dei castello di Correggio. Foto Bassi1879-80.
In pratica nel '500 a Correggio si respirò un'aria fortemente sprovincializzata, una cultura cittadina veramente emancipata. Un altro esempio emblematico di questo rinato spirito civile, attento al decoro della città, è sicuramente il manoscritto di Rinaldo Corso del 1555, intitolato "Ordine sopra l'ufficio dell'edilità di Correggio" (22).
Si tratta di importanti suggerimenti tendenti a regolare tutta la materia edilizia e urbanistica sia sotto il profilo procedurale (organismi, commissioni, ecc.) che quello più specificatamente normativo (prescrizioni igienico-sanitarie, estetiche, ecc.). Potrebbe essere definito il primo Regolamento edilizio di Correggio. Ciò che più colpisce è la serie di divieti e prescrizioni riferiti alla edilità di Correggio:

...... . Nè lasci gir per le piazze, nel davanti delle chiese, in su i terragli accostati alle mura del Castello, porci nè oche, intendendo per la piazza davanti à ss.ri et dall'una all'altra porta per il diritto, et la piazza nuova (Piazza Garibaldi, N.d.a). - Nè lasci fare ogli di noce nell'esercizio di pellacano in luogo donde ne riesca l'odore su dette piazze. - Nè approvi si stendano panni ad asciugare, se non s'appendono tanto alto che non tocchino il capo di chi passa, nè tolgano il lume ai vicini. - Nè di vinaccia o altra sporcizia vi s'incontri. - Nè che vi si faccia contadinesco esercizio come di conciar lini o canape, o lavoretti, o simili altre cose. - Nè lasci fabbricare altro che di pietre, verso q. te piazze et in ogni parte anchora studi di far bello et honorevole, nè lasci stare alcun edificio o dentro copperto d'altro che di coppi. - Nè lasci alcuna dogara dentro per li portici, nè per le vie pubbliche star discoperta così fuori come dentro ...

Dall'individuazione delle vie interessate da queste prescrizioni è curioso notare come si trattino delle strade tutt'ora più importanti del centro storico correggese (C.so Cavour, C.so Mazzini, Piazza Garibaldi). Con quest'Ordine si stabilì in sostanza anche una scala degli spazi, delle vie pubbliche; si ignoravano di fatto le condizioni delle contrade più umili. Già a partire dal XVI secolo, quindi, viene reso esplicito ciò che diventerà l'immaginario urbano dì Correggio, la sua tessera di riconoscimento: "la piazza davanti a Signori, la strada dall'una all'altra porta, la piazza Nuova'".
Dal punto di vista religioso Nicolò chiamò a Correggio diversi ordini religiosi, in linea con le maggiori corti italiane. Dopo la carità francescana, adesso, in pieno periodo rinascimentale, è il momento dei colti Domenicani. Il primo convento domenicano a Correggio sorse nel 1503. Il terreno venne donato al domenicano Fra' Domenico da Ostiglia, situato nei pressi della porta S. Giovanni (Porta Modena). Nel 1496 vicino all'Ospedale di S. Antonio (fuori porta Reggio), Nicolò donò due biolche di terra e una casa con portico (trasformata poi in cappella) al vescovo di Reggio, a condizione che venissero date in uso alle monache dell'ordine di S. Agostino col titolo di "Corpus Domini". Nel 1505 questo convento fu riordinato secondo l'ordine di S. Domenico e la Cappella denominata "Madonna della Rosa". Nel 1513 il conte Gian Galeazzo Da Correggio donò alle Monache del Corpus Domini quel che c'era rimasto del vecchio palazzo comitale del 1140, affinché potessero edificare il loro convento. Era un altro tassello di Piazza Castello.


(17) R. Finzi, L'urbanistica .... op. cit., p. 25
(18) Il manoscritto è custodito presso la Biblioteca Comunale di Correggio. Tale situazione edilizia si afferma essere stata desunta da un registro dei XV Sec. ma non è citata ne la fonte precisa nè tantomeno la collocazione.
(19) Arch. Notarile Comunale di Correggio, F. Bellesia, 1475, 2 Gennaio, n. 486 (cit. da 0. Rombaldi, op. cit., p. 132, n. 13).
(20) v. R. Finzi "L'Urbanistica ... ", op. cit., p. 31 (21 ) Tiraboschi, Dizionario .... op. cit., p. 156
(22) Custodito presso la Biblioteca Nazionale Estense di Modena; Collocazione MS Alfa T. 7.15.