Riccardo Finzi
Luigi Asioli (Pittore)
Correggio nella storia e nei suoi figli, Arca Libreria Editrice, 1984

Luigi Asioli nasceva in Correggio il 16 dicembre 1817 da Giuseppe ed Enrichetta Rosaspina. L'ambiente squisitamente artistico della sua famiglia facilitava le sue naturali attitudini al disegno ed alla pittura.
All'età di 11 anni, il nostro viene ammesso all'Accademia di Belle Arti di Modena, che frequenta per nove anni. Indi passa a Bologna, in quell'Accademia, chiamatovi dall'illustre Rosaspina, suo nonno. A Bologna, Luigi si distingue coi dipinti Cesare Ottaviano, Marc'Antonio e Lepido, una Erodiade ed il Ritratto del prof. Cini.
Nel 1839 l'Asioli si trasferisce a Firenze, ove si perfeziona alla scuola del Bezzuoli. Nel suo soggiorno fiorentino dipinge Un episodio del diluvio universale, con tecnica impeccabile.
Dal 1840 al 1848 prende domicilio a Correggio, ma ritorna saltuariamente a Firenze sino al 1846, attrattovi dall'arte dei pittori toscani. E' di quel periodo (1846) l'autoritratto - oggi di proprietà Canossi - che si vede nel museo Civico di Correggio, nella copia di esso dipinta dal Reggianini.
Nella natia città dipinge in quegli anni i suoi migliori lavori, quali l'affresco raffigurante L'apoteosi di S. Quirino, nel catino della chiesa omonima e la tela con l'Ascensione di Gesù per la parrocchiale di Fosdondo.
Pure la grande ancona con la Beata Alacoque per la chiesa di S. Chiara di Carpi, è della stessa epoca.
Nel 1848, sollecitato ed aiutato da Adeodato Malatesti, passa all'Accademia di Modena come insegnante di disegno; ma i moti patriottici a cui egli partecipa, lo consigliano ad allontanarsi dall'accademia l'anno seguente.
Nel 1850 visita a scopo di studio Venezia, Genova e Milano. Tornato a Correggio, dipinge altre opere fra cui un S. Antonio Abate per la parrocchiale di Fazzano, una Samaritana, un Templare, un S. Giovanni Battista predicante nel deserto: lavori notevoli che vennero assai apprezzati.
Nel 1859, benchè quarantaduenne, si arruola volontario nell'esercito; ma non partecipa a fatti d'arme e, smobilitato, sposa nello stesso anno la reggiana Clorinda Romei.
L'anno appresso viene nominato professore di pittura dell'Accademia di Belle Arti di Modena. Dedicatosi all'insegnamento, trascura la composizione di opere a largo respiro. Molti lavori lascia incompiuti e di altri prepara solamente il bozzetto.
Nel 1867, mentre dipinge un S. Girolamo (ora nella chiesa di S. Sebastiano) viene colpito da grave malore. Da quel giorno, " la bella esistenza di Luigi Asioli non fu che un'alternazione intermittente di brevi calme e di indomabili irrequietudini " (Fantuzzi), sino a che la morte lo colse dieci anni dopo, per morbo cerebrale, il 15 agosto 1877.
L'Asioli fu professore onorario dell'accademia di Perugia e socio di quella di Urbino. Fra i suoi allievi, parecchi conseguirono la notorietà, fra cui Giovanni Muzzioli.
Il Nostro ebbe un carattere indipendente e sincero, pronto all'espansione, ma anche al risentimento. L'autocritica e l'insoddisfazione per taluni suoi lavori finirono per amareggiargli la vita, specialmente dal 1860 in poi.
Le sue opere appartengono al periodo denominato " neoclassico " e si avvicinano, come stile ed esecuzione, a quelli di Adeodato Malatesti. Le figure sono disegnate con grande rispetto anatomico e prospettico, ma appaiono molto accademiche.
L'Asioli non seppe - o non volle - avvicinare la sua arte a quella degli impressionisti, fedele come sempre rimase ai suoi maestri.
La sua opera migliore è espressa nel ritratto, ove l'Asioli si manifesta disegnatore impeccabile e colorista potente.
Il Comanducci rammemora il nostro nel suo Dizionario dei Pittori dell'Ottocento.
Vari lavori del pittore sono conservati anche a Correggio, in case private e nel museo Civico.