Frequenta il Liceo Classico "Rinaldo Corso" di Correggio e partecipa alla vita delle comunità
giovanili dell’associazionismo cattolico. Scrive i primi testi per i giornalini ciclostilati, editi in
ambito oratoriano. Ricorda spesso le estati in montagna, con la colonna sonora di Lucio Battisti e
Fiori rosa, fiori di pesco «cantata a squarciagola sul pullman dei campeggi estivi»
o i cori intorno ai falò «con dieci chitarre per volta a dirigere giovani ugole innamorate e malinconiche, prima della rivoluzione».
Tutti lo chiamano Vicky e così firma i suoi primi scritti e anche la riduzione teatrale per uno spettacolo,
rappresentato a Correggio, dal Piccolo Principe di Antoine De Saint-Exupery.
Così spiega le ragioni della scelta: «Questo libro non è una sorta di favola estraniata dagli altri
scritti e dalla filosofia del "poeta-aviatore", ne è forse invece la sintesi. Il vagheggiamento
dell’infanzia, della fantasia, quell’umanitarismo lirico che predomina in Terra degli uomini
e dal quale si sono stralciati i monologhi del Pilota, l’ironia verso qualsiasi grandezza e smania di
potere, il poetico discorso sulla responsabilità e sull’amore che si concreta nell’episodio struggente
dell’addomesticamento della volpe, l’esortazione a una vita spirituale, alla meditazione ("l’essenziale è
invisibile agli occhi" ripete il Piccolo Principe seguendo la sua volpe), tutti questi motivi sono
presenti e avvolgono la favola con una evidenza maggiore di qualsiasi altra forma letteraria.
Queste quindi le motivazioni più razionali della nostra scelta che emergono direttamente dal testo e che
si è cercato di comunicare nello spettacolo».
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