Alessandro Di Loreto, Stefano Ligabue
Esperienze di individuazione, tutela e conservazione del reticolo stradale originario nel territorio del comune di Correggio
Le strade storiche (Guerini & Associati, 1993)

Introduzione


L'approccio alla questione della viabilita' storica nel comune di Correggio assume caratteri decisamente differenti da quelli che, ci sembra, ispirino gran parte dei casi qui riportati. Nel nostro caso infatti non si tratta tanto di salvaguardare singole strade storicamente rilevanti, ma bensi' di tutelare l'assetto viario, cosi' come si e' venuto a formare nel corso dei secoli; si tratta, in pratica, di assumere il reticolo stradale come elemento culturale e testimonianza storica dell'evoluzione del territorio e della societa' correggese.

Il progetto di tutela della viabilita` storica fa parte di un piu` ampio programma di individuazione e conservazione del patrimonio storico—ambientale del territorio extra—urbano che comprende anche:

- censimento e mappatura delle essenze arboree rilevanti, in particolare querce, olmi, aceri e siepi,
- censimento e mappatura degli elementi architettonici minori localizzati nel territorio extra—urbano,
- censimento delle case coloniche,
- iniziative culturali di divulgazione su temi ed aspetti inerenti la conoscenza ed il rispetto dell'ambiente nel quale si vive.

Si tratta di un programma ancora in evoluzione e i cui risultati pratici al momento non appaiono particolarmente eclatanti. Il principale pregio del lavoro svolto finora e' quello di aver posto le basi per un approccio piu' qualitativo al tema della gestione del territorio.

Va rilevato come in una situazione generale dove gia` risulta difficoltosa la tutela effettiva di elementi culturali come i centri storici, il cui valore fa ormai parte del senso comune, diventa decisamente improbo il tentativo di far passare il concetto di tutela della viabilita` storica; soprattutto quando questa non risulta immediatamente evidente e distinguibile dal resto del territorio.

A questo occorre aggiungere che la salvaguardia del reticolo della viabilita` storica si scontra con interessi, particolari e generali, molto consistenti e spesso ampiamente legittimi la cui limitazione risulta estremamente difficile. Si va dall'esigenza di migliorare lo standard abitativo e funzionale dei fabbicati che insistono sulle vie storiche, alla necessita` di localizzare insediamenti produttivi, alla crescente esigenza di razionalizzare la viabilita' in funzione dell'aumentato volume di traffico.


Breve inquadramento del contesto fisico e storico del territorio correggese



I terreni che formano la parte superficiale del territorio del comprensorio di correggio sono stati deposti tra la zona dei coni alluvionali pedemontani ed il settore dominato dal Po.
La morfologia e' caratterizzata da blande ondulazioni alle quali corrisponde l'affioramento di terreni sostanzialmente sabbioso limosi. Queste ondulazioni indicano la presenza di due sistemi di paleoalvei uno dei quali orientato in direzione Sud Ovest - Nord Est e l'altro in direzione Ovest - Est.
Le caratteristiche di dimensione, continuita' e stato di conservazione evidenziano che il paleoreticolo idrografico piu' recente e' quello Sud Ovest - Nord Est.

Il toponimo Correggio (Coregia) viene attestato nella documentazione archivistica a partire dall'anno 946.
In questo toponimo viene riflessa quella che era allora la morfologia del terreno, vale a dire una striscia di terra emergente dalle acque.

Nella bassa pianura reggiana il livello di vita e di sviluppo e' stato storicamente determinato dalla capacita' di gestire efficacemente l'elemento acqua.
I lavori di bonifica e sistemazione del territorio, da parte degli etruschi prima e dei romani poi, vengono inesorabilnmente cancellati non appena si affievolisce la manutenzione ed il controllo delle opere.

All'inizio del millennio il territorio padano si presentava denso di foreste e di corsi d'acqua che, non di rado, si impaludavano prima di giungere al Po creando ampi acquitrini; solo sui principali dossi sopravvivevano rari nuclei abitati.
La viabilita` terrestre risultava ancora impostata sulla residua struttura stradale romana creata in funzione del sistema delle centuriazioni, ma in ampie aree, compresa la zona di Correggio, anche questa struttura era stata totalmente compromessa dal disordine idraulico seguito alla crisi del sistema economico e sociale romano. Si consideri che in alcune aree i reperti di origine romana sono coperti da 8—10 metri di sedimenti argillosi.

Solo la Via Emilia ed il Po assicuravano i collegamenti est—ovest della regione; le comunicazioni terrestri locali assumevano un carattere aleatorio non di rado affidato a sistemi di viabilita` basati su sistemi di palafitte.
Piu` efficienti risultavano i collegamenti via acqua che consentivano di matenere vivo il sistema economico padano.
Con i primi interventi di bonifica e la costruzione dei Navigli ripresero efficienza le vie di comunicazione sulla direttrice Nord - Sud.

E' pero' solo dagli inizi del XVI secolo che si apre una nuova fase della gestione complessiva del territorio della Bassa Pianura e delle acque in particolare, la fase della bonifica generalizzata. La realizzazione di canali e navigli fu compiuta funzionalmente ai bisogni economici del territorio, salvagurdando la funzione primaria di vie di comunicazione commerciale che queste strutture potevano assolvere.

In questo periodo l'organizzazione produttiva agricola e' caratterizzata dall'avanzata delle coltivazioni foraggere a fini zootecnici.
Contemporaneamente a queste trasformazioni produttive si andava affermando, come elemento caratterizzante del paesaggio agrario, la piantata di alberi e viti in filari. Tale disposizione arboricola, gia segnalata alla fine del XIII secolo, divenne il modello dell'insediamento poderale cinquecentesco e rimase pressocche' immutato fino alla prima meta' del '900.


L'esperienza correggese


L'approccio al sistema della viabilita' storica nel comune di Correggio si e' sviluppato su tre direttrici:

- analisi della cartografia storica,
- rilevamento degli elementi testimoniali residui,
- informazione e divulgazione.

Analisi della cartografia

Nel territorio padano gran parte del reticolo viario originario e' stato adeguato alle nuove esigenze e viene tuttora utilizzato in funzione della totale antropizzazione delle campagne. Nel comune di Correggio si rilevano 1.500 case sparse e 210 km di strade comunali su 78 kmq di territorio. Si tratta, quindi, di un territorio occupato fino all'eccesso dove praticamente non esistono aree marginali o inutilizzate.

Le piu' antiche strade extra—urbane, sulle quali si innesto' la viabilita' secondaria, sono impostate su antichi paleoalvei fluviali come la SS. 468 per Reggio, Via Sinistra Tresinaro, Via S. Martino, oppure su preesistenti assi centuriati come Via Carletti, Viale Saltini, Via Imbreto, Via Modena e Via Dinazzano.
Da un punto di vista costruttivo si trattava di strade a fondo naturale su terreno battuto, caratterizzate da un limitato uso di manufatti stabili ed opere d'arte e, nel caso delle strade costruite su paleoalvei, da una elevata tortuosita'.

Una prima analisi dei documenti storici evidenzia:

- l'attestazione dell'ossatura principale del sistema viario correggese gia' all'inizio del '400,
- la sostanziale corrispondenza dell'attuale conformazione stradale, sia primaria che secondaria, con quella presente all'inizio dell'800,
- modestissimi interventi per la costruzione ex novo di strade, se si esclude la ferrovia (ora dismessa) e l'autostrada, il cui impatto sulla viabilita' preesistente e' risultato molto contenuto e non ne ha assolutamente snaturato l'impostazione.

Nel corso del tempo si sono rilevate soprattutto modifiche nell'ordine di importanza dei vari assi stradali e, fra l'800 ed il '900, l'abbandono di alcuni tratti, dovuto quasi sempre alla realizzazione di nuove opere idrauliche, ma nel complesso si puo' ritenere che gran parte della viabilita' sia ancora impostata sul reticolo originario.

L'unico intervento sostanziale, la costruzione negli anni '50 della tangenziale sud sull'asse dell'ex ferrovia, e' quello che attualmente pone i maggiori problemi e che ha costretto l'Amministrazione Comunale a progettare un nuovo tracciato per l'attraversamento di Correggio da parte del principale asse di collegamento fra Reggio e Carpi.

Rilevamento degli elementi testimoniali residui

All'analisi della cartografia si e' affiancato uno specifico censimento degli elementi architettonici minori in funzione della loro salvaguardia.

In particolare si e' prestata una specifica attenzione agli elementi di carattere religioso, come maesta' ed oratori, il cui posizionamento sul territorio testimonia il rilievo storico dei diversi tracciati.

Infatti nel reticolo delle strade padane, dove la topografia dei luoghi non risulta sempre segnata da elementi naturali, la loro presenza assume uno specifico valore, simbolico e funzionale, in quanto punto di riferimento ed orientamento sul territorio.

Alcuni di questi manufatti sono tuttora caratterizzati dalla presenza a lato di pioppi cipressini che assumono la funzione visiva che e' propria del campanile.
Come si e' visto, infatti, il panorama agrario risulta storicamente caratterizzato dalla presenza della "piantata" formata da filari di alberi (olmi ed aceri) cui sono maritate le viti, a questo si deve aggiungere la presenza di lunghe siepi di confine e la vegetazione spontanea sulle vie d'acqua. Questa situazione limitava parecchio la visibilita' e tendeva ad uniformare il paesaggio che si offriva al viandante. Con la presenza del pioppo cipressino si ovviava in parte alle difficolta' di orientamento e si facilitava l'individuazione degli elementi religiosi.

A partire dal XVIII secolo il paesaggio agrario della pianura padana si arricchisce di una particolare tipologia rurale: il casello, l'edificio preposto alla produzione del formaggio e del burro.
La localizzazione di tali edifici risponde ad una precisa esigenza funzionale in quanto la consegna del latte veniva fatta due volte al giorno e, di conseguenza il suo posizionamento doveva tener conto dei collegamenti con l'area di utenza.


Informazione e divulgazione

La divulgazione passa attraverso una serie di interventi specifici di sensibilizzazione dell'opinione pubblica su temi ed aspetti riconducibili alla diffusione di una cultura della conoscenza e del rispetto del patrimonio comune (storico, architettonico, ambientale). Si e' infatti convinti che la scarsa valutazione, a livello di senso comune, del valore testimoniale degli elementi territoriali comporti inevitabilmente un loro degrado e successiva scomparsa.

La pubblicazione di un volume di introduzione all'ambiente storico, naturale, architettonico del territorio correggese, unitamente alla individuazione di una serie di percorsi ciclabili e' intesa come momento di divulgazione e valorizzazione di elementi solitamente poco considerati o spesso ignorati.


Risultati e vincoli


Come gia' accennato i risultati di questo lavoro sono ancora parziali; il nuovo PRG ha assunto solo in parte il concetto di tutela della viabilita' storica e piu' a livello di principio che non di scelte pratiche. Cio' e' dovuto sia all'innegabile ritardo con il quale si sono sviluppati seriamente questi argomenti, sia alla prevalenza di interessi piu' consistenti.

Il nuovo PRG, adottato da qualche settimana, ha dovuto affrontare il problema posto dall'esigenza di decongestionare la Statale 468. La questione e' stata risolta con l'ipotesi di costruzione ex novo di due assi di collegamento: uno a nord che intacca un'area territoriale di grande pregio ed uno a sud che si sviluppa il buona parte su un'asse della centuriazione.

Il dibattito sviluppatosi nel momento della definizione della viabilita' di progetto ha riguardato soprattutto il tracciato Sud. Su questa ipotesi si sono scontrate due impostazioni nettamente divergenti entrambe caratterizzate da una volonta' di salvaguardia. Il nocciolo della questione e' stato nel definire cosa andava tutelato.

Si e' trattato, infatti, di decidere se salvaguardare la struttura ed il contesto territoriale, oppure se mantenere i caratteri costruttivi propri della strada e dell'architettura circostante o, ancora, se tutelarne la tipologia di utilizzo e la funzione d'uso storica.
Alla fine si e' optato per quest'ultima soluzione che forse e' la meno distruttiva.

In altre parti il nuovo PRG mostra aspetti di un certo interesse.
I principali elementi di carattere storico testimoniale che caratterizzano il territorio correggese vengono individuati: nei complessi chiesa—cimitero delle frazioni, nelle architetture contadine tradizionali, nei ponti, nei navigli storici, nelle maesta' e negli oratori.

In particolare il nuovo P.R.G. della citta' di Correggio, recependo le indicazioni del Piano Paesistico Regionale ha operato le seguenti scelte di tutela e conservazione della viabilita' storica e degli elementi di interesse storico—testimoniale:

- individuazione delle zone di tutela degli elementi della centuriazione con prescrizioni di conservazione di:
a) strade, strade interpoderali, i canali di scolo e di irrigazione, i filari di antico impianto,
b) i tabernacoli agli incroci,
c) le case coloniche di antico impianto.

Tali elementi dovranno essere conservati e non dovranno essere prodotte alterazioni allo stato dei luoghi per un intorno di raggio minimo di 50 metri.

- individuazione della zona agricola di rispetto per i caratteri storico—ambientali di Via Astrologo; ambito di particolare interesse per la concentrazione di insediamenti di pregio;

- tutela degli elementi di interesse storico—testimoniale;

- individuazione del Canale Ecologico del Naviglio da disciplinare con specifico Piano Particolareggiato e da un apposito regolamento per la gestione e fruizione;

- individuazione di una serie di piste ciclabili in funzione di un riutilizzo a fini pratici della viabilita' storica extraurbana;

- salvaguardia dell'ex sede ferroviaria Reggio - Correggio - Carpi e riutilizzo del tracciato come pista ciclabile di collegamento tra il capoluogo e le aree di riequilibrio ecologico;

- tutela dei complessi monumentali di chiese e cimiteri delle undici frazioni del territorio correggese.

In conclusione si puo' ritenere che il bilancio del lavoro fin qui svolto possa essere considerato positivo soprattutto se viene inteso come una base per poter ottenere risultati soddisfacenti nel medio-lungo periodo. Purtroppo i reali effetti sono e saranno largamente influenzati dalla variabilita' dell'interesse da parte dell'Amministrazione Locale verso questo tipo di approccio, piu' sensibile ai fattori culturali che non a quelli economici.