| Odoardo Rombaldi |
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| La proprieta' signorile - Gli insediamenti nelle terre del "ponte" Correggio-Parma | |
| Correggio, città e principato, Banca Popolare di Modena, 1979 |
Il nostro intento ora è quello di illustrare l'attività economica, ossia il rapporto degli uomini con la terra, che fu il vero sostegno dell'azione politica dei da Correggio, un campo in cui essi raccolsero risultati che, poco o affatto noti, meritano di esser conosciuti. Al qual proposito, basterà ricordare che, a differenza della civiltà attuale, che è industriale e eminentemente di trasformazione, quella passata fu essenzialmente rurale e che, se è vero che nessuna terra fu senza signore, lo è anche il reciproco, che non vi fu signore senza terra, non potendosi avere dipendenti in gran numero se non tra i rustici, che formavano le masnade pronte a tutto fare, alla difesa e all'offesa. Occorre anzitutto vedere il rapporto tra signori e rustici, mentre meno importa, nel caso nostro, quello con le arti e le manifatture. Ma il reddito delle famiglie signorili non era dato solo dalla terra e dalle attività connesse con l'agricoltura (bosco, allevamento, ecc.) o dalle privative (dazi, molini ecc.) ma anche dalle condotte militari, dagli uffici pubblici ricoperti in diverse città.
Prima dell'agricoltura occorre dire del territorio. Finchè sulla territorialità prevalse il rapporto personale, questo consenti, nello stesso territorio, un intreccio di presenze e di partecipazioni che oggi ci rappresentiamo con qualche difficoltà. Esempio: nel 1207 i Signori da Correggio abitano alle Case del Bosco e ne sono signori; ciò non ostante, il console del luogo paga le colte al comune di Reggio (1). Questo intreccio risaliva a settant'anni prima. Ricordiamo che i 15 mila iugeri, acquistati dal Comune di Reggio nel 1142, erano stati ricomprati l'anno dopo dai da Correggio, che governarono così le ville di Cadelbosco, Argine, Castel Novo fin presso Gualtieri (2). All'inizio del sec. XIII queste terre erano possedute da un consorzio gentilizio, di cui i da Correggio erano parte con altre famiglie di Reggio; nel 1211 il podestà di Reggio assegnava al comune cittadino 100 mansi, ai consorti poco più di 12 (3). Questo intreccio di interessi tra Reggio e Correggio era destinato a continuare anche dopo il lodo. La pianura, oltre alla parte appoderata, comprendeva zone paludose e boschive, pascoli e improduttivo; uomini di Roarolo vecchio e di Castel novo, soggetti ai da Correggio, estraevano legna dal bosco dell'Argine e vi mandavano a pascolare i loro armenti (1234) (4) ; dopo che, nel 1264, il Comune di Reggio lo avrà acquistato dai da Correggio (Obizzo, Guido e Matteo, figli di Gherardo, Cavalca, Iacopino, Guidotto, Gerardo e Bernardo) per 300 lire, assicurando agli abitanti delle case del Bosco le immunità godute dai cittadini di Reggio (5) , quelle usanze continueranno, creando un'osmosi continua tra le terre poste a destra e a sinistra della via che, per le Case del Bosco, portava alle paludi di Guastalla, che separava i beni dei da Correggio, posti ad occidente di essa, dal bosco che il Comune di Reggio aveva ad oriente della stessa. Bartolomeo Panceri, conduttore del bosco dell'Argine per il Comune di Reggio, diede in affitto terre lavorative ai mezzadri che i da Correggio avevano alle Case del Bosco e consentì che le loro bestie pascolassero nel bosco; le terre erano concesse in larghezza pari a quella delle fronti dei poderi antistanti e in lunghezza tale da raggiungere il bosco (6). Questa integrazione era imposta da una agricoltura attiva e regolata dalla mezzadria. L'intesa tra le parti portò a questo progetto: da Spineta, presso la palude, al ponte di Barbacane il Comune di Reggio deliberò di derivare un canale largo 24 braccia, fondo 4, con evidente scopo di bonifica; i da Correggio promisero di non turbare questo lavoro e i loro dipendenti, soliti frequentare il bosco dell'Argine, assicurarono che non l'avrebbero danneggiato (7).
Ad occidente della via di Guastalla si stendeva il Parmigiano, dominio dei da Correggio, congiunto col Correggese da una serie di punti saldi stabiliti a nord delle Case del Bosco. Dell'epoca in cui i da Correggio si insediarono nel distretto inferiore abbiamo detto. Nel 1295 un lodo definì una lite tra Guido da Correggio e le comunità di Gualtieri e Meletole per il bosco dell'Oletta (Oleta) (8).
Nel 1298 Guido acquistò da Lombardino da Gente il castro di Campegine coi suoi vassalli; tra questi un "Zaponus quondam Nascimbene" da Campegine, che continuerà a pagare ai nuovi signori una libbra di candele a Ognissanti (9). Da Campegine i da Correggio scendono verso la via Emilia; nel 1305 Matteo otteneva da Azzo d'Este Casaloffia e le sue pertinenze, canone L. 50 di Reggio. I da Correggio controllavano tutto il corso dell'Enza, da Rossena e dal Guardasone al Po; nel 1326 ottenevano dalla Chiesa Luzzara, Suzzara, S. Benedetto; di questa fascia, di rilevantissima importanza strategica ed economica, punti saldi, ora tenuti, ora perduti, furono Brescello e Guastalla (10). Questo solido ponte, che congiungeva il Correggese col Parmigiano, fu la chiave di volta di tutto il feudo dei da Correggio.
A levante, costoro confinavano con Carpi lungo la Gemignola. Era questa l'antico letto del Tresinaro; i Carpigiani, per prosciugarlo dalle acque stagnanti, fecero un cavo e lo rifecero dopo che i reggiani, proprietari del territorio, l'ebbero riempito (1277) (11). Per l'alveo e l'isolare di "Zuminiola" Carpi e Modena erano in conflitto con Correggio e Reggio (1284); Corradino, figlio di Obizzo, lo ebbe in affitto per 25 anni dal Comune di Reggio, da castro Panzanello fino al molino dell'arciprete di Carpi ed oltre. Nel 1292, Corradino affittava metà pro indiviso dei proventi del fondo di Gemignola a patto di averne la conferma da Ferrara (12). In seguito quei pascoli saranno sfruttati da Correggio e da Carpi insieme. Tra il territorio di S. Martino e quello di Correggio si stendeva una zona di quattro miglia per uno, comune e indivisa, quanto a giurisdizione; tale regime persisteva ancora all'inizio del sec. XVII, residuo di un ager compascuus delle due comunità? - Fazzano apparteneva a questo "territorio di mezzo".
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