Odoardo Rombaldi
Il Collegio Convitto
Correggio, città e principato, Banca Popolare di Modena, 1979

La realizzazione forse più prestigiosa cui la Congregazione diede impulso fu il Collegio convitto di Correggio. Tra i compiti assegnatile vi era quello di mantenere agli studi alcuni giovani meritevoli, nelle scuole di Correggio e nell'Università di Modena. Tra i giovani sussidiati fu Bonifacio Asioli, la prima volta nel 1780, la seconda nell'84. La Commissione espresse questo giudizio sul giovane:
"L'abilità del giovinetto, che, superando la sua età, gli ha saputo meritare la comune ammirazione; l'indefesso suo studio e applicazione nella musica, dandone frequenti saggi in pubblico servizio; i meriti della sua famiglia, cui presiede il padre, bravissimo artefice, che, attesa la ristrettezza dei proventi non può convenientemente mantenerlo, consigliano a recedere dalle massime fissate e ad allettare il giovane con qualche soccorso a maggiori progressi e a fermarsi in patria ad esercitare la professione in cui fa veramente onore a sè e alla patria medesima" (1).
Pur non rinunciando a questa forma di sussidio, la sola che permetteva ai giovani di addottorarsi, il Governo provvide ad istituire un istituto d'istruzione media, non riservato ai giovani di Correggio ma aperto agli studenti dei Ducati ed anche degli stati esteri. Nel 1783 si decise l'unione del Collegio degli Scolopi della Mirandola e di quello di Correggio; quest'ultimo, affidato a 14 -15 padri, fu sistemato nell'ex-convento dei Domenicani; l'insegnamento, iniziato nell'autunno, era integrato da una serie di attività collaterali intese alla formazione dei giovani: conferenza dei parrochi, catechismo, congregazione degli scolari nei giorni festivi, catechismo domenicale in chiesa, pratiche del culto, esercizi spirituali etc.
L'attività, dal 1783, andò crescendo senza soste, non senza crisi interne. I fondatori ebbero presente l'esempio toscano: "La Toscana, con la molteplicità dei suoi convitti, ci convinse della utilità dei medesimi e che il maggior numero produce emulazione vantaggiosa e maggiormente estende la educazione, che è uno dei maggiori beni dei popoli". 1 padri delle Scuole Pie, attivi nel Collegio, erano della provincia toscana, e solo il decreto granducale, che escluderà i religiosi forestieri dal suo Stato, costringerà i padri di Correggio ad unirsi alla provincia romana.
Anche il piano di studi esprime l'esigenza della toscanità:
"nelle scuole dette le Basse si avrà per oggetto primario lo scrivere con buon carattere e correttamente, l'apprendere i principi dell'aritmetica, gli elementi della lingua latina col più facile e breve metodo delle grammatiche italiane; apprese le quali cose, passeranno i giovani alle alte scuole, dove saranno esercitati in ogni forma di lettere umane, poesia latina e italiana, e specialmente nella traduzione in buona lingua toscana dei più scelti autori, onde nel tempo stesso si accostumeranno a ben parlare e a ben scrivere nella favella toscana. Giunti alla capacità delle scienze, saranno istruiti nella filosofia, nella matematica da un abile professore- (2).
L'istituzione del Collegio riempì di giubilo la popolazione di Correggio per i vantaggi che dovevano venirne alla gioventù studiosa e alle loro famiglie e all'economia della stessa città. Il Collegio, che nell'83 contava 24 convittori, ne conteneva più di 70 nell'87, e 96 nel '90, per la larghezza dei criteri di ammissione: "Sebbene S.A. nell'erezione di questo Convitto abbia anche in mente la cultura del secondo ceto, cioè dei cittadini e di altre oneste persone, non sono però esclusi i nobili".
Era inevitabile che, aumentando il numero dei convittori, mutasse la qualità della convivenza e si arricchisse il piano di studi. Fu necessario, fin dall'84, allargare via via i locali e crearne dei nuovi, per il ballo, le lezioni di francese e il disegno; forse queste innovazioni portarono il rettore P. Ludovico Patuzzi ad uno scontro violento col governatore; accusato di autoritarismo e di cattivo governo, il Padre fu sospeso, sequestrato e sostituito dal P. Ceccopieri. Seguirono però nuove regole interne per i convittori e i maestri.
Momento conclusivo degli studi annuali erano le accademie, che davano un saggio di quanto i giovani avevano appreso nelle varie discipline; ci sono giunte a stampa: Esperimento letterario -1785; L'America - 1793; Esecuzione accademica -1794. Merito di chi diresse il Collegio fu quello di portarlo ad aderire alle esigenze dei tempi, cosi da accogliere l'insegnamento delle scienze e del diritto - dal 1789:
"La filosofia è stata soccorsa e presidiata da macchine buone e utilissime e più precisamente l'elettrica e la pneumatica; si è stabilito un gabinetto di cose naturali, che ora tanto interessano la moderna letteratura. A beneficio dei convittori, che hanno trascorso la filosofia, si è aperta la cattedra di Istituzioni civili, con cognizioni opportune di gius patrio in quel che discorda dalle romane Istituzioni, e si pensa di dare le canoniche Istituzioni o elementi di gius ecclesiastico- (3).
L'insegnamento, dunque, paragonabile a quello di un ginnasio-liceo, si corredava di discipline nuove: istituzioni civili, architettura e prospettiva, disegno e ornato, lingua francese, cembalo, violino e violoncello, danza e scherma, le quali accoglievano le esigenze della formazione dell'uomo e quelle della società in cui i giovani dovevano immettersi. E certo giovarono al Collegio l'esser stato del tutto sottratto alla Congregazione di Correggio; che i correggesi amassero il loro Collegio e lo considerassero un vanto della loro città è comprensibile, e ricordiamo che da esso uscivano più di 5 mila zecchini l'anno e che in esso trovavano lavoro più di 40 famiglie della città.
Il processo riformatore si estende anche agli organi del governo locale. La costituzione 2 settembre 1789 disciplinava il Consiglio Generale della città di Correggio, chiamando a partecipare tre avvocati, 6 provvisori e tutti i capi delle famiglie ascritte alla nobiltà; la sua competenza era però limitata alle "straordinarie occorrenze" e agli "affari di somma importanza".
L'attività quotidiana era affidata al Consiglio ordinario, composto da un avvocato (scelto tra i tre suddetti) - detto Priore, da uno dei sei Provvisori, da un secondo Provvisore - detto Coadiutore, e da nove cittadini nobili, capi di famiglia - detti Conservatori; in complesso, erano 12 membri e tra questi i primi due avevano ruolo preminente. Il consiglio stava in carica un anno. A fianco, si costituiva un corpo di tre membri del Consiglio, cui competeva di controllare il funzionamento dell'organo rappresentativo. L'età prescritta per accedere alle cariche era di norma quella di venticinque anni; in casi speciali il capofamiglia impedito poteva esser sostituito da un figlio.
1 nobili si ripartivano le pubbliche cariche, dall'Annona alla Polizia, dalle Acque e Strade all'Ornato, dall'Archivio Pubblico alla Sanità. Questa Costituzione, pur allargando la rappresentanza dei cittadini, non si scostava dai Capitoli di Gerolamo, anzi ne accentuava il carattere di casta; i non cittadini continuavano ad essere esclusi dalla rappresentanza civica e il governo era, in maggioranza, affidato ai nobili; la Costituzione dell'89 escludeva perfino quei quattro mercanti e, con questi, quegli "artefici di qualsivoglia sorta" che a metà del sec. XVI non si riteneva indecoroso ammettere al pubblico governo. D'altronde, l'esistenza di una ventina di Arti, in Correggio, nel 1770, è attestata da una nota di Michele Antonioli.
Un'indagine si prospetta interessante: vedere come si formasse, si rinnovasse la nobiltà correggese, quale fosse la sua consistenza e la sua indole. Che essa avesse la sua base nel possesso fondiario è fuori dubbio; è di questo che ora ci occupiamo.


1 A.S.MO. Suprema Giunta di Giurisdizione, b. 229, 1784, 28 febbraio Sull'Asioli, v. A. COLI, Vita di Bonifazio Asioli da Correggio, Milano 1834; R. FINZI, Celebrazione del musicista Bonifazio Asioli, (1769-1832) nel secondo centenario della nascita, Reggio E., 1969.
2 A. S.MO. Suprema Giunta di Giurisdizione, b. 231, 1783, 16 luglio
3 A. S.MO. Suprema Giunta di Giurisdizione, b. 231, 1790, 8 luglio