Riccardo Triches
Analisi geomorfologica dei tracciati di paleoalveo
Osservazioni al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, dicembre 1997

Evoluzione paleogeografica ed idrografica della pianura padana all'intorno di Correggio (re)

Il territorio di Correggio (RE) appartiene alla media pianura padana appenninica, che in superficie è ricoperta da depositi essenzialmente continentali fluviali del Pleistocene medio-superiore e dell'Olocene.

Allo scopo di meglio individuare dal punto di vista cronologico le unità geomorfologiche che saranno descritte, si fa riferimento allo schema cronologico di seguito esposto:

Anni

Archeologia Clima Ere geologiche

1990

 

1492

476

800 a.C.

2600 a.C.

 

5500 a.C.

7000 a.C.

 

8300 a.C.

 
Età moderna Sub-Atlantico OLOCENE

 
Medioevo

Età romana

Età del ferro

Età del Bronzo

Età del rame
Sub-Boreale

 
Neolitico Atlantico

 
Mesolitico Boreale

 
Pre-Boreale

Paleolitico

PLEISTOCENE
Estratto da Panizza-1985 parzialmente modificato

La costruzione della copertura alluvionale suddetta, è il risultato di diverse situazioni idrografiche succedutasi nelle varie ere, ad esempio nel XVII sec. il F. Reno ed alcuni corsi d'acqua romagnoli erano tributari del F. Po.

Nei settori di media e bassa pianura appenninica (vale a dire con quote inferiori a 50 m slm), i corsi d'acqua naturali sono essenzialmente pensili e la ricostruzione dell'evoluzione del reticolo idrografico è essenzialmente riconducibile al riconoscimento del tracciato dei paleoalvei in funzione anche della presenza ed all'ubicazione dei siti archeologici.

Al fine di meglio comprendere l'evoluzione del territorio in esame, è necessario considerare un breve cenno alla storia geologica del bacino padano:

L'evoluzione idrografica del settore di pianura in esame, può essere a grandi linee riassunto, con una progressiva migrazione verso nord del F. Po ad est di Guastalla, mentre i fiumi appenninici al loro sbocco in pianura, hanno subito in generale uno spostamento verso Ovest, con tendenze a convergere verso le massime depressioni strutturali della pianura (es Secchia-Panaro e Reno).

La disposizione dei paleoalvei in destra idrografica del F. Po, nel tratto di pianura compresa tra Reggio E. e Carpi-Bomporto-Finale E., è osservabile nella carta Paleogeografica allegata (estratta da "Gli Etruschi nella Bassa Modenese-1992" parzialmente modificata), ove si possono riconoscere le successive migrazioni del reticolo idrografico testimoniate dai paleoalvei, riportati a colori diversi in funzione della cronologia.

EVOLUZIONE DEL RETICOLO GEOGRAFICO

Nel Pleistocene il F. Po scorreva più a sud del suo attuale tracciato circa tra le località Carpi-Nonantola-S. Giovanni Persiceto (Gasperi e Pellegrini 1984). Successivamente durante l'Olocene, l'evoluzione del reticolo idrografico in tale settore di pianura può essere a grandi linee riassunto come di seguito descritto:

-il Po si suddivide a est di Casalmaggiore (tra Brescello e Guastalla) in un ramo principale detto Po di Adria ed in più rami secondari circa sub-paralleli, occupando una fascia di pianura delimitata a meridione dalle località di Poviglio-Concordia-Bondeno-Ferrara (Veggiani, 1971 e Cremaschi et alii 1982);

-il F. Secchia passava probabilmente nei pressi di Cavezzo, secondo un percorso parallelo ma leggermente più occidentale di quello attuale, flettendo poi verso Est (S. Felice - Finale E.) e confluendo in un ramo secondario del F. Po nei pressi di Ferrara dopo aver raccolto le acque del Panaro e successivamente del Reno;

-rotta del Po a Brescello-Guastalla, con deviazione verso nord secondo le località Luzzara-S. Benedetto-Sustinente (la città di Ostiglia nota come Hostilia si trovava sul Po già nel I sec d.C.); il F. Po nello stesso periodo rompe a Sermide verso SE, assumendo un tracciato verso Bondeno e successivamente verso Ferrara, dove si dirama nel Po di Volano e di Primaro;

-il Crostolo arrivava in pianura a SE di Reggio E., raccogliendo le acque del Tresinaro presso S. Maurizio, proseguendo poi verso nord, secondo le località Gavassa-Budrio-Correggio-Migliarina (Cremonini, 1985);

-il Secchia poco si discosta dal tracciato dell'epoca precedente, infatti Rubiera è nota come stazione di posta sul Secchia in epoca romana ed inoltre si riconosce una netta separazione fra la zona centuriata ad oriente dell'allineamento Rubiera-Carpi e quella ad ovest che presenza scarse tracce di centuriazione (Dall'Aglio 1970-1981);

-il Panaro si sviluppava nelle valli di Crevalcore confluendo ancora nel Secchia presso finale E.

Alto medioevo

-il Po mantiene circa il corso dell'epoca precedente con formazione di rami più o meno importanti verso nord (Suzzara, S. Benedetto e Luzzara sono infatti note, nel X sec, come "insulae" cioè come località circondate dalle acque);

-il Crostolo è soggetto a varie divagazioni spostandosi progressivamente verso W passando dall'allineamento Gavassa-Migliarina, Gavassa-Fabbrico, a quello Gavassa-Bagnolo-Novellara;

-il Tresinaro presso Roncadello è deviato verso nord, occupando probabilmente paleoalvei del Crostolo, il tracciato di S. Martino in Rio è attivo anche nel XI sec (Cremonini, 1985);

-il Secchia si impaludava nella zona di Cittanova da cui più a nord uscivano vari emissari con nomi diversi: Sicla, Muclena, Acqualonga (Cremaschi et alii, 1982), raccoglie le acque del Crostolo e circa all'altezza di Mirandola defluiva verso est, circa secondo l'andamento dell'attuale Dosso del Gavello, sfociando nel Po presso Bondeno, dopo aver raccolto le acque del Panaro;

-il Reno in tale periodo assume un tracciato autonomo, in cui confluivano probabilmente anche alcuni rami secondari e minori del Secchia, giungendo nel Po circa all'altezza di Ferrara;

Basso medioevo

-nel 1150-1200 si verificano le rotte di Luzzara e Ficarolo, ed il Po assume un andamento circa corrispondente a quello attuale;

-il Secchia abbandona l'alveo di Cavezzo, spostandosi a NW lambendo Concordia, deviando poi ancora verso est: S. Martino Spino-Bondeno. Presso quest'ultima località si univa al Panaro e confluiva nel Po a Ficarolo. Successivamente nel XIV-XV sec, il Secchia rompe a Concordia deviando verso N e con successive divagazioni sempre più settentrionali, tende ad impostarsi circa secondo il tracciato attuale;

-il Crostolo è deviato a sud della città di Reggio E. nel 1229 (Cremaschi e Marchesini, 1978), occupando vari alvei sino alla conformazione attuale;

-nello stesso periodo anche il Tresinaro viene deviato facendolo confluire nel Secchia, secondo il corso attuale oppure con tracciato Arceto-Rubiera (Cremonini, 1986);

-il Panaro corrispondeva circa all'attuale corso d'acqua;

il Po ed i suoi affluenti appenninici sopra descritti avevano assunto circa i tracciati attuali; sono noti un'inalveazione del Secchia al Po a N di Quistello, da una carta cinquecentesca (Cremonini, 1986) mentre per il Panaro si segnala il taglio del Ramo delle Lunga tra Finale E. e S. Bianca del XIX sec.

I corsi d'acqua residuali presenti nel correggese sono attribuibili sostanzìaImente aì torrenti Crostolo e Tresinaro, il primo dei quali, sino circa al XII secolo d.C., antecedentemente alla rotta dei Po a Ficarolo, avvenuta tra il 1152 ed il 1192 (Ciabatti, 1966), passava ad Est di Reggio E. e proseguiva verso Nord Est passando nell'area compresa tra Budrio - Correggio - Cognento e successivamente proseguiva, deviando verso oriente, passando per Novellara - Campagnola - Fabbrico - Rolo - Novi, confluendo successivamente al Po nei pressi di Bondeno di Ferrara, dopo aver raccolto le acque del Secchia.

Sull'evoluzione idrografica naturale ha esercitato una sensibile influenza l'uomo. Infatti, dail'analisi di carte storiche dei 1600 - 1700, si osservano antichi tratti fluviali che denunciano opere di rettifica e regimazione antropica. Lo studio geomorfologico ha consentito la individuazione di una serie di tracciati fluviali estinti (paleoalvei) distribuiti in modo discretamente omogeneo sul territorio comunale di Correggio.

Sono stati infatti riconosciuti sei paleoalvei di un antico sistema ídrografico a sviluppo essenzialmente SO-NE e tre tracciati fluviali estinti ad andamento NO-SE e ONO-ESE, questi ultimi prevalentemente concentrati nel settore nord occidentale del territorio comunale.

Paleo sistema ídrografico SO-NE

Paleoalveo "dei Ronchi" si sviluppa subparallelamente al tracciato dei canale dei Ronchi, ed il settore meridionale in prossimità dei margine comunale

Paleoalveo di "Budrio" si riconosce dal margine SO del confine comunale, sino al bordo sudoccidentale dei capoluogo, con andamento subparallelo al tracciato della SS 468. In prossimità dell'abitato, tale struttura geomorfologica non è più riconoscibile, in relazione anche alla intensa antropizzazione degli agglomerati urbani.

Paleoalveo dí "San Martino in Rio" antico tracciato fluviale, che da Gazzata si dirige verso San Martino in Rio per proseguire, a nord dello stesso abitato, verso il confine comunale orientale, a cui si sovrappone sino all'altezza di Rio Saliceto.

Paleoalveo dí "Canolo" è ubicato nel settore occidentale dei territorio comunale, ed è riconoscibile dall'abítato di Fosdondo sino al margine comunale settentrionale, per proseguire poi più a nord verso Campagnola.

Paleoalveo di "Mandriolo" si tratta di un tracciato minore che dal bordo occidentale di Correggio, si dirige verso l'abitato di Rio Saliceto con direttrice SSO-NNE.

Paleoalveo di 'San Martino Piccolo". è riconoscibile a partire da via Oratorio sino a Migliarina sviluppandosi subparalielamente alla strada Correggio-Bernolda- Migliarina.

Paleosistema ídrograflco ONO-ESE

Paleolveo di Fosdondo si sviluppa circa da Via Fornaceile a San Michele della Fossa, e prosegue o con tutta probabilità al di fuori dei margine comunale verso S. Maria.

Paleoalveo di "Cognento' evidente dosso morfologico di un sistema idrografico estinto e più antico di quello a direttrice SW-NE.
Si rileva circa subparallelamente alla strada Osteriola-Cognento in prossimità dei margine settentrionale dei comune, ove si interseca al paleoalveo di Canolo, al quale soggiace.

Paleoalveo di "Correggio nord' si riconosce nella periferia Nord-Ovest di Correggio, ove si interseca con il tracciato meridionale del paleoalveo di Mandriolo.