Viller Masoni
Premessa
Correggio - Cinque secoli di politica culturale

Punto di partenza di questa ricerca storica è una realtà presente: il sistema di istituzioni culturali del Comune di Correggio. Esse svolgono oggi le loro specifiche funzioni verso la città con notevoli risultati sia sul piano del rapporto con l'utenza che su quello della capacità creativa - per ciò che concerne il modello culturale proposto e gli standard tecnico organizzativi adottati.
Si tratta del Teatro Comunale Bonifazio Asioli e degli Istituti Culturali - un centro con caratteristiche polivalenti all'interno del quale convivono e si intersecano Biblioteca, Archivi storici, Pinacoteca-Museo, Sezione audiovisivi.
Ma se questo è lo stato attuale, dove datano le origini di queste istituzioni culturali?
Quale poi ne è stato lo sviluppo e quali fattori lo hanno condizionato, accelerandolo o rallentandolo o facendolo piegare verso particolari esiti piuttosto che altri?
Quali sono stati i reciproci rapporti, quando si sono verificate e in che misura essi sono stati casuali o frutto di precise scelte di politica culturale?
Quale considerazione, o immagine, ha avuto di essi il governo della città, per un verso, e l'utenza, per l'altro?
Questi e altri sono gli interrogativi che hanno mosso la ricerca.
La via che ho seguito per rispondervi è quella esterna, cioè incentrata sul rapporto istituzioni culturali-ambiente, ai fini di una ricostruzione storica che tenga conto del loro essere diacronico e sincronico.
E' ovvio che un simile approccio non può non contemplare anche un'analisi dei fondi librari, artistici, documentari che costituiscono la 'materia prima' di una biblioteca, di un museo, di un archivio.
Seguire in modo specifico e precipuo questa via interna avrebbe certamente consentito interessanti approdi.
Lo specifico caso correggese ma anche una personale propensione culturale, tuttavia, mi hanno fatto optare per il primo approccio, con l'obiettivo (che mi auguro dì avere almeno parzialmente raggiunto) di ricostruire non solo le vicende delle istituzioni culturali correggesi, ma anche le influenze che esse si sono vicendevolmente scambiate con l'ambiente socio-politico.
Dopo questa necessaria precisazione metodologica, torniamo agli interrogativi di cui si diceva poc'anzi e, innanzitutto, al primo: quale è stato l'ambiente politico e culturale, l'humus che, al di là delle circostanze, ha costituito la premessa per il loro sorgere? E ancora, sono state premesse che si sono esaurite al momento della nascita di queste istituzioni o che in qualche modo ne hanno segnato e caratterizzato lo sviluppo successivo, perfino l'attuale loro stato? In sostanza, qual è il 'nocciolo duro' su cui esse poggiano?
Direi che questo zoccolo va individuato nella presenza e nell'azione, fra la metà del sec. XV e il primo trentennio del secolo XVII, di una corte signorile che fece di Correggio la capitale di un piccolo Stato, dandole caratteristiche politiche e culturali che, pur stemperandosi, permarranno anche nei secoli successivi.
Dedico questo lavoro alla memoria di mio padre che più di ogni altro mi ha spronato allo studio e alla ricerca.
Numerose sono le persone che mi hanno aiutato a condurre in porto questo libro alle quali va il mio più sentito ringraziamento: dal dott. Nazareno Pisauri (Soprintendente per i beni librari e documentari della Regione Emilia-Romagna), al prof. Alberto Guenzi (docente di storia presso l'Università di Bologna), al prof. Everardo Minardi (docente di sociologia presso l'Università di Bologna): senza i loro preziosi consigli questa pubblicazione non avrebbe visto la luce.
Fondamentale è stato anche l'incoraggiamento ricevuto dall'Amministrazione Comunale di Correggio, in particolare dal Sindaco, dott. Maino Marchi, dall'Assessore alla Cultura, Giuliana Valeriani, dal direttore del Teatro "Asioli", Normanno Gobbi e dal direttore degli Istituti Culturali, dott. Alberto Ghidini, del quale inoltre mi sono state di grande utilità precedenti pubblicazioni, come risulta dalle note, e osservazioni, anche critiche, in virtù dell'autorità che gli deriva dai molti e proficui anni di direzione degli Istituti Culturali.
Preziosi inoltre gli aiuti, venutimi in forme diverse, da mia moglie Mirna, dal dott. Gino Badini (direttore dell'Archivio di Stato di Reggio Emilia), dal prof. Giuseppe Adani, dal prof. Lucio Levrini, dalla m.a Nive Veroni e dai colleghi Ombretta Coli, Leonilde Castellari, Roberto Paltrinieri, Alessandro Pelli, Carmen Bagni, Redento Berni e Alessandro Di Loreto.
Un ringraziamento, infine, a Gianni Andreoli, Mario Carrieri e Marco Ravenna, nonché alle ditte F.G.T. e Studio Manzotti per avermi gentilmente concesso l'uso del materiale fotografico.