| Luciano Parmiggiani |
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| Cartine della città | |
| Mille Annni - Lo sviluppo urbanistico a Correggio dalle origini agli inizi del XX secolo |
Titolo: Accipe ed accingere. Hec est tua Corrigia Siire
Anno: 1626-1630
Tipo di rappresentazione: pianta iconografica
Autore: anonimo
Scala: mancante
Dimensioni: cm. 131,5 x 111
Qualità dei lavoro : dipinto ad olio su tela
Luogo di conservazione: museo Civico di Correggio.
Note: E' da notare l'orientamento preso da ovest per meglio evidenziare gli edifici più importanti (Chiesa di S. Quirino, S. Francesco, Palazzo dei Principi e di Niccolò). Notiamo una leggera torsione della facciata di S. Domenico (angolo in basso a sinistra) per vederne almeno i tratti più importanti (è una pratica molto usata quella di girare le facciate degli edifici). Da questo sforzo descrittivo si può capire l'intento di dimostrare il valore paesistico e culturale della città(1): nella fattispecie il pittore (o chi gli ha commissionato il dipinto) dona la città al suo principe (vedi il titolo del quadro) in un momento di grossa difficoltà per Siro. La datazione presunta è tra il 1626, anno in cui fu completamente rifatta e ampliata la chiesa fuori porta S. Antonio dedicata alla Madonna della Rosa e il 1630 poiché dopo quell'anno Siro se ne va da Correggio e si vanifica il suo titolo di Signore di Correggio.
(1) v. Lucio Gambi I'immagine della città", nella rivista "Cenobio", 1985

Anno: 1660/1682 c.a.
Tipo di rappresentazione: pianta prospettica
Autore: anonimo
Scala: mancante
Dimensioni. cm. 27,5 x 40,5
Qualità del lavoro: manoscritto a penna in bianco e nero
Luogo di conservazione: Archivio di Stato di Modena, Archivi militari, b. 260.
Note: il disegno è molto sommario: ad esempio manca la Contrada della Sirena, le abitazioni e i portici sono tutti uguali; fossato, strade esterne, suburbio sono completamente omessi.
La legenda comunque ci permette una sua datazione abbastanza precisa: l'esistenza del teatro (al n° 17) sorto nel 1660 e la mancata indicazione dell'Ospedale degli Infermi (il quale se al momento dell'esecuzione della pianta fosse già stato aperto sarebbe stato sicuramente
segnalato nella legenda, data la sua importanza e la sua fondazione, nel 1682, per diretta volontà dei Duca), sono le informazioni che restringono in un ventennio l'arco temporale della produzione della pianta. Da notare inoltre la segnalazione di luoghi dell'attività economica, oltre quelli politici e religiosi, come la "beccaria" (n° 12) e due filatoi (n° 18 e 19; circa quello esistente vicino al Palazzo Principi non eravamo informati da alcun documento consultato).

Anno: fine XVIII sec.
Tipo di Rappresentazione: pianta iconografica
Autore: anonimo
Scala: scala a braccia di Correggio: braccia 350 equivalenti a cm 17,62 che corrispondono a cm 18.585
Dimensioni: cm 45 x 66
Qualità dei lavoro: manoscritto a penna a colori
Luogo di conservazione: Biblioteca Comunale di Correggio presso Ufficio del Direttore.
Note: la datazione di questa pianta non è ben definibile: in un elenco del 1777 di spese non approvate dalla Ducal Camera (Archivio Memoria Patria, cart. 144) figura una pianta della città datata 16 Luglio 1775. Forse questa è la data d'inizio della bozza generale perché il 27 Giugno 1784 il Cons. di Comunità si riunisce e delibera:
Danno conto i SS.ri Rapp.ti di aver fatto ricerca dal Giovanardi in che stato sia la pianta della città che da motto tempo si sa essere in sue mani per terminarla e darla perfetta al Pubblico che a quest'ora ha supplito a più centinaia di lire in altrettante spese denunziate accorse, e di aver avuto per risposta che, di presente è presso il chirurgo Parmiggiani. (Forse si tratta di colui che effettuò le misure della carta precedente).
Ed i ss.ri hanno ordinato ai SS. Rapp.ti di intimare al Giovanardi di presentare l'opera da lui fatta per rilevare quanto occorra di farsi e per lume loro (1).
Da queste parole si può intuire che la pianta ha avuto una lunga gestazione e che un tale Giovanardi l'ha terminata. Il fatto che poi il titolo inizi con "Antica Pianta" può significare a nostro parere che essa sia stata cosi intitolata da persona che l'ha messa in ordine su materiali precedenti molto tempo dopo o - con maggior probabilità - che essa è una copia tardo settecentesca debitamente aggiornata e abbastanza fedele (ma condotta con metodo di questo secolo), di un originale ignoto di almeno un secolo prima (come lascia intendere lo stile dei disegno e il tipo della simbologia dei portici e delle strade). Se ora passiamo ad analizzare l'opera intanto dobbiamo ricordare che sono passati più di cento anni dall'ultima rappresentazione urbana della città. E da quest'ultima la presente differisce per importanti qualità: prima di tutto non c'è rappresentazione prospettica delle case o degli edifici in genere, l'impostazione cioè è rigorosamente zenitale, l'orientamento è a nord e non più a ovest, scelto appunto per evidenziare le facciate dei maggiori palazzi e chiese. E' scartato quindi qualsiasi intento celebrativo o artistico della città con questa pianta.
Ma l'appartenenza alla cultura e alle tecniche settecentesche di questa carta oltre che dal punto zenitale di rappresentazione è dimostrata soprattutto dal proposito di geometrizzare e angolare tutta la città: spariscono le curve (quella della Strada Maestra è la più evidente), le strettoie irregolari (via S. Francesco, oggi via Roma) ecc., cosicché questo istinto geometrico, rettilineo finisce per stravolgere completamente le proporzioni dell'abitato. La più lampante è l'enorme allungamento di Borgovecchio che fa apparire i suoi isolati come dei rettangoli molto lunghi mentre nella realtà sono dei quadrati; ma anche i quartieri sud-ovest (Piazza Padella, ecc.) sono raffigurati attraverso forme completamente diverse dal vero .
Non per questo la carta risulta priva di informazioni utili, soprattutto se ricordiamo il salto epocale con quella precedente. I portici sono elemento-novità perché siamo informati dalla loro precisa dislocazione e da questa possiamo risalire alla loro funzione principale. Da questa osservazione s'intuisce chiaramente (a loro funzione artigianale ed economica in quanto non compaiono nella piazza dei potere civile ed ecclesiastico (p.zza Castello) o nelle strade più povere (via Filatoio per gran parte). Notiamo la presenza di quattro voltoni, due che chiudevano via Sirena (e uno di questi, il n° 14 della legenda, fungeva anche da continuazione della linea dell'abitato nel piazzale antistante la chiesa di S. Quirino) e gli altri due che chiudevano il ghetto ebraico di via Casati. La legenda ci indica come sempre gli edifici civili e religiosi ma dà anche riferimenti per le attività artigianali e commerciali più significative - beccheria, conciapelii - ubicate rigorosamente lontane dalle sedi dei potere, date le loro lavorazioni insalubri e maleodoranti. Anche le zone verdi (orti, giardini) sono ben evidenziate con l'uso dei colore su tutta la loro superficie.
L'uso e lo scopo di questa carta non sono ben precisabili. Poiché è stata ritrovata nell'archivio dell'Uff. Tecnico Comunale, l'ipotesi più credibile è quella di un suo utilizzo a fini edilizi o urbanistici. Non crediamo però ad un uso catastale, prima di tutto perché non ci risultano catasti edilizi in questo periodo poi perché nella carta non sono tracciati i confini delle proprietà; è più probabile che la Comunità nel momento in cui si appresta ad applicare certe norme di riordino edilizio, abitativo e dell'ornato senta l'esigenza di avere un quadro aggiornato della struttura urbana correggese.
(1) Archivio Storico Comunale, vol. 78, Consigli della Comunità, 1778-1789.

Anno:1826
Tipo di rappresentazione: pianta iconografica
Autore: Tenente del Genio Araldi
Scala: 1: 4000
Dimensioni. cm 33.5 x 30.5
Qualità del lavoro: litografia in bianco e nero
Luogo di conservazione: Biblioteca Comunale di Correggio, non catalogata, presso ufficio dei direttore e Archivio di Stato di Modena, serie Genio Militare, città, 2.
Note: si tratta dell'unica litografia esistente di Correggio. Presumibilmente durante un operazione di disegno topografico delle città estensi da parte dei governo, questi utilizza le mappe già fatte dalle Comunità quando esse hanno una certa precisione (è il caso di Correggio). Lo scopo dell'operazione è di realizzare una documentazione topografica uniforme. Ma non si tratta di una riproduzione meccanica delle carte che già esistono: il fatto di doverla litografare induce l'autorità governativa ad una maggiore accuratezza e dettaglio nel disegno. Prima di tutto l'esterno della città è ben rappresentato e crediamo non in maniera simbolica perchè la forma della piantata, che è il sistema più diffuso, non è dappertutto ma solo dove probabilmente c'era davvero. Questa è un'informazione che per i militari è molto importante, in quanto ogni albero o casa è un ostacolo di cui tener conto in eventuali manovre militari. Un'altra cosa inedita è quella fila di alberi che cinge a nord e ad est la città coprendo la visuale per chi guarda fuori.
Il perimetro esterno alla fossa circondariale dove una volta c'erano le fortificazioni esterne (mezze lune, tenaglie, strade coperte) probabilmente è proprietà dei demanio comunale in quanto notiamo che i campi coltivati e la piantata si fermano proprio di fronte a quel confine (in questa striscia sarà poi costruita ciò che è ancora oggi la strada di circonvallazione). Per quanto riguarda l'interno della città, risulta subito evidente la cura nella raffigurazione degli spazi verdi: nel cortile dei Collegio-Convitto (l'angolo nord-ovest) è presente un bel giardino. Alberi e verde li troviamo nella parte pubblica (dietro al teatro e Palazzo Reale e in basso a destra).
Anche gli edifici religiosi e di proprietà pubblica sono molto accurati. I portici ci sono tutti. Novità assoluta è la trascrizione sulla carta dei numerici civici in corrispondenza degli edifici: si tratta di una vera e propria carta d'identità poiché sono elencati anche i quartieri (che qui sono 5 e non più 6 come nel 1786: è sparito il quartiere di piazza Padella) coi numeri civici.

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