Quinto panno

Il quinto ed ultimo panno dei Giardini (cm 239 x 298) presenta un parco rigoglioso, con pergolati e statue all'antica. Gli assi prospettici guidano lo sguardo verso un padiglione, circondato da fossati, sotto cui è ricoverata una statua di Bacco a cavalcioni di una botte. Di soggetto mitografico sono anche le statue sul primo piano, raffiguranti Nettuno e una Nereide. Ma il tema ovidiano si concentra nelle due figure al centro: una giovane che solleva con la destra un mazzo di fiori mentre discute con una donna più anziana, la quale, sobriamente vestita, si appoggia a un bastone. P in realtà Vertimino travestitosi da vecchia per introdursi al cospetto della ninfa amata, Pomona (Metamorfosi, XIV, 664 e ss.). Il soggetto è adattissimo al contesto di un giardino, poiché Pomona è caratterizzata da Ovidio come un'appassionata coltivatrice di giardini e frutteti (Metamorfosi, XIV, 623-627: "Pomona [ ... ] qua nulla Latinas / inter hamadryadas coluit sollecitus hortos, / nee fuit arborei studiosior altera fetus; / unde tenet nomen. Non silvas illa nee amnes, / rus amat et ramos felicia poma ferentes"). Le stesse figure compaiono, analogamente caratterizzate, nelle Storie di Vertumno e Pomona disegnate da Jan Cornelisz Vermeyen, più sopra ricordate, e almeno in un altro arazzo fiammingo coevo rispetto ai Giardini del Palazzo dei Principi, che nel 1962, allorché apparteneva a G. Cerioli, fu esposto alla "2' Mostra Nazionale dell'Antiquariato" di Milano.
Grazie ai lembi di bordura ancora sussistenti lungo gli orli laterali del Giardino con Giove e Callisto e del Giardino con Cefalo e Procri è possibile identificare come porzioni di bordure laterali dei Giardini due dei sei frammenti di bordura conservati a Correggio: entrambi presentano, oltre a motivi floreali, una scenetta di caccia racchiusa entro un tondo e una figura allegorica. Da una parte abbiamo una Caccia al cervo (?) e una donna seduta su un grosso pesce, verosimilmente la personificazione d'uno degli elementi: l'Acqua; nell'altro brano, al di sotto di una Caccia allo struzzo (?), è illustrata una donna assisa con una cornucopia piena di frutti, personificazione della Terra. Gli arazzi presentavano dunque, secondo la moda figurativa del tardo Cinquecento, fregi "a compartimenti" con piccole scene paesistiche e figure allegoriche.



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