Marzio Iotti
Aspetti floro-vegetazionali e faunistici del territorio correggese - Fauna
Strade Padane

In un determinato territorio la varietà della vita animale dipende, in gran parte, dalla varietà della vita vegetale presente.
Come abbiamo potuto vedere le nostre campagne non brillano certo per varietà vegetale né per differenziazione di ambienti, di conseguenza anche la fauna che popola il nostro territorio non può essere molto varia. L facile notare come le presenze animali più interessanti corrispondano sempre a luoghi vegetativamente più ricchi ed ecologicamente più definiti come le zone umide nelle quali già la presenza di abbondante acqua favorisce una intensa vita a tutti i livelli.

Cardellino

Ma facciamo un passo indietro. Gli animali selvatici più frequenti e più osservabili sono senz'altro gli uccelli. Si può subito notare che essi sono paradossalmente più frequenti nei piccoli parchi e giardini privati a ridosso della città, piuttosto che nelle campagne vere e proprie; infatti queste ultime sono diventate inospitali per tre motivi: la scomparsa di alberi e siepi, la presenza di sostanze chimiche tossiche, la caccia.
Dei passeriformi granivori nidificanti, oltre al comunissimo Passero, sono presenti il Cardellino, il Verdone, il Fringuello (solo nei parchi di discrete dimensioni); lo Storno (praticamente onnivoro) è piuttosto comune.

Cinciallegra

Per gli insettivori la situazione è contraddittoria: alla relativa frequenza di Cinciallegre, Cinciarelle e Capinere si oppone il diradamento crescente dell'Usignolo, legato alle ultime siepi, dell'Averla Piccola e della Ballerina Bianca. li merlo, grazie alla sua adattabilità, la fa da padrone nei verdi pubblici e privati. Sono ancora diffuse le Rondini nelle zone con vicinanza di acqua e i Rondoni che preferiscono i cieli cittadini per i loro interminabili voli.

Allocchi (foto di Vanni Masoni)

Rari sono diventati il Santimpalo e il Torcicollo, mentre sono quasi dei tutto scomparsi l'Upupa e il Rigogolo, l'uno perchè legato alle cavità di vecchi alberi e l'altro perchè bisognoso di luoghi appartati e indisturbati.
Tra gli uccelli di maggiori dimensioni sono visibili con facilità: il Fagiano (ripopolato a scopo venatorio) la Gallinella d'Acqua, la quale, soprattutto in inverno, grazie alla sua indifferenza all'inquinamento, è sempre più diffusa lungo i corsi d'acqua, la Cornacchia Grigia, la Gazza.

Cavaliere d'Italia

L'aumento di cornacchie e gabbiani è purtroppo sintomo di degrado ambientale, essendo questi animali adattabili dal punto di vista alimentare e con una nicchia ecologica molto ampia.
Nelle zone umide, nel nostro caso rappresentate dalle cave esaurite, si aggiungono numerose altre presenze, ovviamente legate all'acqua.
Il Germano reale è molto comune e nidificante mentre altre Anatre, Marzaiole, Mestoloni, sono visibili solo di passo; le Nitticore, i Tarabusini e i Cavalieri d'Italia sarebbero certamente nidificanti se questi luoghi godessero di maggiore tranquillità.
Aree come la cava Casanova (Fosdondo) presentano già caratteristiche tali da ospitare la nidificazione di Aironi (garzaie).
Una presenza di rilievo che vivacizza le nostre acque è quella dei Martin Pescatore. Questo piccolo e variopinto uccello sembra deciso a non cedere di fronte al progressivo degrado dei suo ambiente.

Martin Pescatore (foto di Vanni Masoni)

Qualcosa va detto sui rapaci. Questi uccelli hanno attraversato un lungo periodo di persecuzione, un po' perchè considerati nocivi (non se ne comprende il motivo visto che il loro contributo all'equilibrio biologico è prezioso), un po' perchè l'avere un rapace impagliato in casa sembrava essere di gran moda, un po' a causa dell'abuso di fitofarmaci che, vista la posizione estrema dei rapace nella catena alimentare, finiscono per concentrare i loro danni proprio su questi uccelli. Inoltre la "nicchia ecologica" di questi predatori si è molto ristretta data la rarefazione degli ambienti adatti alla loro nidificazione e caccia.
La Poiana è forse l'unico tra i nostri rapaci diurni ad avere un futuro; il Gheppio, un tempo molto comune, è in sensibile calo. Altri rapaci diurni, a parte passaggi occasionali, sono praticamente assenti nella zona da noi considerata. Va un po' meglio per i rapaci notturni.
Civetta, Allocco, Barbagianni sono rispettivamente i più frequenti nelle nostre campagne e trovano alloggio in fienili, case abbandonate o nei pochi vecchi alberi superstiti.
Per quanto riguarda i mammiferi selvatici che sono, per le loro abitudini, molto meno osservabili rispetto agli uccelli (il più visibile è forse la Lepre, anch'essa numerosa per i ripopolamenti a scopo di caccia) si può affermare, grazie a un recente studio condotto per conto di Italia Nostra da uno zoologo, che sono senz'altro presenti: il Riccio (troppo spesso vittima delle strade), la Talpa, la Donnola, l'Arvicola Sotterranea, il Topo Selvatico, la Crocidina Minore (Topo Ragno). Tutti abbastanza comuni nelle nostre campagne.

Riccio

Lepre

La presenza più interessante è stata rilevata nella ex cava di via Imbreto; si tratta dell'Arvicola d'Acqua, che è un animale tipico degli ambienti umidi differenziati, ciò significa che la ex cava di Imbreto ha presumibilmente raggiunto, come zona umida, uno stadio maturo di sviluppo.

Ramarro