Luciano Parmiggiani
Le origini
Mille Annni - Lo sviluppo urbanistico a Correggio dalle origini agli inizi del XX secolo

Le più antiche tracce rilevanti la presenza dell'uomo nel sito della città di Correggio sono state rinvenute negli anni venti del nostro secolo. Si tratta di avanzi di due palafitte (resti lignei, ceneri, ossa) esistenti nella zona di borgo vecchio, ritrovate alla profondità di m. 5,50, di datazione incerta, anche se si suole attribuirli all'età del bronzo. (2)
Venendo all'età romana, sul territorio correggese le uniche tracce di centuriazione oggi ancora presenti sono nella zona sud-ovest. Se completa centuriazione c'è stata, gran parte di questa fu cancellata nei secoli successivi ad opera delle inondazioni dei limitrofi corsi d'acqua (Crostolo, Secchia, Tresinaro). Scarsissima, quindi, per molti secoli, è stata la stabilità del territorio correggese: l'analisi geomorfologica mostra chiari segni di paleoalvei e di dossi naturali. E proprio sul maggiore di questi dossi è situata Correggio. ll nome deriva da "Corrigia", che stava a significare nel linguaggio volgare dell'Italia Settentrionale una striscia di terra in mezzo a paludi.
ll probabile scenario del territorio correggese nel periodo tardo-imperiale e altomedioevale era pertanto costituito da un'instabile striscia di terreno argilloso sabbioso (una "Corégia", appunto) circondata da acquitrini, paludi, valli, foreste, canali e fiumi frequentemente in rotta, con scarse vie di comunicazione, se escludiamo quelle idriche. Tutto ciò non cambierà fino alle forti bonifiche che prenderanno avvio attorno ai secoli XI - XII.
Nei documenti fin qui rinvenuti, la prima volta che troviamo scritto "Corégia" è nel 946, precisamente in un diploma che attesta il passaggio di terre ad opera di un certo Ercemberti de Corégia. (3)
I documenti attestanti l'esistenza di un borgo si faranno più numerosi a partire dal secolo XI, a testimonianza di un certo fermento economico e demografico. Nel 1039 si nomina una Chiesa ("S. Michele e S. Quirino") posta nel "Castrum di Correggio". (4)
Sono appunto gli anni attorno al mille, che segnarono in tutta la Val Padana un notevole incremento demografico accompagnato da una forte rinascita dei centri urbani. L'esistenza di vari documenti attestanti vendite di terreni nel correggese, dimostra appunto il moltiplicarsi dei nuclei familiari e l'esigenza di un maggior sfruttamento agricolo dei territori. Una conferma indiretta di tale incremento demografico è la stipula nel 1172 di una accordo fra i consoli di Correggio, Budrio e Rio, col placet di Alberto da Correggio, riguardante lo sfruttamento delle acque di un canale fra Budrio e Correggio; (5) la volontà di regolare l'uso di quelle acque denota sicuramente un insediamento di una certa consistenza. Correggio non era però un polo attrattivo importante (come lo erano invece a quei tempi i centri posti sulla Via Emilia o sul Po). La stessa alternanza con cui viene definito Correggio nelle fonti del periodo (a volte "Locus" a volte "Castrum"), parrebbe dimostrare una debole spinta ad un'organizzazione urbana ben definita. Non era ancora cioè quel borgo fortificato che si imporrà più tardi sulle ville e i castelli che lo attorniavano. Se proprio vogliamo accennare ad una possibile fortificazione del castello di Correggio (per castello intendiamo tutto il borgo fortificato), per i secoli XI-XII-XIII, non dobbiamo immaginarcela particolarmente imponente. Si può supporre in sostanza l'esistenza di un fossato ad andamento circolare (vedi la carta n° 1 della sezione ricostruttiva) e di un terrapieno eseguito con la terra ricavata dallo scavamento della fossa. All'interno è ipotizzabile l'esistenza del maschio, un'ulteriore difesa sopraelevata (e di frequente entro un secondo steccato) a forma di torre, che fungeva da estrema difesa del Signore e in casi di pericolo anche da abitazione, costruita in legno od altri materiali più rudimentali. Non possiamo però affermare per Correggio l'esistenza certa di questo maschio: ne mancano le testimonianze archeologiche ed archivistiche. L'incastellamento di Correggio, in sostanza, è un'iniziativa che parte dal basso, per esigenze locali di difesa, alla quale anche i Canossa guardarono con scarso interesse strategico. Infatti i luoghi di residenza reggiani dei maggiori vassalli di Atto - Adalberto di Canossa erano in altre località, fra cui Mandrio. l castelli posseduti direttamente dai Canossa nella zona erano quello di Fazzano, Budrione, S. Martino in Rio, Campagnola, ma non quello di Correggio. La chiesa della città, da sempre sotto la diocesi di Reggio, era soggetta alla Pieve di Camporotondo, oggi Fosdondo: nel 1146 papa Eugenio lll confermerà all'episcopio reggiano "Plebem da Camporotondo cum capella de Coregia et aliis capellis".


(2) R. Scarani, "Repertorio di scavi e scoperte dell'Emilia Romagna ", in Preistoria dell'Emilia Romagna Il,
1963 Bologna.
(3) Giuseppe Tiraboschi, Memorie Storiche Modenesi, l° Codice Diplomatico, Modena, 1793-95.
(4) lbidem, Codice Diplomatico, 11° n. 241.
(5) lbidem, Codice Diplomatico, II° n. 459.