| Marzio Iotti |
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| Aspetti floro-vegetazionali e faunistici del territorio correggese - Erbe | |
| Strade Padane |
Nel grande "agroecosistema" che caratterizza il territorio correggese le piante erbacee, se si escludono quelle coltivate, rivestono lo scomodo ruolo di infestanti o "commensali" delle colture. Allo stato spontaneo sono confinate solo in ristrettissime aree marginali (argini di fossi, bordi di strade, piccole aree abbandonate) che costituiscono l'unico serbatoio genetico di molte specie. E molto facile notare, anche non disponendo di una particolare preparazione botanica, come le erbe spontanee resistano a condizioni che le piante coltivate non sopporterebbero mai, per esempio alla siccità, alla mancanza d'humus, alla carenza o all'unilateralità di minerali, al calpestio ed ad altro ancora. Ed è interessante vedere come le varie specie di erbe siano presenti o meno in dipendenza dalle caratteristiche fisico-chimiche specifiche dei luogo (biotopo). Ogni specie infatti ha delle esigenze, più o meno marcate, riguardo a fattori ecologici: luce, calore, umidità, di terreno (argilloso, sabbioso, calcareo, acido etc ... ). In un dato luogo potranno entrare in competizione solo piante le cui esigenze ecologiche sono simili. Queste piante andranno a formare una "associazione vegetale". Quindi è possibile, in base alla presenza di una determinata erba o di una consociazione di erbe, individuare la natura dei luogo: il tipo dei terreno, l'umidità, la presenza o meno di nutrienti, il grado di calpestio etc... A scopo di esempio si può dire che la presenza di abbondante Ortica (Urtica dioica) indica un terreno ricco di azoto; l'Equiseto (Equisetum arvense) testimonierà di un suolo argilloso e umido; la bella Salicaria (Lythrum salicaria) la si troverà solo sui fossi in presenza di notevole umidità; mentre l'Erba viperina (Echium Vulgare) è indicatrice di suolo arido e ghiaioso.
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| Erba Viperina | Specularia | Iris Pseudacorus |
Allo stesso modo una consociazione di Piantaggine (Plantago major, Correggiola (Polygonum aviculare), Borsa dei pastore (Capsella bursa-pastoris) e Trifoglio bianco (Trifolium repens) denuncia un terreno soggetto a calpestio. Vi sono poi da segnalare le caratteristiche associazioni che le erbe spontanee instaurano con le piante coltivate. Questo avviene non per una particolare simpatia tra una determinata pianta coltivata e una spontanea ma per il crearsi di quei "fattori ecologici" (il tipo di terreno e la sua lavorazione, il periodo di crescita della coltivazione, una particolare concimazione e quant'altro) che favoriscono determinate specie selvatiche. Cosi un campo di grano avrà come ospiti i vistosi Papaveri, l'umile Camomilla, la graziosa Specularia (Legousia speculum-veneris).
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| Menta Acquatica | Salicaria | Forbicina |
C'è da notare in questo caso che l'uso dei diserbo chimico, selettivo sulle dicotiledoni, ha prodotto una rarefazione di alcune infestanti (appunto le dicotiledoni annuali) mentre se ne sono sviluppate e diffuse altre: le stolonifere e le bulbose profonde. Ospite invece dei vigneto, è un'altra consociazione di erbe: il Centocchi (Stellaria media), il Lamio rosso (Lamium purpureum), la Morella (Solanum nigrum), l'erba Calenzuoia (Euphorbia helioscopica). Il fatto che compaiano invece: il Radicchio selvatico (Cichorium intybus), le Artemisie, le Piantaggini, la Verbena (Verbena officinalis), il Soffione (Taraxacum officinale) e altre, è indicativo di un minor interesse dell'agricoltore per il vigneto, probabile preludio a un abbandono. Detto questo per inquadrare, seppure in modo generico, la situazione locale, può essere stimolante per il neofita una breve carrellata sulle piante che più si distinguono per qualità estetiche o per la loro rarità.
Si può dire che alcune delle nostre erbe sono belle singolarmente, come il Tulipano silvestre (Tulipa sylvestri) o come la Pervinca (Vinca minor. Altre colpiscono per le vaste fioriture o per l'abbinamento cromatico con altre erbe, basti pensare all'accostamento tra i Ranuncoli (Ranunculus arvensis) giallo oro e la Salvia (Salvia pratensis) viola.
Con la consapevolezza di svolgere una trattazione forzatamente incompleta, suddividiamo le erbe più rappresentative per ambienti.
Nei canali, nelle cave o comunque in presenza di acqua, possiamo vedere, in giugno, la fioritura dell'Iris (Iris pseudacorus) giallo e vistoso; la piccola infiorescenza globosa della Menta acquatica (Mentha aquatica) e lo strano ed ormai raro ombrello dei Giunco fiorito (Botomus umbellatus). Incontreremo quasi certamente la Piantaggine d'acqua (Alisma plantago-acquatyica), la già citata Salicaria e la Forbicina (Bidens tripartita).
Negli incolti umidi possiamo trovare il grazioso Fior di cuculo (Lychnis floscuculi);
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| Fior di Cuculo |
già a marzo il Favagello (Ranunculus ficaria) giallo oro; in estate inoltrata la vellutata Altea (Althaea officinalis).
Un po' meno esigenti in fatto di umidità troveremo due leguminose: la Cracca (Vicia cracca) e l'elegante Coronilla (Coronilla varia).
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![]() | Coronilla |
![]() | Pervinca |
All'ombra delle siepi si possono incontrare in aprile le ormai rare Pervinche (Vinca minor) e più avanti nell'estate gli strani frutti rossi dei Gigaro (Arum italico).
La rarefazione di queste erbe è dovuta alla scomparsa graduale del loro habitat: appunto le siepi.
Negli incolti tendenti all'aridità potremo vedere diverse erbe da fiore interessanti. Si va dalla Malva (Malva silvestris) alla Cicoria, dall'iperico (Hypericum perforatum) all'Erba viperina (Echium vulgare), dalla umile Achillea (Achillea millefolium) alla bella Ononide (Ononis spinosa).
Vi sono poi da segnalare alcune erbe della famiglia delle Lilliacee, piante bulbose perenni.
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| Malva Silvestre | Iperico | Achillea Millefoglie |
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| Ononide | Pentolini | Cipollaccio |
Possiamo incontrare abbastanza facilmente già da marzo la fioritura dei Pentolini (Muscari botryoides) dal bel colore viola scuro, un po' meno frequente è il Cipollaccio (Muscari comosum) dai bulbi eduli; facile da riconoscere è il Latte di gallina (Omithogatum umbellatum) dal bel bianco candido; il già ricordato Tulipano silvestre (Tulipa sylvestris) che da noi fiorisce alla fine di aprile. Unico fiore autunnale è il Colchico (Colchicum autumnale) che mostra i suoi lembi rosei in ottobre ed è tossico per il suo contenuto di colchicina, lo si incontra sui prati e sugli argini sfalciati.
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| Tulipano Silvestre |
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| Colchico |
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