Odoardo Rombaldi
Giberto Il Difensore
Correggio, città e principato, Banca Popolare di Modena, 1979

Vedi anche "Giberto V" di R. Finzi

La mancata legittimazione del potere caratterizza anche il dominio di Giberto, figlio di Gerardo, ma la sua caduta non è dovuta solo a questo difetto ma alla sproporzione tra la base politica e l'ambizioso disegno. Giberto, esponente della seconda nobiltà e della "borghesia", oltre all'appoggio delle classi che rappresenta cerca quello della prima nobiltà e anche il favore dei ghibellini fuorusciti; la trama degli eventi interni s'intreccia con quella degli eventi esterni. Il disegno cui tutto serve è la formazione di un vasto dominio da Reggio a Piacenza, a Cremona, ma ciò gli procura la reazione di Milano, Verona e
Mantova, ben decise a non perdere il controllo delle grandi strade, di cui Parma era crocicchio, e della via del Po. La prima grande mossa di Giberto è la cacciata degli Estensi da Reggio e l'attrazione di questa nella sua orbita (1306); Reggio, per dieci anni, gli offrirà tutte le risorse che egli incessantemente richiederà. Occupata Brescello, prende Guastalla (1307), base di attacco a Cremona, ma i Cremonesi riprendono Guastalla nel 1310.
La politica di Arrigo VII diventa un elemento del gioco: fatto cavaliere a Milano (1311), Giberto segue Arrigo all'assedio di Brescia; ciò gli frutta l'investitura di Guastalla e il vicariato su Reggio (1311); poi, con repentino voltafaccia, riprende la politica guelfa e in Lombardia diventa esponente delle città guelfe dell'Italia centrale: Bologna, Firenze, Siena, Lucca. Con tale funzione ribella ad Arrigo Parma, Fidenza e Reggio, di cui diventa potestas et rector (fino al febbraio 1312). Il passaggio di Pavia e di Piacenza al partito guelfo rafforza la sua posizione e gli apre la via di Cremona, che terrà fino al 1316, come dominus generalis, e di Guastalla, che avrà per cinque anni. Se dalla condanna di Arrigo (1) nulla ha a temere, la lega tra Milano, Verona e Mantova prepara la sua fine; egli cerca di opporle una più stretta alleanza con Roberto d'Angiò, di cui diventa capitaneus regius generalis (1313). In armonia con l'indirizzo della politica guelfa, utilizzando gli scarsi momenti di tregua, cerca di avviare una più intensa circolazione di merci tra le città, tanto da dare al suo disegno politico una base di consenso nelle classi mercantili di cui egli è sempre esponente, ma il problema è anzitutto politico e di rapporti di forza. La perdita di Piacenza e Fidenza accende la rivolta in Parma, tra gli stessi suoi congiunti.
Nella tormentata carriera di Giberto la debolezza interna e le difficoltà dell'espansione esterna sommano i loro effetti; le parentele studiosamente strette anche con gli avversari non sono mezzo sufficiente a neutralizzare i nemici che ha in alto e in basso. L significativo che la sua rovina gli fosse preparata da Gianquirico Sanvitale suo cognato. Tra gli effetti meno effimeri della sua politica è l'estromissione degli Estensi da Reggio, riportata in area parmigiana prima e poi milanese per un secolo, e, di conseguenza, una più stretta alleanza fra il Reggiano e il Parmigiano, con conseguenze importanti anche per il distretto correggese e le fortune dei da Correggio. Giberto moriva nel 1321 a Castel Novo, presso un'antica torre, poco dopo aver dettato il suo testamento, che è il primo documento privato di un da Correggio, che ci sia giunto (2) , ed è altresì la carta di fondazione del convento di S. Francesco di Correggio; questo doveva ospitare otto-dieci frati e al loro mantenimento si provvedeva col reddito di un mulino, dato l'assenso dal Papa Giovanni XXII. A Giberto fu posta l'epigrafe:
VIR PIUS ET IUSTUS, TEMPLI QUI CONDITOR HUIUS:
MILITIAE QUONDAM GIBERTUS CLARUS IN ORBEM,
CORRIGIAEQUE COMES, IACET HOC SUB MARMORE
TECTUS (3).

I da Correggio nei secoli XIII-XV

                                    Gherardo
                              _________!__________
                             !                    !
                            Guido              Matteo 
                            + 1299
                      ________!____
                     !             !
                   Matteo      Ghiberto
                                + 1321
      _____________________________!_______________________
     !                    !                 !              !
  Simone + 1344     Guido + 1345       Azzo + 1364      Giovanni
        !                 !             Tommasina          !
        !                 !              Gonzaga           !
   _____!_____        ____!___         _____!_____         !
  !           !      !        !       !           !        !
 Gian     Antonia   Azzo  Giberto   Giberto   Ludovico   Antonio
 Francesco           !        !      + 1402    + 1373
 Cagnolo             !        !____________________________________________________________
  !                  !        !         !      !        !      !       !         !         !
Ludovico            Guido  Francesco Pietro Manfredo Gerardo Egidio Ghiblerto Giovanni Galasso
                                       _________________!____________________
                                      !        !           !        !        !
                                    Giovanni Niccolò    Manfredo Antonio Giberto
                                             + 1449     + 1474   + 1474  + 1455
                                           m. Beatrice  m. Agnese
                                             d'Este       Pio


1 MURATORI, Antiquitates, IV, 623
2 TACOLI, Memorie Storiche di Reggio, III, 1769, p. 683, su Gilberto: M. MELCHIORRI, Vicende della Signoria di Ghiberto da Correggio, in Archivio Storico per le Province Parmensi, Parma 1907, p. le ss. F. MANZOTTI Giberto da Correggio e la mancata signoria sul medio corso del Po, in Atti e Memorie Dep. St. Patria Prov. Modenesi, Modena, 1955.
3 Annales Minores, VI, 375, XIII. Secondo l'Azzari (C. Cronica di Correggio, in Biblioteca Estense, Modena) Azzo avrebbe ottenuto nel 1332 dal Papa di poter fabbricare il Monastero in Correggio e qui l'avrebbe cominciato ottenendo altresì la "prepositura burgense".