Luciano Parmiggiani
Il sec. XIX: risanamento e modernizzazione
Mille Annni - Lo sviluppo urbanistico a Correggio dalle origini agli inizi del XX secolo

Il primo cinquantennio dell'Ottocento, dal punto di vista urbano, si potrebbe riassumere con la parola "Risanamento". Rimaniamo comunque nel campo della semplice manutenzione e solo in alcuni casi si può parlare di riammodernamento, in specie della rete fognaria e stradale. Nel 1816 fu appianata un mezza luna posta proprio di fronte a Porta Reggio. Secondo gli igienisti dei Comune essa ostruiva la circolazione dell'aria. Sempre in quegli anni furono abbattute le altre fortificazioni esterne (tenaglie, piccoli bastioni, mezze lune) da parte dei proprietari delle case prospicienti ad esse. Si approvò un piano di inghiaiamento delle più importanti strade del contado, accollando le spese ai frontisti proprietari di almeno 10 biolche di terreno. Il 18 giugno 1816 venne letta dal Consiglio della Comunità una relazione del delegato al riesame dei percorsi delle fognature e fosse, Gaspare Righetti, in cui si faceva presente al Podestà che originariamente le acque fuoriuscivano dalla città da due punti, mentre ora tutti gli scoli riversavano nella "dogara" che fuoriesce a sud della città. (43)

La comunità probabilmente procedette a questa analisi in conseguenza dei focolai di tifo manifestatisi in alcune contrade della città (44). Ne seguì la rimozione di ciò che ostacolava una maggiore igiene urbana, apportando anche interventi in quelle contrade maggiormente degradate. Fra queste la contrada della Sirena, i cui portici bassi e umidi sovrastati da granai vennero abbattuti nel 1832 assieme ai voltoni che ne chiudevano la via ai due estremi (così come i due archi che chiudevano la contrada dei ghetto) (45). Finalmente nel 1839 si coprirono tutte le fogne della città che ancora scorrevano a cielo aperto.(46)

Un anno dopo anche l'ultima parte dei fossatone, ancora a cielo aperto, prospiciente le case Silva, Vicini, Grillenzoni e Bonifazio Asioli venne coperta. L'esigenza di maggior decoro spinse la Comunità a sopprimere quegli orti che ancora si trovavano nel cuore della città, cioè quelli di fronte alla basilica di S.Quirino (nell'attuale piazza S. Quirino). L'anno preciso non è documentato, ma siamo fra il 1832 (anno in cui si demolì l'arco della contrada della Sirena che dava su S. Quirino) e il 1836, allorchè fra Comune e proprietari delle case i cui retri si affacciavano sulla nuova piazza, si firmò un accordo che definiva tempi e modalità per edificare decorose facciate sul nuovo fronte stradale (47) .La Commissione d'Ornato a questo proposito stanziò fondi per i proprietari di quelle case. Nacque così la piazza S. Quirino. Oltre che per la piazza S. Quirino, nel 1842 la Commissione d'Ornato istituì un altro fondo da erogare a tutti coloro che intendevano rinnovare le facciate delle loro abitazioni (48).

Ma in quegli anni pochissimi sfruttarono questa opportunità. Si dovette attendere un importante provvedimento di politica commerciale per far sì che i redditi dei correggesi potessero aumentare in modo tale da consentire il rinnovamento dei tessuto abitativo. Nei primi anni '50 venne stipulata una lega doganale fra Ducato Estense, Impero Austriaco e Ducato di Parma che portò nel giro di pochissimo tempo il prezzo dei vino (fondamentale merce di scambio dell'agricoltura correggese) da L. 8 a L.30-50 per ettolitro (49).
Fra il 1850 e il 1860, con l'aumentata disponibilità finanziaria, vennero rifatte moltissime facciate e ristrutturati molti palazzi, accedendo finalmente ai contributi dell'Ornato. Non dimentichiamoci, comunque, che la spinta alla ristrutturazione fu dovuta anche all'incremento demografico: se nel 1824 gli abitanti in città erano 2.157 (50), nel 1847 salirono a 2.287 in 395 case (51) (13 in più rispetto al 1797) e(52)nel 1861 arrivarono a 2.596 . Contemporaneamente (il 2 Dicembre dei 1851) il Consiglio della Comunità offrì incentivi a tutti gli abitanti della "Strada Maestra" (C.so Mazzini) che intendevano selciare con selce dura i portici di loro pertinenenza. Più tardi (1856) il governo della città diede sette anni di tempo per indurre i proprietari di detti portici a lastricarli con marmo di Verona. Ma l'intervento più importante in materia di ordine e decoro urbano fu la decisione di praticare nel tratto di mura a meridione una pubblica passeggiata. L'intervento prevedeva un livellamento dei terrapieno e la costruzione di una carreggiata attorniata da una fila di tigli che correvano su ambo i lati (sui quali venivano anche installate delle panchine). Questa scelta rivela senz'altro una spiccata maturità in campo politico ed urbanistico. Le passeggiate cittadine in questo periodo nacquero solo nelle città italiane più progredite in materia di cultura e arredo urbano. Per questo intervento la Camera Ducale assegnò a Correggio un contributo di L. 4.000.


(43) Arch. Storico Com.le, cart. 118, fabbricati e strade, 1816.
(44) v. Giannotti Colleoni, Op. Cit.
(45) Arch. Storico Com.le, cart. 202, Spettacoli, Fabbricati e Ornato, 1832.
(46) Arch. Storico Com.le, cart. 214, Spettacoli, Ornato, Strade e fabbricati, 1839.
(47) Arch. Storico Com.le, cart. 208, Spettacoli, Strade e fabbricati, Omato, 1836.
(48) Arch. Storico Com.le, cari. 202, Spettacoli, Ornato e fabbricati, 1842.
(49) v. Caffari, op. cit.
(50) v. R. Finzi, "Gli ebrei di Correggio", in Almanacco del Pescatore Reggiano, Reggio Emilia, Bizzocchi 1958, pag. 31.
(51) v. G; Roncaglia, Statistica Generale degli Stati Estensi, Modena, 1849.
(52) v. G. Scelsi, Statistica Generale della Provincia di Reggio Emilia, Milano 1870.