Gabriele Fabbrici
Da convento a Convitto
Museo in linea, rubrica de "Il Correggio", n. 9/97

La storia dell'attuale Convitto Nazionale "Rinaldo Corso", parzialmente restituito di recente al suo utilizzo scolastico, attraverso i secoli
Il 25 febbraio 1557, in una Correggio che stava vivendo uno dei momenti più drammatici della sua storia (di lì a due mesi sarebbe stata cinta d'assedio dalle truppe estensi), un imponente spiegamento di uomini diede inizio alla "tagliata" (cioè alla demolizione) degli edifici circostanti le fortificazioni, che in un qualche modo avrebbero potuto favorire eventuali nemici.
Tra i complessi monumentali che dovettero essere abbattuti vi era l'originario convento dei Padri Domenicani.
Pochi anni più tardi, a partire dal 1561, i da Correggio concessero a quei religiosi di poter ricostruire il loro convento all'interno della cerchia murata della città, in prossimità di dove sorge ancor oggi ciò che resta del Bastione di San Domenico.
Per tappe successive e nel corso di molti decenni i Domenicani attesero alla costruzione del nuovo, imponente complesso conventuale, che occupò un intero isolato cui diede anche il nome, con l'annessa chiesa di San Domenico.
Entro il primo decennio del Seicento e comunque non oltre il 1630 (come bene appare dalla nota pianta della città di Correggio databile anteriormente alla cacciata del principe Siro), i lavori, anche grazie al munifico mecenatismo del correggese e domenicano Cardinale Girolamo Bernieri (1540-1611), si poterono dire conclusi, almeno nelle loro linee generali.
Nel 1653 l'ordine domenicano chiese al duca di Modena l'autorizzazione ad aprire una larga strada o una piazza per collegare direttamente la 'Strada Maestra' (l'attuale Corso Cavour) con la chiesa conventuale.
Richiesta che comportava la demolizione, esclusivamente a scopo scenico ed estetico, di cinque case e lo sventramento di un grosso rione.
Nonostante l'opposizione e le proteste della Comunità, il Duca autorizzò l'intervento che diede origine all'attuale Piazza Don Andreoli.
Nell'ultimo trentennio del Settecento, Francesco III d'Este decise di intervenire direttamente sulla materia dell'assistenza sociale, fino ad allora saldamente nelle mani degli ordini religiosi, limitandone le competenze e la sfera d'azione.
Si arrivò quindi al 1783, anno che segnò la soppressione del convento domenicano correggese.
Per volere del duca Ercole III d'Este, nel 1785 venne fondato il Collegio Civico Ducale con l'unificazione tra i Collegi di Mirandola e di Correggio, retti ambedue dai Padri Scolopi, in un'unica sede, quella di Correggio appunto.
Ciò determinò la necessità di un trasferimento di sede del collegio scolopiano, dall'attuale Palazzo del Municipio alla sede del soppresso convento domenicano.
La fortuna della nuova istituzione fu immediata, tanto da rendere necessaria la costruzione, già da quello stesso 1785, di altri ambienti: due nuove ali, il refettorio, i dormitori, l'oratorio interno e lo scalone principale, opera del correggese Filippo Cattania, che curò la ristrutturazione di tutto il complesso.
Fu costruita anche una "sale delle accademie" (ultimata nel 1789) con soffitto a cassettoni, che nel XIX secolo venne riconvertita ad uso teatrale, realizzando un grazioso spazio che ancor oggi rimane nella memoria di quanti ebbero modo di studiare presso il Convitto o di frequentarlo.
Gli interventi di ristrutturazione e ampliamento interessarono anche la chiesa conventuale, ora dedicata a San Giuseppe Calasanzio.
Nel 1810, a seguito dei decreti di soppressione delle corporazioni religiose, il Collegio venne chiuso, per essere riaperto solo nel 1819 sotto la guida (fino al 1840) dei Reverendi Oblati, che lo trasformarono in Seminario mantenendovi le Scuole Pubbliche, presso cui insegnò nel biennio 1821-1822, Don Giuseppe Andreoli.
Nel 1844, licenziati gli Oblati, venne ripristinato il Collegio-Seminario.
Nel 1850 un ulteriore intervento urbanistico vide protagonista il Collegio: il governo estense concesse la chiusura del tratto di strada che a settentrione correva lungo le mura (prosecuzione dell'attuale Via Conciapelli) e che delimitava a nord e a nord-ovest il Collegio stesso.
Tutte le spese furono a carico della Camera Ducale.
Con tale decisione tutta l'area della città a nord-ovest fu posta a disposizione del Collegio ponendo seri limiti all'attraversamento e alla circolazione nella zona.
Definitivamente laicizzato e divenuto nel 1861 Collegio Civico, fu preso in carico dal Comune di Correggio nel 1869 con l'intitolazione "Istituto Antonio Allegri".
In seguito, reintitolato all'illustre umanista e storico correggese Rinaldo Corso, fu convertito in Convitto Nazionale (1888) e le scuole ivi presenti, tra cui il Ginnasio-Liceo "Rinaldo Corso", divennero regie.
All'interno del monumentale e grandioso edificio, che si presenta al visitatore con un ampio e scenografico corridoio d'ingresso in cui campeggia una prospettiva illusionistica a porticato con orologio dipinta nell'Ottocento, alcuni cortili hanno numerosi motivi d'interesse.
In quello a ovest sono collocate a parete tre meridiane solari (di cui una di notevoli dimensioni, con calendario), in un altro, originariamente porticato, spicca una vera da pozzo in marmo di Verona del primo Cinquecento, con scolpita l'arme araldica del conte Nicolò Postumo da Correggio.