Odoardo Rombaldi
Le riforme: l'ospedale infermi e l'ospedale esposti
Correggio, città e principato, Banca Popolare di Modena, 1979


Vedi anche "S. Francesco. Gli ospedali: S. Bartolomeo, S. Antonio, S. Maria della Misericordia" di O. Rombaldi

Primo atto della Deputazione fu il provvedimento che sottoponeva alla Suprema Giunta di Giurisdizione Governativa i luoghi pii del Principato di Correggio; essi furono (a fianco di ciascuno l'anno di fondazione) (1):

Correggio
Confraternita di S. Sebastiano - 1542;
Ospedale Infermi - 1630
Confraternita di S. Maria della Misericordia;
Ospedale Esposti - 1434
Confraternita Santissimo Sacramento;
Monte Pegni - 1544
Monte Grano o del Peculio - 1609
O.P Santi (doti delle zitelle) - 1637
O.P. Baccarani - 1744
Economica Arrivabene - 1796 (per mendicanti)

Rio
Confraternita Santissimo
Confraternita S. Rosario

S. Martino
Confraternita Santissimo
Confraternita S. Rosario

Fosdondo
Confraternita Santissimo
Confraternita S. Rosario

S. Biagio
Confraternita Santissimo
Confraternita S. Rosario

Mandrio
Confraternita Santissimo BR> Confraternita S. Rosario

Fabbrico
Monte Pegni e Biade - 1564
Confraternita Santissimo - 1543
Confraternita S. Rosario - 1612
Confraternita S. Genesio - 1731
Economia Delfinoni - 1692
Economia Bellelli - 1739
Economia Balzani
Economia Serri - 1759
Economia Rubini - 1733
Economia Caprari - 1685

Campagnola
Confraternita Santissimo - 1611
Confraternita S. Rosario - 1613
Economia Gallioni
Economia Altare Crocefisso
Economia Pignagnoli - 1767
Eredità Bezzecchi.

Si dovettero quindi raccogliere gli statuti e i documenti contabili per cominciare l'effettivo controllo degli enti (1772-74).
Gli enti più bisognosi e meritevoli di sussidio erano i due ospedali di Correggio, l'uno di S. Sebastiano o degli Infermi, l'altro di S. Maria o degli Esposti; al disavanzo del primo la deputazione provvide per alcuni anni con l'avanzo di alcuni enti; ciò diede a Correggio un evidente vantaggio ma la Deputazione cercò di smorzare la gelosia delle altre comunità scrivendo:
"Le opere pie degne di sussidi sono i due Monti e i due Spedali; potendo il risparmio contribuire al mantenimento e ingrandimento dei medesimi, non avendo motivo di lagnarsi Fabbrico e Campagnola se gli avanzi delle Opere Pie e Confraternite andassero in beneficio dei medesimi; perchè la città, qual madre benefica, soccorre alle indigenze degli abitanti del Principato, quantunque questi non abbiano dotato o ampliato i Luoghi Pii coi loro sussidi" (2).
La Deputazione, trasferendo risorse del distretto agli ospedali di Correggio e aprendo questi ai poveri malati del Principato seguiva un piano ancora corretto e coerente, e su tale via continuerà nel 1782, sopprimendo la Confraternita di S. Maria e unendo gli esposti agli infermi, pur tenendo distinti i bilanci dei due enti.
La riforma del servizio ospedaliero è una delle pagine più interessanti di questi anni e non è dubbio che vi fosse in ciò sincero proposito di aumentarne l'efficienza, allargando il numero degli assistiti e la qualità delle cure; il che si poteva ottenere solo aumentando le opere, e così avvenne, e fu necessario ripianare i disavanzi crescenti, salvo poi adottare un piano restrittivo. Il Regolamento (7 maggio 1777) disponeva che l'Ospedale fosse aperto ai poveri della città e del Principato e solo in caso di necessità ai forestieri: lo stato di povertà doveva essere documentato; si escludevano gli incurabili (3).
Tanto fervore di novità fu però più umano che scientifico: esso rispettò il primato dell'assistenza religiosa all'interno dell'ospedale e non esitò a confermare l'eccesso di espellere quanti rifiutassero la Confessione; del vitto e delle cure (queste sono a quello subordinate) unico responsabile era il medico, che doveva visitare gli infermi due volte il di; nella pratica è probabile che ci si scostasse da questo piano; il modello seguito, sia pure a distanza, era l'ospedale di Modena.
Per regolamento, gli esposti erano allevati in campagna, poi mantenuti nell'ospedale, i maschi fino a 16-17 anni, le ragazze qualche anno in più. Nel 1776 (29 febbraio) la Giunta confermò in parte dette norme; le donne di campagna, che allattavano gli esposti, ricevevano gli alimenti, parte in contanti, parte in arredi o vestiario: L. 12 il mese fino a un anno, L. 15 dopo l'anno e qualche cosa in più in anni di calamità. Nel 1777 (4 marzo) e nel '78 (8 maggio) la Deputazione propose che le donne incinte fossero obbligate al ricovero nell'ospedale; la Giunta acconsenti, facendo salve tutte le precauzioni: entrassero di notte, non fossero esposte al pubblico sguardo, e autorizzò la loro permanenza anche dopo il parto per allattare (14 giugno 1779). Con notificazione 21 maggio 1779 la Suprema Giunta aveva esteso al Principato gli editti 1 giugno 1760 e 18 settembre '65, ordinando che gli esposti di Correggio non fossero portati fuori del Principato, che le donne dessero sigurtà per la regolarità dei parto; non dandola, dovevano entrare nell'Ospedale; parroci e massari erano tenuti a far osservare le norme; ai parenti era concesso di affidare i neonati a donne di campagna perchè li allevassero; in certi casi la madre poteva esser obbligata ad allevare il neonato nell'ospedale; qualora non fosse data garanzia, la donna doveva partorire nell'Ospedale. Le ville del Principato, ammesse ad usufruire del servizio, erano tassate pro quota; l'autore della gravidanza, se conosciuto, era tenuto a rimborsare le spese (4).
Negli anni 80 si fecero alcuni passi per normalizzare la situazione finanziaria; i debiti, alla fine del '79, ammontavano a L. 68.543 di Reggio: nell"83 si contrasse un mutuo di mille zecchini. Nell"82 si propose di sussidiare i poveri che uscivano dall'ospedale con due lire; ogni anno uscivano circa 140 convalescenti; si procedeva cosi, ora frenando ora accelerando; gli anni di carestia lasciavano un'eredità pesante; il Governatore dichiarava: "la maggior parte delle malattie derivano dallo star chiusi i poveri nelle stufe, ove si lavorano i cappelli di truciolo, in siti angusti senza ventilazione, pieni di aliti non sani" (5). Quello di far quadrare i conti fu il costante assillo degli amministratori: si provvide assegnando tre fondi dei soppressi Domenicani (1789).


1 A.S.MO. Suprema Giunta di Giurisdizione, b. 219
2 A.S.MO. Suprema Giunta di Giurisdizione, b. 219, 1777
3 A. S.MO. Suprema Giunta di Giurisdizione, b. 221, 1787, 13 luglio
4 A. S. MO. Suprema Giunta di Giurisdizione, bb. 222-223, 1788, 16 febbraio
5 Quando la manifattura dei cappelli di truciolo entrasse in Correggio non risulta. Nel 1756 (22 settembre) due ebrei modenesi, Norsa e Usiglio "proseguono la fabbrica dei cappelli di truciolo tra di essi adibita e introdotta nella città di Correggio e suo Principato, nonostante che la mercanzia e commercio che tacevasi in Londra di essi cappelli sia di presente più che mai incagliata". A quella data i1 contratto era prorogato di altri 5 anni, dal 1758, è verosimile che fosse stato stipulato la prima volta ne1 1753. La guerra dei Sette Anni influì negativamente sul commercio e quindi sulla manifattura; nel 1766 (3 giugno) i prodotti di Correggio e di Carpi subivano la concorrenza di quelli di Guastalla e del Mantovano: era allora attiva la Società Scacchetti e C. A. S.MO. Carteggio Referendari, F.A. Bianchi, bb. 104-106, ad annos.