Odoardo Rombaldi
La proprietà fondiaria
Correggio, città e principato, Banca Popolare di Modena, 1979

Se l'azione svolta dalla Congregazione dei Luoghi Pii, per la sua contradditorietà, ci lascia non pochi dubbi, questi sono dissipati quando si prendono in esame i dati del catasto estense o Ricci (1), formato negli anni in cui più intensa procedeva l'attività della Sovrana Giurisdizione; i risultati dell'una si rispecchiano in quelli dell'altra e tutti documentano l'avvenuta secolarizzazione di buona parte della proprietà ecclesiastica o delle opere pie. Anzitutto occorre esaminare i dati; intorno al 1790 erano iscritte al catasto e quindi sottoposte all'estimo 27.044 biolche dell'antico Principato; ricordiamo che cent'anni prima erano state descritte non più di 17-18 mila biolche; ciò prova che nello spazio di un secolo il Governo sottrasse al privilegio dell'esenzione circa 10 mila biolche. La prima tavola indica le biolche delle ville di Correggio, di Campagnola e di Fabbrico, il numero delle partite e l'estensione media di queste:

                             Superficie
Paesi             Biolche Partite Media
                                  in biolche
Fazano            1149.41   19       62.5
Fosdondo          2919.42   49       59.5
Mandrio           1363.25   52       26.2
Mandriolo         1762.18   43       41.0
S. Biagio         2874.14   46       62.4
S. Prospero       2573.58   56       46.0
Correggio        12642.54  265       47.7
Campagnola        6931.36  110       66.0
Fabbrico          7470.49  128       58.3
                 ________________________
                 27044.67  503       57.3

Più interessante la seconda tavola perchè, distinguendo tra la proprietà degli enti, quella dei nobili e quella dei borghesi, permette di rilevare la decisa preminenza di quest'ultima sulle prime due: i borghesi posseggono il 60% del biolcatico, sono intestatari dell'80% delle partite catastali; agli enti spetta il 28,3 del biolcatico e il 17,3 delle partite, ai nobili l'11,7 del primo e il 2,6 delle seconde:

         Biolche Partite %Biolche %Partite
Enti       7644     87     28,3    17,3
Nobili     3169     13     11,7     2,6
Borghesi  16231    403     60,0    80,1
          27044    503    100,0   100,0

Ma quel 28,3% del biolcatico assegnato agli Enti va attentamente analizzato; fra gli enti sono:
i monasteri e le Confraternite soppresse, i cui beni, amministrati dalla Congregazione dei Luoghi Pii, sono dati in affitto o a livello; si tratta di beni che in breve passeranno alla proprietà privata per effetto delle leggi sui livelli emanate nell'età napoleonica; nella quale si effettuarono nuove soppressioni, tra queste il Capitolo di Correggio, sicchè in vent'anni la proprietà degli enti scenderà dal 28,3 a poche unità percentuali, restando solo alle opere pie assistenziali (benefici parrocchiali esclusi) tanto da sopravvivere,
Passando ai beni dei nobili, una prima constatazione s'impone: la scomparsa della proprietà signorile, così rilevante fino a tutto il sec. XVII, liquidata da Fabrizio d'Austria come segue:
"Desiderio Monselici acquistò le possessioni Tarozza e Selvatica; Ercole Guidotti, di Carpi, Corte Testa con due possessioni; il dott. Giuseppe Sogari il luogo Canale fuori Correggio; Gerolamo Checchi tre possessioni nel Terraglio Testa; Niccolò Carandini, la Pradina di Fabbrico; Gerolamo Cassina, la Cavdagna sotto Corte Testa; Francesco Manini, la Colombarola; Germano Mantova, la Caneva ed altre a Rio Saliceto; Marco Sacchi, un luogo di Mandrio; Prospero Felloni, la possessione Canolo; G.B. Cocchi un luogo dell'Abbazia; G.B. Mantovani terre su l'argine di Tresinaro; Ippolito Gianotti, la Spampanina. Tutte conservano immunità ed esenzioni' 1(2).
I nobili, coll'1 1,7 del biolcatico e il 2,6 delle partite, saranno parificati ai borghesi dalle leggi eversive del 1796.
A questo punto possiamo allargare il campo d'osservazione aggiungendo alle ville del Principato, Rio Saliceto e S. Martino in Rio, con b. 7.600 e 3.760 rispettivamente, aggregate all'antico territorio correggese, e ricavando dalla serie delle unità proprietarie o aziendali l'elenco dei proprietari, mediante l'assegnazione alla stessa ditta, dell'una o delle più unità possedute nel Principato.
Le ditte proprietarie elencate nell'Allegato sono 480 (3) (la riduzione a uno nei casi di omonimia non è senza errori quando ci s'imbatta in cognomi e nomi assai comuni). Dall'elenco generale estraiamo i nomi dei proprietari dal massimo ad un minimo di 200 biolche (ha 38,44), che riteniamo la soglia inferiore della grande possidenza, a parità di valor d'estimo, nel nostro territorio in quegli anni.

1 Bonini Luigi 2619.51
2 Collegiata S. Quirino di Correggio                  1788.13
3 Cesi conte Ferdinando                               1250.52
4 Campori Marchese Giuseppe e Condomini d'Austria      962.25
5 PP. S. Domenico - Correggio                          913.1
6 MM. Corpus Domini - Correggio                        879.47
7 Bolognesi Conte Giulio                               877.64
8 Sinigaglia Samuel David                              744:32
9 PP. S. Francesco - Correggio                         690.16
10 Carbonieri Francesco                                668.41
11 Greppi Conte Antonio                                643.65
12 Zuccardi Merli Cesare                               601.36
13 PP. Scuole Pie - Correggio                          548.31
14 Ospedale Infermi - Correggio                        525.6
15 Mazzucchi Augustoni Giuseppe                        496:52
16 Gilocchi conte Vincenzo                             466.36
17 PP. S. Domenico - Correggio                         449.39
18 Montessori G. Battista                              404.35
19 MM. S. Chiara - Correggio                           397.46
20 Cattania Tommaso e Fratelli                         390.34
21 Saccozzi Giovanni                                   315.32
22 Conti Antonio                                       314.39
23 Rossi Foglia Giuseppe e Teresa                      290.15
24 Guidotti Francesco                                  269.13
25 Gianotti Alesandro                                  265.34
26 Monterossi Giuseppe                                 258.53
27 Congregazione Luoghi Pii di Correggio               247.21
28 Foresti Merli Francesco                             246.50
29 Guidotti don Domenico                               245.57
30 Gazzoli Alberto                                     240.14
31 Grisendi Prospero                                   236.34
32 Sabadini G. Battista e Fratelli                     227.15
33 Mattioli conte Cesare                               225.10
34 Piovani don Quirino                                 211.49
35 Rossi Giuseppe                                      210.41
36 Guzzoni Biagio                                      207.35
37 Sabadini E. Battista e Figli                        204.43
38 Vernizzi Antonio e Francesco                        201.15

E' motivo di sorpresa trovare in testa ai massimi censiti un borghese, Luigi Bonini, con 2614 biolche (l'estensione di un'intera villa), delle quali ben 1629 in Rio Saliceto. Dopo di lui, i primi posti sono occupati dai più prestigiosi esponenti del clero e delle nobiltà, dalla Collegiata di S. Quirino - con b. 1788 ai Padri di S. Domenico di Modena - con b. 913, dal Conte Ferdinando Cesi -con b. 1250, al Marchese Giuseppe Campori e Condomini d'Austria - con b. 962, per non scendere al di sotto del migliaio. Ma è pur significativa, all'ottavo posto, la collocazione di Samuel David Sinigaglia - con b. 744. L'autorità esercitata da costoro e dagli altri elencati, sui sottoposti fu certo assoluta e l'influenza dei prodotti sul mercato e sui prezzi, determinante; e tra i sottoposti pensiamo agli amministratori dell'azienda, agli agenti di campagna, ai coloni - dai mezzadri ai braccianti - agli artigiani, a tutti coloro che ai proprietari fondiari erano legati da interessi.
Ma il catasto Ricci immobilizza una situazione in evoluzione, anzi, in forte evoluzione, perchè le maggiori variazioni avvennero dopo il 1796, per effetto delle nuove soppressioni francesi e la vendita dei beni nazionali. Il confronto tra il catasto 1791 e i dati offerti per il 1804 o il 1814 consente di constatare, nella proprietà ecclesiastica, la scomparsa del Capitolo di S. Quirino: le 1788 b. (1791) passarono a 14 acquirenti e di esse 414 ad ebrei (1804); le 879 b. del Convento del Corpus Domini (1791) furono allivellate a diversi (1804); le b. 690 del convento di S. Francesco (1791) furono vendute; le b. 548 delle Scuole Pie (1791-1804) passarono ai beni della Corona e furono allivellate (1811); le b. 913 del convento di S. Domenico di Modena (1791) furono vendute entro il 1814; in complesso, circa 3500 b. degli enti ecclesiastici, poco meno della metà di quelle portate del catasto 1791, furono secolarizzate.
I nobili furono censiti nel 1791 con 3161 biolche; delle 962 biolche del Campori, 471 in Campagnola passarono a Giacomo Carbonieri e all'antico proprietario ne restarono 156; il Bolognesi, da b. 877 scenderà a 737 (1814); il caso Greppi è singolare perchè il conte aveva nel Correggese solo una parte - b. 643 - delle 8 mila possedute nel Reggiano, che saranno divise tra gli eredi (1814); anche la proprietà Cesi: 1250 b. passate al figlio Annibale, sarà divisa tra le figlie di costui.
Cosi, mentre la proprietà ecclesiastica e quella nobiliare scendono a percentuali modeste, quella dei borghesi sale: Bonini Luigi ha 2619 b. nel 1791 (tra Correggio, S. Martino e Rio) e le conserverà tutte fino al 1814; Carbonieri Francesco sale da b. 668 (1791) a 904 (1814); stabili restano Cattania Tommaso e Fratelli, i Foresti, i Guidotti e i Saccozzi; scendono i Mattioli e i Grisendi; aumentano i Rossi Foglia, da 290 a 457 (1814), circa 700 (1838); i Sinigaglia passano da 744 (1791) a 1927 (1804).
Dai dati della possidenza individuale dobbiamo tornare a quelli della dimensione aziendale. Nell'ambito dell'antico Principato (escluse Rio e S. Martino), nel 1791, su 503 aziende 294 hanno la dimensione compresa tra 1-30 biolche; 116 stanno tra i 31 e 90 b.; 62 tra 91 e 200; 27 tra 201 e 500; 4 superano le 500 b.; ossia, il 58,6% delle aziende appartiene a piccoli proprietari, il 23,1% a medi proprietari, il 12,10/o ai mediograndi, solo il 5,4% alla grande e l'8% alla grandissima; occorrerebbe conoscere l'evoluzione di queste classi per comprenderne il rapporto reciproco; nell'impossibilità di farlo in termini quantitativi, crediamo di poter cogliere in questo assetto di piccoli-medi proprietari, la vocazione del complesso alla conservazione dell'assetto ottenuto, una disponibilità senza limite a valorizzare il proprio ma, nello stesso tempo, la difficoltà e impossibilità a concepire vasti disegni: c'è anche la presenza dei grandi proprietari, ben individuati ma non risulta che i loro ideali andassero oltre quello di un governo illuminato sulla loro proprietà e sui dipendenti.

1 A.S.RE. Catasto Ricci, Correggio e sue ville, S. Martino, Rio Saliceto, Campagnola e Fabbrico
2 A. S.MO. Rettori dello Stato, Correggio b. 29
3 L'elenco dei proprietari fondiari registrati dal Catasto Ricci, è in Allegato 1.