| LA RELAZIONE SULLO STATO DELL'AMBIENTE |
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| COMPARTO MATERIE PLASTICHE A INIEZIONE | |
| Michele Frascari |
Descrizione del comparto
Correggio e i comuni limitrofi appartenenti al medesimo distretto sanitario si distinguono per un Comparto Materie Plastiche ben strutturato.
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Comune di |
Numero Aziende |
Numero Addetti |
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|
|
CORREGGIO |
47 |
1264 |
|
SAN MARTINO IN RIO |
11 |
114 |
|
RIO SALICETO |
12 |
92 |
|
CAMPAGNOLA |
4 |
51 |
|
FABBRICO |
2 |
12 |
|
ROLO |
1 |
12 |
|
|
|
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totale 77 |
totale 1545 |
In tabella non sono contemplate le attività di assemblaggio materie plastiche che costituiscono comunque un interessante indotto.
Lo sviluppo del comparto in questi ultimi anni è stato ragguardevole, se si pensa che ad un indagine del Servizio di Medicina del Lavoro dell'USL 11 nel 1987 risultavano essere attive 43 aziende. Nel 1994, in una successivo aggiornamento, le aziende erano 55.
Riportato alla classificazione ISTAT abbiamo la seguente tabella:
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Istat |
Descrizione |
|
25.21 |
Fabbricazione di lastre, fogli, tubi e profilati in materiale plastico |
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25.22 |
Fabbricazione di imballaggi in materiale plastico |
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25.23 |
Fabbricazione di articoli in plastica per l'edilizia |
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25.24 |
Fabbricazione di altri articoli in materiale plastico |
1 Ubicazione
A Correggio nella maggior parte le attività citate sono localizzate in aree industriali ed in particolare nell'area denominata "Piccolo Villaggio Industriale L.da Vinci", lungo la provinciale per Carpi, e nell'area industriale di via per Modena.
2 Cicli produttivi
Al'interno del comparto si distinguono diversi tipi di lavorazioni, con la predominante dello stampaggio a caldo mediante presse a iniezione.
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numero |
Lavorazione |
|
63 |
Stampaggio materie plastiche |
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7 |
Taglio e accoppiamento film |
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1 |
Lavorazione gomma a freddo |
Le materie termoplastiche devono alla loro struttura macromolecolare le caratteristiche di insolubilità, stabilità e scarsa mobilità che si traducono nella nota inerzia verso i sistemi biologici e gli agenti ambientali. Queste proprietà sono diverse da quelle dei loro costitutenti monomeri i quali possono talvolta avere caratteristiche di tossicità.
La trasformazione in manufatti dei polimeri termoplastici è realizzata con tecnologie che portano al rammollimento di questi materiali per effetto del calore fino ad assumere la forma di uno stampo o di una filiera. Poiché lo stampo è raffreddato continuamente da un circuito chiuso ad acqua, il materiale iniettato solidifica assumendo la forma dell'impronta.
Le principali tecnologie di trasformazione sono le seguenti:
- stampaggio con presse ad iniezione
- stampaggio a compressione
- estrusione
- calandratura
- termoformatura
- colata
- spalmatura
- impregnazione
- espansione soffiaggio
Normalmente le materie plastiche utilizzate sono acquistate in granuli di composizione e colore richiesto. In casi particolari i granuli vergini vengono mescolati con gli sfridi di lavorazione pre-macinati e con masters colorati in granuli.
Le alte temperature alle quali sono sottoposti i polimeri sono mantentenute per tempi più o meno lunghi che dipendono dala materia plastica e dalle dimensioni e dalla complessità dello stampo:
Tabella 1
|
POLIMERO |
TEMPERATURE C° |
|
|
|
|
polietilene alta densita' |
150 - 320 |
|
polietilene bassa densita' |
150 - 320 |
|
polipropilene |
220 - 300 |
|
ABS |
220 - 290 |
|
polistirene |
180 - 320 |
|
PVC plastificato |
140 - 220 |
|
policarbonato |
250 - 350 |
|
fenolico |
160 - 200 |
3
Descrizione dell' impatto ambientale
Il solo settore dello stampaggio con presse ad iniezione costituisce più del 90% dell'intero comparto, pertanto un esame delle caratteristiche di tale settore, al fine di determinare l'impatto ambientale, rappresenta con buona approssimazione l'impatto dell'intero comparto.
Scarichi idrici
Il consumo di acqua è limitato alle necessità degli impianti di raffreddamento. Viene effettuato il rabbocco di tanto in tanto quando il contenuto di liquido è calato.
Smaltimento rifiuti
Sulla base dei dati del catasto rifiuti relativi alle denunce presentate nel 1996 è possibile descrivere la natura dei rifiuti maggiormente prodotti dal comparto in esame, sia sotto il profilo dello stato fisico, sia sotto il profilo della pericolosità effettiva, come da DPR 915 del 1982:
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Stato fisico |
Rifiuti Speciali (t) |
Tossico Nocivi (t) |
|
Liquido. |
68,4 |
1,6 |
|
Fangoso palabile |
0.2 |
0 |
|
Solido polverulento |
0.1 |
0 |
|
Solido |
809 |
5,3 |
Tra i rifiuti prodotti spiccano tra tutti in grande evidenza imballaggi in genere (sacchi, sacchetti di carta, plastica...), potenzialmente assimilabili agli urbani e quindi, nella maggiorparte dei casi, conferiti al servizio pubblico di raccolta. Tra i rifiuti solidi sono interessanti le quantità relative ai rottami ferrosi e non ferrosi e a stracci sporchi di solventi, inchiostri e vernici.
Tra i rifiuti liquidi, i quali presentano spesso le maggiori problematicità di gestione come deposito temporaneo, vi sono oli sintetici per autotrazione e grassi lubrificanti. Un certo quantitativo di liquidi è descritto sotto il codice altre soluzioni con inquinanti principalmente inorganici, dove sono spesso ricomprese le acque esauste provenienti dal lavaggio di attrezzature, impianti o macchinari.
Rumori e vibrazioni
Il rumore è in genere prodotto all'interno dell'ambiente di lavoro, principalmente dalla fase di stampa ed espulsione pezzi. Altre sorgenti di rumore sono i mulini di macinazione per il recupero degli scarti: per ridurre il loro contributo ottemperando alle prescrizioni dei Servizi Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (spsal) i mulini vengono posti in locali separati dalle altre lavorazioni e quindi insonorizzati. I problemi di rumore nell'ambiente esterno sono dovuti alle installazioni nelle aree cortilive, a volte scelta obbligata causa la mancanza di spazi. Di qui la presentazione di esposti da parte dei confinanti. Anche in questo caso la soluzione consiste nello spostamento in un locale chiuso o nel cabinamento, dopo avere individuato la sede meno disturbante rispetto ai possibili recettori e in posizione arretrata.
Emissioni in atmosfera
Durante le lavorazioni la parziale degrazione termica del polimero e l'evaporazione dei residui attivi della sua fabbricazione provocano emissioni in ambiente di inquinanti volatili: la natura di tali inquinanti è stato oggetto di numerose indagini da parte del dr.Cocheo della Fondazione Clinica del Lavoro di Padova in collaborazione con i Servizi e Presidi della Regione Lombardia ed Emilia-Romagna.
E' stata evidenziata una notevole quantità di composti volatili: dai 13 polimeri sottoposti a prove sperimentali è possibile la dispersione in aria di oltre 80 composti diversi, appartenenti alle classi delle aldeidi alifatiche, dei chetoni, degli alcooli, delle ammine, dei nitroderivati, degli idrocarburi.
In generale il polimero contiene una quantità più o meno apprezzabile di monomero non reagito e di altre impurezze contenute nel monomero od introdotte in fase di polimerizzazione, oltre che additivi vari richiesti dalle caratteristiche che si vogliono dare al prodotto finito. Il riscaldamento dei granuli porta ad una parziale degradazione del materiale plastico con liberazione dei monomeri costitutivi e formazione di composti volatili a corta catena, parte dei quali può essere ossidata all'aria.
I vapori di polimero degradato sono prodotti in particolare nella fase di pulizia e di avviamento o durante le frequenti situazioni di funzionamento irregolare della macchina. I punti di dispersione sono l'ugello di iniezione e l'apertura dello stampo a fine ciclo. L'emissione è maggiore per le materie plastiche addittivate con espandenti o plastificanti.
Viste le caratteristiche tossicologiche delle sostanze possibilmente presenti nei fumi emessi durante lo stampaggio, il comparto è stato sottoposto ad un piano di bonifica degli ambienti di lavoro che ha portato all'installazione su tutte le macchine a iniezione di impianti per la captazione e l'espulsione all'esterno degli inquinanti. Successivamente, al momento dell'entrata in vigore della nuova normativa sull'inquinamento atmosferico, il DPR 24 maggio 1988 n.203, tutti questi impianti sono stati autorizzati dalla Provincia di Reggio Emilia, sulla base delle domande presentate.
Per poter determinare la qualità e la quantità delle sostanze emesse sono stati ricavati i dati raccolti nei dossiers aziendali degli archivi di servizio, risultanti sia da attività ispettive che di controllo e di autocontrollo degli impianti con emissioni in atmosfera.
Tabella 2
|
COMUNE |
DITTE |
ADDETTI |
PRESSE |
EMISSIONI |
ELETTROS.NI |
PLASTICA kg/g |
PVC kg/g |
Media CONCENTRAZ.NI mg/kg |
|
CORREGGIO |
39 |
1160 |
300 |
58 |
16 |
55740 |
366 |
5.36 |
|
RIO SALICETO |
12 |
107 |
25 |
7 |
2 |
4545 |
0 |
2.89 |
|
S.MARTINO |
11 |
114 |
53 |
13 |
4 |
2600 |
0 |
12.55 |
|
CAMPAGNOLA |
4 |
51 |
34 |
9 |
1 |
8000 |
0 |
9.04 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
TOTALE |
47 |
1432 |
412 |
87 |
23 |
70885 |
366 |
|
Passando ad esaminare le emissioni provenienti dagli impianti di aspirazione posti a servizio delle presse, su un campione di ditte, I risultati, presi nei valori minimi, massimi e medi di concentrazione, espressi in mg di sostanze volatili (SOV) per metro cubo d'aria emessa, sono i seguenti:
Tabella 3
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|
CONCENTRAZIONE mg/mc |
FLUSSO DI MASSA g/h |
||
|
|
MIN |
MAX |
MIN |
MAX |
|
STAMPAGGIO |
0.22 |
23.4 |
0.39 |
80.26 |
|
ELETTROEROSIONE |
0.58 |
2.03 |
0.47 |
1.67 |
Considerando che per le emissioni provenienti da stampaggio di materie plastiche non clorurate il C.R.I.A. regionale ha deliberato un limite in concentrazione per SOV pari a 50 mg/Nmc si è in grado di rilevare come la totalità degli impianti presi in esame rientri agevolmente in detto limite, anche senza l'adozione di impianti di abbattimento.
Nel caso peggiore, trattandosi di impianti caratterizzati da portate d'aria nominali non superiori a 20.000 mc/ora, e per quanto riguarda quelle misurate non superiori a 7.000 mc/ora, sulla base degli esiti dei controlli effettuati fino ad oggi, si può ragionevolmente stimare come massimo carico inquinante prodotto da singolo punto di scarico un valore di 80 grammi di SOV emessi per ora di funzionamento: alla luce dei carichi prodotti da altri settori industriali ed artigianali presenti nella realtà provinciale e valutando le possibili interferenze a livello dei normali valori di qualità dell'aria l'entità di tale contributo è ritenuta poco importante. Infine si deve rilevare come, nonostante la presenza nelle emissioni di sostanze caratterizzate da una bassa soglia olfattiva (quali ad esempio le aldeidi), non siano mai stati segnalati problemi di compatibilita' con gli insediamenti limitrofi, in particolare con l'abitato.
Dalla tabella 2 si può rilevare come i quantitativi medi giornalieri di plastica lavorata siano ingenti: se li rapportiamo ad una media di 220 giorni lavorativi nell' arco di un anno si raggiungono le 16.000 tonnellate che, o come materie prima o come prodotto finito, viaggiano sul territorio di quattro comuni. Considerando il traffico pesante su strada indotto dal comparto in esame si può già rilevare come questo possa costituire uno dei primi elementi da tenere in conto per una valutazione del contributo in termini di inquinamento atmosferico.
In conclusione il comparto esaminato, se per il prossimo futuro non subirà mutamenti radicali per quanto riguarda la tecnologia delle lavorazioni e le materie prime utilizzate, non costitituisce una delle priorità dal punto di vista del controllo dei fattori di rischio ambientale, se non per il problema più generale dei trasporti e quindi del traffico di mezzi pesanti sul sistema viario provinciale.
4
Indicatori di pressione
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|
1998 |
1999 |
2000 |
2001 |
|
Tonnellate/anno di rifiuti liquidi pericolosi |
1.6 |
|
|
|
|
Numero di reclami/anno per rumori |
0 |
|
|
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