Fra Stefano da Carpi
Carpi 1710 - Reggio Emilia 1796
Sant'Anna insegna a leggere alla Madonna bambina
Olio su tela, cm 79 x 99
Madonna delle Rose
Olio su tela, cm 79 x 97
Fuga in Egitto
Olio su tela, cm 78 x 97
Provenienza: chiesa della Madonna della Rosa

Le tre tele provengono dalla chiesa della Madonna della Rosa, ma si ignora quale fosse la collocazione originaria. Secondo Riccardo Finzi esse sono attribuibili alla scuola bolognese della prima metà del XVII secolo. In realtà nella pittura bolognese del primo Seicento difficilmente si potranno trovare riferimenti stilistici per le opere in esame, che dovranno essere collocate ben dentro il XVIII secolo, e attribuite (Jadranka Bentini, comunicazione orale) al pennello di fra Stefano da Carpi, al secolo Giuseppe Barnaba Solieri. Si tratta di opere giovanili, databili al decennio 1730-40, non prive di incertezze (specie nella Madonna col Bambino con angelo, che, delle tre, è di gran lunga la tela più debole), ma che già esprimono quel gustoso anticonformismo che costituirà la sigla dominante dell'attività del pittore cappuccino. Le forme sono costruite con pennellate pastose (si veda in particolare il paesaggio nella Fuga in Egitto), i colori squillanti vengono intaccati da profondi chiaroscuri (si vedano i panneggi della Sant'Anna) e nei volti e nei corpi compaiono quelle deformazioni che, tra l'ironico e il popolareggiante, contribuiranno a denotare l'arte religiosa di fra Stefano come contraltare a quella più severa e "ufficiale" del suo tempo. Non bisogna tuttavia dimenticare che la pittura del carpigiano si avvale, negli schemi compositivi, degli esempi di artisti come Tiepolo, Piazzetta, Bazzani, e alimenta la propria arguta espressività inserendosi in quella tradizione emiliana che ha come più vicino rappresentante Giuseppe Maria Crespi, non a caso maestro a Bologna del Solieri: indicativa a questo proposito la presenza nella Sant'Anna del canestro con gli attrezzi da cucito, elemento di "natura morta" di origine correggesca che ricompare nella pittura dell'Emilia a partire dalla celebre Annunciazione di Ludovico Carracci (Bologna, Pinacoteca Nazionale). Nella Fuga in Egitto, caratterizzata dalla torsione del san Giuseppe e dalla presenza della corda che, in diagonale, attraversa il primo piano del quadro, il grassoccio angioletto che indica la palma ricorda i putti dipinti dal carpigiano nel soffitto del Palazzo Arcivescovile di Ferrara (1740), mentre il viso della Madonna verrà più tardi replicato in controparte nell'angelo che appare in volo nel San Serafino da
Montegranaro (Reggio Emilia, Museo dei Cappuccini). [GPL]

Bibliografia: Finzi 1949, p. 64; Finzi 1968, p. 136; Immagini dai Musei in Italia 1983, p. 133.



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