Odoardo Rombaldi
Comune e Signori
Correggio, città e principato, Banca Popolare di Modena, 1979

Oltrepassata l'età matildica (1115) si apre quell'altra che si chiuderà con la prima discesa di Federico Barbarossa (1154), un quarantennio in cui l'emergere di forze nuove, non contenute dal potere centrale, debole o assente, porta, da un lato, alla formazione dei comuni cittadini e, dall'altro, a quella dei comuni rurali; ma questa è anche l'epoca in cui i feudatari, privi di chi li tenesse a freno, impongono il loro volere alle nuove forze locali, procedendo poi d'intesa con esse, ma tenendole soggette al loro potere; comune rurale e signoria locale sono facce d'una stessa realtà; proprio in questi decenni si gettano le basi di un patto tacito od espresso che consente al primo di avere quella tutela e quelle aperture verso il mondo circostante che da solo non potrebbe darsi, e alla seconda di dare al proprio potere la base territoriale e la consistenza demica necessarie allo spiegarsi di un'attività politica che non fosse esercizio di forze puramente individuali. Fin dal 1109 Gerardo II è detto comes, - sebbene ci sfugga la portata di questo titolo, esso ci attesta la ricerca di una legittimazione del potere.
Gerardo Il da Correggio sarebbe da riconoscersi in quel da Plaza che, nel 1136, assiste ai due placiti dell'imperatrice Richenza in Reggio (1). Egli era già morto nel 1142, lasciando cinque figli: Bernardo, Luterio, Alberto, Gualtiero e Guglielmo (2).

ALBERTO DA CORREGGIO
(Stemma della famiglia)

Di questi il più noto è Alberto. Albertus de Corigia compare come teste nel 1150, in un atto con cui Egina, vedova del conte Arduino, dona terre al Monastero di S. Raffaele di Reggio (3); questo è il primo ricordo che abbiamo di lui. Due carte documentano la sua presenza a Bologna: nel 1154 assiste come teste il Podestà di Bologna che assolve il conte di Imola dal ripatico di Trecenta (4); nel 1165 è presente alla concordia tra Lamberto di Guido e gli uomini di Galliera (5). Ma egli spiega la sua attività anche nel Modenese: una carta nonantolana lo indica possidente a S. Felice (1158); nel 1170 è uno dei capitani presenti all'alleanza degli uomini di Monteveglio con i castellani del Frignano ed altri contro il comune di Modena (6). Nel 1159 è podestà di Reggio. Alberto è dunque uomo di governo e signore; sotto il primo aspetto apre la strada ai figli Matteo e Frogerio; come signore unisce i possessi del Frignano e quelli del Reggiano: ambivalenza o polivalenza imposta non solo dalla diversa ubicazione dei possessi ma dettata dall'ambizione di estendere il proprio dominio in qualunque direzione gli sia consentita in quel ceto di feudatari minori; è tuttavia osservabile la mancanza di ogni riferimento al Parmigiano.
Come signore di Correggio compare solo nel 1172, in cui, col nipote Gerardo ratifica una convenzione tra i consoli di Correggio, Budrio e Rio (7). Il documento merita tutto il rilievo possibile, perchè prova l'avvenuto patto tra i due poteri, quello dei comuni e quello dei Signori per il reciproco vantaggio. Alla presenza dei boni homines, i consoli di Correggio: Gotefredo, Pietro Bonaldo, Alberto di Gerardo Andrevergi, e Bedurlo, a nome proprio, avendo specifica delega dai domini e dai vicini, stipulano una convenzione con gli uomini di Budrio per un canale; al patto aderiscono con altra condizione quelli di Rio; come tutte le convenzioni, che riguardano il regime delle acque, anche questa investe un numero straordinario di persone e ha carattere di patto intercomunale; già con questo Correggio doveva provvedersi delle acque necessarie ai molini e alla difesa; importante l'assenso del dominus: Dominus Albertus de Corigia pro se et nepo te tulit parabolam in hoc quod sui homines facerent et firmum tenere promisit, et hoc fuit in domo sua Corigie quando iacebat malatus, chiosa quest'ultima, degna di una cronaca.
Ma il documento è altresì importante perchè conferma il carattere composito del dominio di Alberto come attesta la presenza di uomini del Frignano: "dominus Albertus de Fregnano, Raphacanis de Fregnano, dominus Gherardus de Fregnano ".
Nel 1173, Alberto e Gerardo suo nipote, Alberto e Gerardo del Frignano fratelli, donano alcune terre alla chiesa dei Santi Michele e Quirino del castro di Correggio, a patto che si costruisca una chiesa dedicata ai Santi Bartolomeo, Tommaso e Quirino e un ospedale soggetto a S. Quirino (8).
Nel 1174 Alberto acquista terre a Migliarina, Mandrio, Fazano, S. Martino in Rio, Lemizzone per 80 lire di denari milanesi (9); nel 1189 è ancora in vita; in detto anno i suoi figli: Matteo, Frogerio e Alberto ricevono in affitto, dal rettore della chiesa di S. Giulia di Migliarina, terre di Rubbiano, Gualesenda e Villanova (10) e con questo contratto mettono termine ad una vertenza che dal 1157 Matteo aveva con la stessa chiesa per terre in Rubbiano (11): segno certo dei metodi poco pacifici con cui i Signori estendevano il loro potere. Gerardo, nipote di Alberto, è ricordato nel 1181; suo figlio fu Giberto, vivente nel 1197 (12).
Alberto e i suoi figli operano nell'età degli imperatori Svevi (1152-1250), al riflesso della potente riaffermazione dei diritti dell'Impero e delle sue leggi. Matteo fu Podestà di Bologna (1196), Parma (1203), Pisa (1208), Cremona (1210), Bologna (1213), Modena (1216), Verona (1217), Pisa (1220). La Cronica di Bologna lo dice da Parma (13), ed è verosimile che gli acquistasse la cittadinanza di questa città, che i da Correggio avranno per molte generazioni. Matteo ebbe un figlio, Frogerio, podestà di Modena (1216), che fu padre di Giberto, dal quale verrannno otto figli: Iacopino, Matteo, Guido, Cavalca, Guglielmo, Gerardo, Guidotto, Obizo. Il secondo figlio di Alberto, Frogerio, fu podestà di Modena (1211) e di Ravenna (1214): ebbe una figlia, Sofia e un figlio, Guidotto, vescovo di Mantova, ucciso nel 1235. Alberto ebbe una sorella, Beatrice, badessa del Monastero di S. Tommaso di Reggio (1190).


1 MONUMENTA GERMANIAE HISTORICA, Diplomata, VII, Richenza, pp. 229 - 230
2 I NEMBROT, cit. App. n. 6, p. 64
3 TIRABOSCHI, Mem. Stor. Mod. III; C.D. n. 394
4 L. SAVIOLI, Annali Bolognesi, 1. 2 p. 231
5 L. SAVIOLI, cit, I. 2 p. 279
6 MURATORI, Antiquitates, IV 371
7 TIRABOSCHI, Mem. Stor. Mod., III; C.D. n. 459
8 TIRABOSCHI, Mem. Stor. Mod., III; C.D. n. 467; IDEM Dizionario Topografico - storico, cit. I. p. 255.
9 TIRABOSCHI, Mem. Stor. Mod., III; C.D. n. 474
10 TIRABOSCHI, Mem. Stor. Mod., III; C.D. n. 578
11 TIRABOSCHI, Mem. Stor. Mod., III; C.D. n. 554
12 TIRABOSCHI, Mem. Stor. Mod., V, p. 17.
13 MURATORI, S.S. Rerum Italicarum, XVIII, 247