![]() |
Cerchia di Bartolomeo Schedoni
|
||
|
Scrive Gian Carlo Cavalli a proposito dei quadri di piccolo formato di Bartolomeo Schedoni: " ... le sue preziose tavoline ancor di gusto cinquecentesco e neoveneziane a formato ridotto, quasi tascabile, con 'Sacre Famiglie', 'Riposi' e angioletti, attiravano il gusto delicato dei 'viaggiatori' d'oltralpe. Così lo Schedoni entrava silenziosamente, quasi ad uso privato, nelle collezioni europee. Un caso non dissimile, in sostanza, a quello dello Scarsellino profano, ma certo di assai più larga pratica: tant'è che oggi può dirsi che non v'abbia Galleria o Collezione senza il suo Schedoni, pardon, senza il suo falso 'Schidone' (G.C. Cavalli, in Maestri della pittura del Seicento emiliano, Bologna 1959, p. 204). Sullo stesso argomento Dwight C. Miller afferma che "...a giudicare dalla quantità delle opere di questo genere attualmente. note - comprese le repliche autografe e quelle eseguite da altre mani - si è propensi a ritenere che per queste piccole e delicate raffigurazioni dovesse esistere un mercato diverso da quello della committenza di corte [farnesiana], e pertanto a carattere più popolare. L'artista dipinse un certo numero di queste opere, che devono aver richiesto relativamente poco tempo per la loro realizzazione, assicurando però al tempo stesso una immediata possibilità di guadagno" (D. C. Miller, in Nell'età di Correggio e dei Carracci, Bologna 1986, p. 527). La Sacra Famiglia di Correggio, che presenta palesi caratteri schedoniani nella tipologia dei protagonisti, nel tipo di illuminazione esterna al quadro che fa emergere le figure sullo sfondo scuro, nel correggismo della comunicazione sentimentale tra i personaggi, sarà prudentemente da assegnare alla cerchia dello Schedoni, considerando il numero assai elevato di opere di questo tipo che ci sono giunte, di cui solo una parte deve essere ritenuta autografa del maestro modenese. La figura della Vergine presenta forti analogie con la Madonna che compare nella Sacra Famiglia in gloria adorata da santi (Napoli, Museo di Capodimonte), secondo il Miller ultimata da Schedoni nel 1611. [GPL] Bibliografia: inedito.
|
|||